lunedì 28 gennaio 2019

Sulle tracce… di Tesla

Un tributo al grande scienziato: 4 giorni, 4 Stati, 5 tappe nei musei, 2.500 chilometri attraverso i Balcani con 2 auto elettriche e 6 persone
Motori360_le tre auto elettriche davanti al Memorial Tesla Tour Gospic Croazia 
Dal 15 al 18 giugno si è svolto un viaggio nella storia della mobilità attraverso Italia, Croazia, Slovenia e Serbia sulle tracce del grande scienziato Nikola Tesla; nel corso di questo escursutecnico-storico abbiamo visitato cinque Musei dedicati all’invenzione che nell’ultimo secolo e mezzo ha trasformato la nostra vita: l’automobile.
Motori360_il tesla tour team sulla facciata del Museo Tesla di Belgrado
«Sulle tracce di Tesla» è il nome scelto per questa esperienza di viaggio con veicoli completamente elettrici, che ha portato davanti al Museo Nikola Tesla vetture che hanno preso il nome dal grande inventore da molti definito il «mago della elettricità».
La passione per la scienza, la storia, la mobilità ed i viaggi ha riunito sei persone attorno a un’idea mai prima realizzata ed il Museo Nikola Tesla di Belgrado ha riconosciuto il valore del tributo e adeguatamente accolto i membri della spedizione, riservando l’home page del sito ufficiale all’evento dedicato alla genialità dell’inventore della corrente alternata e della diffusione dell’energia via Wi-Fi.
Motori360_Museo Tesla Belgrado sala interna
Il viaggio
Motori360_Tesla Team Tour a Padova davanti al Museo Bernardi
La prima tappa è al «Museum of Machines» di Padova ed ha voluto rappresentare un tributo ad Enrico Bernardi, l’ingegnere che ha creato il primo veicolo con motore a scoppio (tutt’ora funzionante) della storia e che per primo ha trasformato in realtà l’idea di commercializzare in Italia veicoli a trazione autonoma..
Proprio negli anni in cui Bernardi sviluppava il motore a scoppio Nikola Tesla arrivava negli Stati Uniti, acquisendo notorietà per i suoi numerosi brevetti fra cui il motore a corrente alternata, la bobina a doppia spira, la diffusione della comunicazione via radio, i raggi X ed i veicoli a decollo verticale.
La seconda tappa ha portato la spedizione in Slovenia, presso il Muzei Motociklov Grom, uno dei più importanti museo privati d’Europa dedicati alle moto d’epoca contenente pezzi di rara bellezza.
Nel corso della terza tappa è stato visitato il Museo Etrnografico Sloveno di Lubiana, teatro in quel momento di una manifestazione dedicata al motorismo d’epoca, con tappa finale al castello medievale di Mokrice, che si trova in una zona panoramica presso la zona termale di Catez.
Motori360_Tesla Team Tour a Lubiana presso Slovenian Ethnograpfic Museum
La quarta tappa ci ha portato in Serbia – Belgrado – ed è stata la più impegnativa a causa dell’insufficiente copertura della rete di colonnine di ricarica per le auto elettriche pur essendo tale rete in rapida ascesa. L’inconveniente è stato superato grazie ad un minimo di organizzazione che ci ha permesso di evitare inconvenienti legati all’autonomia dei «nostri» veicoli elettrici.
Sulla via del ritorno abbiamo effettuato una doverosa sosta a Gospic in Croazia, il villaggio natale di Nikola Tesla dove sorge il Memorial Center intitolato al grande scienziato che qui nacque. 
Motori360_Nikola Tesla Tour il Team davanti al Memorial Tesla in Croazia

Le origini dell’iniziativa

Questa iniziativa è nata dall’unione di sei appassionati che si sono raggruppati a puro titolo personale e senza alcun supporto da parte di sponsor o costruttore automobilistico.
Durante la sosta a Palmanova – venuto a conoscenza dell’iniziativa – si è aggiunto un terzo equipaggio e a Belgrado un padovano, recatosi con un volo di proposito nella capitale serba per accogliere il convoglio, si è poi unito alla spedizione rinunciando al volo di rientro.
«On the Traces of Tesla» è nato dall’iniziativa di Ivana Gabriella Cenci (editore, giornalista, fotografa, appassionata di Nikola Tesla e del continente africano). Alla spedizione si sono uniti Giorgio Andrian (consulente UNESCO e  fondatore della Motor Heritage Consulting), Roberto Boribello (cantante, compositore e membro del duo latino americano Los Locos celebri per la Macarena e vincitori di tre dischi di platano), Alessio Sanavio (ingegnere, blogger, fotografo ed appassionato di viaggi), Renato Malaman (giornalista, storico, esperto di cucina e grande viaggiatore) e Carlo Valente (pioniere dal 1997 su Internet di riviste motoristiche ed oggi appassionato della elettrificazione della mobilità e di smart city).

Dichiarazioni e pensieri

Ivana Gabriella Cenci con la medaglia assegnata al gruppo per aver onorato la memoria di Nikola Tesla
Ivana Gabriella Cenci con la medaglia assegnata al gruppo per aver onorato la memoria di Nikola Tesla
Ivana Gabriella Cenci: Nikola Tesla era un visionario ed un sognatore, un uomo molto colto e generoso. Sognava il progresso di tutta l’umanità ed un mondo libero dalle influenze dell’elite globale. Lavorò per il progresso di tutti noi e voleva che si sapesse che l’energia può essere libera e gratuita per tutti.
Giorgio Andrian: “Fin dalle sue origini la mobilità è stata di vitale importanza per l’uomo. Spostarsi è fondamentale per sopravvivere e nutrirsi. Un viaggio culturale attraverso la storia della mobilità che ci porterà dove ci sono le memorie di un grande uomo che ha progettato il futuro oltre 100 anni fa: Nikola Tesla, uno dei geni più intriganti della storia del Novecento”.
Carlo Valente: “Quando Ivana mi ha proposto un viaggio alla scoperta dei luoghi natali di Nikola Tesla ho pensato che arrivarci con un’auto elettrica sarebbe stato il massimo! La mobilità elettrica sta allo slow food come l’auto tradizionale sta al fast food: con l’auto normale ti fermi in autostrada, mangi veloce e fai benzina. Con l’auto elettrica ti concedi 20/30 minuti per pranzare con calma, mangiando sano, spendendo meno e guadagnando in qualità della vita. Dopo i Balcani sto già pensando alla Costa Atlantica del Portogallo per poi realizzare il mio grande sogno che non dico per scaramanzia!”.
Alessio Sanavio: “Ho sempre amato il mondo della mobilità ed adoro viaggiare. Quando mi hanno proposto di partecipare sapevo che sarebbe stata un’esperienza particolare. Mi piace l’idea di sfatare il mito che fare un viaggio con un auto elettrica sia un’impresa difficile o complicata”.
Roberto Boribello: “Nikola è un genio non sufficientemente ricordato dalla storia e dalle persone, che merita un approfondimento della sua scienza e delle sue origini. Quando Ivana ed io ci siamo conosciuti era per lavoro. Abbiamo poi iniziato a condividere le nostre passioni, così le ho raccontato la mia vita ed il mio rapporto con la musica. E dopo la musica avevamo anche altro in comune: l’ammirazione per uno scienziato così geniale e così poco conosciuto come Tesla”.
Renato Malaman: “È davvero incredibile come molti sappiano chi fosse Edison e Marconi ma pochissimi sapessero di Tesla prima che arrivassero le vetture che portano il suo nome. Ancora oggi quando dici Tesla la gente pensa alla vettura elettrica e non all’uomo che ha saputo domare l’energia realizzando centinaia di brevetti di cui molti ancora coperti da segreto militare da parte degli USA proprio per il loro elevato contenuto tecnologico.
Un viaggio elettrico davvero indimenticabile anche per un viaggiatore come il sottoscritto che ha già visitato più di 100 Stati!”.
[ Carlo Valente ]

Sulle tracce… di Tesla   Motori360                                                     

domenica 27 gennaio 2019

The Magliano Weekly is out! Edition of 27 January 2019


Domenica 27 Gennaio
The Magliano Weekly
Il Settimanale di Magliano de' Marsi
Published by
malleani
27 January 2019
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Today's headline
Mega impianto sciistico nel Parco Sirente-Velino, insorgono gli ambientalisti
thumbnail marsicanews­.com - Marsica – "Dettagliate "osservazioni" sono state presentate stamattina da Appennino Ecosistema alla Regione Abruzzo, in merito al mega progetto di nuovi impianti sciistici, sottoposto alla procedura …
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venerdì 25 gennaio 2019

Caso Orlandi, perchè l'esponente della banda della Magliana De Pedis sepolto nella Chiesa di Sant'Apollinare?


Tra i misteri del caso Orlandi la sepoltura dell'esponente della banda della Magliana De Pedis nella chiesa di Sant'Apollinare, ultimo luogo in cui Emanuela fu vista.

www.la7.it

giovedì 24 gennaio 2019

Caso Orlandi, Avv. Sgrò: 'Fonti indicano la sepoltura del corpo di Emanuela in Vaticano'

L'Avv. Laura Sgrò afferma che alcune fonti e documenti indicano il Vaticano il luogo di sepoltura di Emanuela Orlandi

www.la7.it

mercoledì 23 gennaio 2019

Conflitto economico rovente: la lotta per i minerali delle terre rare


Proprio come [per] la corsa all’oro della California tra il 1848 e il 1855, il Klondike canadese dal 1896 al 1899 e quella dell’Australia occidentale degli anni ’90 del 1800, il mondo sta vivendo una frenesia per ottenere i diritti minerari alla ricerca dell’oro attuale, cioè i minerali delle terre rare. Utilizzati per componenti di batterie per veicoli elettrici, telefoni cellulari, televisori a schermo piatto, chiavette USB, macchine fotografiche, missili a guida di precisione, magneti industriali, turbine eoliche, pannelli solari e altri oggetti high-tech, i minerali delle terre rare sono diventati il tipo di materia prima ricercata, come lo erano uranio e plutonio erano durante l’inizio dell’era atomica.
I minerali delle terre rare non sono di facile pronuncia allo stesso modo dell’oro, dell’argento e del platino. Per esempio, l’ossido di ittrio e l’europio, mentre sembrano poco importanti, sono ciò che fornisce la tonalità rossa nei televisori a colori.
Le nazioni di tutto il mondo stanno lottando per garantirsi riserve contenenti minerali di terre rare. La Cina, dove attualmente si trova un terzo dei minerali di terre rate del pianeta, ha severamente limitato l’esportazione dei minerali ad alleati e competitori. Una delle più grandi riserve conosciute di terre rare è il giacimento di Bayan Obo, nella Mongolia Interna cinese.
Le restrizioni all’esportazione della Cina hanno messo in moto le nazioni in tutto il mondo per missioni di ricerca, al fine di garantirsi sia le riserve di minerali di terre rare conosciute, che quelle non sfruttate. Uno di questi filoni principali di minerali di terre rare è stato scoperto ad Est-Sud nell’Oceano Pacifico. Le stime indicano che la regione oceanica profonda contiene il doppio delle terre rare rispetto a quelle trovate in Cina.
Alcuni di questi giacimenti si trovano in zone sottomarine geologicamente attive, dove i condotti vulcanici del fondale profondo emettono minerali di terre rare dalle espulsioni di lava e gas caldi. La scoperta che la regione del Pacifico meridionale è ricca di terre rare ha condotto le nazioni europee, tra cui la Francia e la Gran Bretagna, le quali mantengono colonie nella zona, a rivendicare la loro influenza coloniale. La Francia, ad esempio, è reticente a concedere ulteriore autonomia o indipendenza alla Nuova Caledonia, dove è previsto un referendum per l’indipendenza l’8 novembre, alla Polinesia francese e a Wallis e Futuna. Allo stesso modo, la Gran Bretagna ha mostrato un rinnovato interesse per le Isole Pitcairn, dove continua a vivere una manciata di discendenti degli ammutinati dell’HMS Bounty.
Nel 2015, l’Australia ha represso l’autogoverno dell’isola di Norfolk, trasformando l’isola in una municipalità ibrida del Nuovo Galles del Sud e dell’Australian Capital Territory (n.d.T. Territorio della Capitale Australiana). La Nuova Zelanda ha posto il veto sulle ambizioni di due dei suoi “Stati associati” indipendenti – le Isole Cook e Niue – per la piena adesione alle Nazioni Unite. Per queste potenze coloniali, non importa ciò che si trova al di sopra del mare –le località insulari – ma cosa si trova sotto il mare, all’interno dei confini marittimi dei territori, e si tratta proprio dei minerali di terre rare.
Con lo scioglimento della calotta glaciale della Groenlandia, sono state scoperte riserve di terre rare in Groenlandia, un territorio “autonomo” della Danimarca. Le mosse del governo della Groenlandia per cercare l’indipendenza dalla Danimarca e permettere alle compagnie cinesi di estrarre minerali di terre rare hanno incontrato una dura opposizione da parte della Danimarca, degli Stati Uniti e della NATO.
Altri Paesi che possiedono depositi significativi di terre rare includono India, Russia, Vietnam, Malesia, Sudafrica, Australia, Canada, Brasile e Stati Uniti. Queste nazioni, così come la Cina, hanno tutte diversi livelli della necessaria forza politica, economica e militare per proteggere le loro riserve di terre rare.
Tuttavia, alcune nazioni in via di sviluppo, dove sono state scoperte terre rare, sono candidate allo sfruttamento spietato delle multinazionali, alcune sotto la direzione dei governi, per garantire i diritti esclusivi di estrazione mineraria. In effetti, la Toyota, che ha una stretta relazione con il governo giapponese, ha acquistato una miniera di terre rare in Vietnam per garantirsi tali diritti di esclusività.
Il Giappone potrebbe non doversi preoccupare del Vietnam come sua principale fonte di terre rare. All’inizio di quest’anno, un deposito di circa 16 milioni di tonnellate di ossidi minerali di terre rare è stato scoperto nei fanghi del fondale marino, situati a 1150 miglia a sud-est di Tokyo. Il deposito conteneva molte delle terre rare dalle quali dipende il settore dell’elettronica di consumo giapponese: l’ittrio, il disprosio, il terbio e l’europio.
In Paesi come la Repubblica Democratica del Congo, la columbite-tantalite, un minerale utilizzato nella fabbricazione di chip semiconduttori, è un bene così richiesto, per il quale i signori della guerra rivali, alcuni agenti per conto di attori esterni, tra cui Ruanda, Uganda, Israele, Giappone, Cina e Stati Uniti si combattono l’un l’altro per il controllo dell’estrazione e dell’esportazione del minerale.
Il Rwanda Mines, Petroleum e Gas Board ha firmato un accordo nel 2017 con un’importante azienda giapponese per l’estrazione di terre rare, per la prospezione e l’estrazione di terre rare, oltre al tungsteno, in Ruanda. Tuttavia, il Presidente ruandese Paul Kagame è noto per aver sostenuto i ribelli Tutsi nella RDC (Repubblica Democratica del Congo), che sfruttano le miniere di terre rare nelle province del Kivu meridionale e settentrionale e inviano i minerali rubati in Ruanda. Ci sono stati tentativi di ridurre il commercio dei “minerali di conflitto” nella regione dei Grandi Laghi in Africa, ma è stato tutto inutile.
Attualmente, le imprese statunitensi e cinesi stanno muovendo una guerra per l’influenza politica ed economica per l’accesso alle riserve di litio, cassiterite e cobalto nella RDC.
Accanto alla RDC, nel Burundi devastato dalla guerra civile, è stata scoperta nel 2017 una “vena principale” di altissima qualità di minerali di terre rare. Il Burundi, che un tempo era una colonia tedesca, ha visto la tedesca Thyssen Krupp intervenire per sfruttare le risorse minerarie. Thyssen Krupp ha anche iniziato a costruire un impianto di lavorazione in Burundi. Il governo tedesco è stato attaccato da gruppi per i diritti umani che lo accusano di appoggiare l’impresa mineraria tedesca, nota come Progetto Gakara, anche se il Presidente del Burundi Pierre Nkurunziza è stato eletto in modo dubbio per un terzo mandato. I gruppi imprenditoriali tedeschi si sono opposti alla tesi, secondo cui se la Germania non estraesse le terre rare del Burundi, lo farebbe la Cina.
Il governo francese non sta concentrando solo le sue attività di estrazione di terre rare nella sua tradizionale sfera di influenza francofona in Africa – Marocco, Burkina Faso, Niger, Madagascar, Guinea – ma più lontano, compresa la ricerca di attività minerarie di joint venture in Kazakistan.
Negli Stati Uniti, il Pentagono ha riconosciuto l’importanza delle terre rare per scopi militari. Il Defense Logistic Agency’s Strategic Materials Department ha il compito di assicurare una fornitura continua di terre rare agli appaltatori della difesa degli Stati Uniti. Il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti tiene traccia delle scoperte e delle attività minerarie per le terre rare in tutto il mondo, grazie a un contributo costante di informazioni, provenienti dalla Central Intelligence Agency e dalla National Security Agency. L’amministrazione Trump si è mossa per rendere accessibili a società private le aree faunistiche federali, i parchi nazionali e altri territori degli Stati Uniti alla prospezione e all’estrazione di terre rare, con grande disappunto degli ambientalisti e delle amministrazioni tribali dei nativi americani.
Nella fretta di allentare la dipendenza dalle esportazioni di terre rare cinesi, che sono state in ogni caso limitate da Pechino, le nazioni e le aziende di tutto il mondo hanno messo in marcia una competizione spietata per acquisire una posizione dominante nel mercato delle terre rare. Ciò che sta al vertice dell’interesse dei raccoglitori di informazioni economiche, sono riferimenti in e-mail, videoconferenze, telefonate, fax e documenti finanziari a termini quali europio, terbio, disprosio, ittrio, samario e altre terre rare.
Poiché il mondo diventa più dipendente dall’high-tech e dall’ “Internet delle cose”, consistenti di computer, telefoni cellulari, elettrodomestici, televisori, sistemi di sicurezza, automobili, ecc., la guerra economica per il controllo dei minerali delle terre rare si intensificherà. Esiste l’estrema possibilità che il conflitto economico possa trasformarsi in conflitti a fuoco, come è già avvenuto nella RDC.
 Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da NICKAL88