mercoledì 9 gennaio 2019
[Reseau Voltaire] Les principaux titres de la semaine 9 1 2019
Insieme per il copyright
L'accesso alle informazioni e alla creatività online è una risorsa per tutti noi
Troviamo un modo migliore per aggiornare le regole sul copyright in Europa.
Ogni giorno, miliardi di persone accedono a Internet per usufruire di un'ampia gamma di notizie, intrattenimento, tutorial e altro ancora.
Per i giornalisti, gli artisti e gli autori di questi contenuti Internet è diventato una piattaforma essenziale che permette loro di condividere informazioni e idee, trovare un pubblico e guadagnarsi da vivere.
La legge europea sul copyright mira a supportare gli autori e gli editori consentendo loro di decidere in che modo il proprio lavoro può essere consultato e condiviso. Inoltre, protegge il diritto del pubblico a trovare e usufruire di questo lavoro, nonché condividerlo.
Siamo consapevoli che le leggi devono essere aggiornate e adattate all'era di Internet. Tuttavia, la proposta di direttiva sul copyright dell'UE può avere conseguenze indesiderate che potrebbero limitare la varietà di informazioni disponibili online.
Insieme possiamo trovare una soluzione che protegga la ampia gamma di contenuti presenti sul Web, così come gli autori che li producono.
Cosa si rischia?
La versione proposta dal Parlamento europeo potrebbe far sì che servizi come YouTube e la Ricerca Google debbano limitare la varietà di contenuti offerti.
Immagina di non poter guardare i video che ami
€ 800 mlnVersati ai proprietari di contenuti di YouTube nell'UE negli ultimi 12 mesi
.€ 1,5 mld
Pagati all'industria discografica negli ultimi 12 mesi e generati dagli annunci pubblicitari.
35 mln
I canali YouTube nell'Unione Europea che potrebbero essere coinvolti.
Qualsiasi piattaforma digitale che ospita contenuti caricati online da terzi, incluso YouTube, sarà ritenuta responsabile, al momento del caricamento, di qualsiasi violazione del copyright.
Al fine di evitare responsabilità legali, queste piattaforme digitali potrebbero essere costrette a bloccare i video esistenti e caricati di recente all'interno dell'Unione europea qualora contenessero elementi tutelati dal copyright di natura sconosciuta o controversa.
Quella del copyright è un'area complessa e i titolari dei diritti spesso sono in disaccordo su chi sia il proprietario. In questi casi diventa impossibile per le piattaforme digitali di hosting prendere decisioni corrette sui diritti durante la fase di caricamento dei contenuti stessi.
Facciamo l'esempio dell'hit mondiale "Despacito". È il risultato di diverse parti distinte di copyright, dalla registrazione sonora ai diritti di pubblicazione. Sebbene YouTube abbia accordi di licenza con più entità, molti titolari di diritti sui contenuti rimangono sconosciuti. Una tale incertezza significa che potremmo dover bloccare video come questo per evitare di essere ritenuti responsabili ai sensi dell'articolo 13.
Nella sua forma attuale, la versione della normativa proposta dal Parlamento europeo potrebbe mettere a rischio centinaia di migliaia di posti di lavoro, autori, aziende e artisti in Europa nonché tutte le persone che lavorano nel settore.
Immagina di non poter trovare le tue notizie locali preferite o i contenuti che più ti interessano.
Oltre 80.000 editori di notizie in tutto il mondo ricevono traffico da Google.
10 mld
Google indirizza gli utenti a siti di notizie più di 10 miliardi di volte al mese.
€ 0,04
Un'indagine di Deloitte ha rilevato che ogni visita vale in media tra € 0,04 e € 0,08 per gli editori.
Al momento, Google accetta contenuti da qualsiasi editore, grande o piccolo che sia. Questo ti permette di scoprire punti di vista eterogenei e accedere a un'ampia offerta di argomenti da oltre 80.000 editori.
La versione della legge sul copyright proposta dal Parlamento europeo richiederebbe ai motori di ricerca online di introdurre licenze che potrebbero costringerli ad avviare una selezione dei contenuti da includere ed escludere.
Ciò probabilmente andrebbe a vantaggio dei grandi editori e limiterebbe il flusso di traffico di quelli più piccoli, rendendo più difficile per pubblicazioni minori, di nicchia o nuove trovare un pubblico e generare entrate.
Di conseguenza, la varietà di editori online potrebbe ridursi considerevolmente.
Che cosa sta facendo Google al riguardo?
Stiamo collaborando con rappresentanti politici, editori e autori per suggerire modifiche alla direttiva sul copyright affinché possa davvero rispondere alle intenzioni per cui è stata scritta - tutelare la creatività e il giornalismo. In particolare, alcune delle modifiche che suggeriamo sono:
I servizi che agiscono con diligenza per proteggere i titolari dei diritti non dovrebbero essere ritenuti responsabili di violazioni del copyright senza preavviso.
I titolari di diritti e le piattaforme dovrebbero lavorare assieme per identificare la proprietà dei diritti.
Agli editori dovrebbe essere data la libertà di scegliere in che modo rendere disponibili online i loro contenuti.
L'articolo 11 mira a difendere il giornalismo di qualità. Per raggiungere questo obiettivo, questo articolo dovrebbe fornire una definizione precisa che specifichi quali sono i contenuti di informazione creati dagli editori di notizie, senza includere altri editori.
Perché abbiamo scelto di contattarti
Quando la maggior parte delle persone viene a conoscenza delle conseguenze di una legge, di solito questa è già entrata in vigore. La nostra speranza è che, aprendo un dialogo in anticipo, sia possibile trovare una soluzione migliore per tutti.
Condivideremo tutti gli ultimi aggiornamenti e sviluppi nel corso del tempo. Inoltre, per ulteriori informazioni sulle possibili conseguenze indesiderate per YouTube, consulta questa pagina.
È PRONTO IL BAVAGLIO UE PER L’INFORMAZIONE LIBERA
Una bufera si abbatterà presto sull'informazione libera. La Ue vuole blindare le prossime elezioni europee, ed è pronta a tutto. Se non reagiamo ora, domani sarà tardi. Questo è molto altro nella nuova edizione del mini-tg di Byoblu
Fonte: www.byoblu.com #LightBlu 12
martedì 8 gennaio 2019
Un Grand Jury chiamato a giudicare sulla presenza di esplosivo al WTC l'11 settembre 2001
A febbraio scorso, a New York, è nato il Comitato Giuristi per un’Inchiesta sull’11 Settembre (Lawyers Committee for 9/11 Inquiry), che nel mese di aprile ha depositato alla procura distrettuale di New York Sud una petizione di 52 pagine e 57 reperti. Alla scadenza dei sei mesi regolamentari il procuratore ha designato un Grand Jury per esaminare l’esposto.
Il Comitato non mette in discussione in questa fase la versione bushiana degli attentati dell’11 settembre 2001. Non si pronuncia sull’impatto dei due aerei che colpirono due dei tre edifici crollati. Si concentra esclusivamente sugli esplosivi nelle torri WTC1, WTC2 e WTC7, rilevando che la loro presenza e il ruolo avuto quel giorno costituiscono un crimine federale, per il momento non ancora perseguito.
Il procuratore Geoffrey S. Berman è stato per due anni associato di Rudy Giuliani, sindaco di New York al momento dei fatti. Giuliani aveva invitato i concittadini a evacuare le torri colpite dagli aerei di linea, WTC1 e WTC2, per il rischio di crollo. Ebbene, quegli edifici erano stati costruiti per resistere a choc ben più violenti.
Il Grand Jury dovrebbe riunirsi in udienza nel 2019. Per la prima volta dopo 17 anni da quegli avvenimenti, la giustizia civile (e non militare) statunitense prenderà in esame uno degli aspetti degli attentati dell’11 settembre.
To see the article visit www.voltairenet.org
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