sabato 6 ottobre 2018

[Reseau Voltaire] Les principaux titres de la semaine 5 10 2018


Réseau Voltaire
Focus




En bref

 
Qui viole le Traité INF : Washington, Moscou ou les deux ?
 

 
Les crimes de Gilead Sciences masquent-ils des tests du Pentagone ?
 

 
Des États arabes s'apprêtent à renouer avec la Syrie
 

 
La CIJ suspend certaines sanctions US contre l'Iran
 

 
France-Iran : le représentant de l'ayatollah Khamenei relâché
 

 
Interpellation du représentant de l'ayatollah Khamenei en France
 

 
Les accusations de Netanyahu contre le Liban démenties par les faits
 

 
Le Pentagone pourrait retirer ses forces d'occupation de Syrie
 

 
Les Macédoniens se prononcent contre l'adhésion à l'Otan et à l'UE
 

 
La communication de Benjamin Netanyahu
 

 
CIJ : l'État de Palestine contre les États-Unis
 

 
Onu : la Syrie appelle au retrait immédiat des forces d'occupation US, françaises et turques
 

 
Washington prêt à faire exploser l'Église orthodoxe
 
Controverses
Fil diplomatique

 
La France dénonce le terrorisme iranien
 

 
Déclaration de l'Otan et de l'UE sur le référendum en Macédoine
 

 
« L'Otan, indispensable rempart de paix et de sécurité »
 

 
Déclaration du Petit Groupe sur la Syrie
 

 
Discours de Miguel Díaz-Canel devant la 73e séance de l'Assemblée générale des Nations unies
 

 
Discours de Michel Aoun devant la 73e séance de l'Assemblée générale des Nations unies
 

 
Discours d'Alain Berset devant la 73e séance de l'Assemblée générale des Nations unies
 

 
Discours d'Emmanuel Macron devant la 73e séance de l'Assemblée générale des Nations unies
 

 
Discours de Donald Trump devant la 73e séance de l'Assemblée générale des Nations unies
 

 
Ouverture de la 73ème session de l'Assemblée générale des Nations Unies
 

 

« Horizons et débats », n°22, 1er octobre 2018
La Suisse humanitaire
Partenaires, 1er octobre 2018

"The Art of War"
The strategy of demonising of Russia
par Manlio Dinucci, Réseau Voltaire, 27 septembre 2018
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Savona all’Ue: più deficit salva-Stati e una Bce anti-spread

O l'Eurozona diventa una vera unione monetaria, con la Bce che garantisce sempre e comunque i debiti degli Stati membri, o la valuta comune rischia il collasso. Accusato di voler uscire dall'euro per l'aver sottolineato la necessità di una "exit strategy" qualora si materializzi lo scenario peggiore, il ministro agli affari europei ci tiene a chiarire una volta per tutte che la sua nomea di euroscettico è una distorsione e che, anzi, per lui «la moneta unica è indispensabile per il buon funzionamento di un mercato unico». Ma perché l'euro sopravviva, l'Europa deve cambiarne il funzionamento, traendo le opportune lezioni dal disastro greco. È questo il famoso "piano A" di Paolo Savona, che ha inviato a Bruxelles un documento dal titolo "Una politeia per un'Europa diversa, più forte e più equa". Politeia, termine che in greco antico indica la comunità di cittadini e il suo legame con lo Stato, non le pure e semplici istituzioni o le norme che esse applicano. Una parola scelta non a caso, per sottolineare la necessità di rinsaldare quel legame tra politica comunitaria e società che in questi anni si è lacerato fino a innescare un risorgere dei nazionalismi. Ma cosa significa in concreto?

Savona, spiega "Milano Finanza", chiede di «istituire un gruppo di lavoro ad alto livello, composto dai rappresentanti degli Stati membri, del Parlamento e della Commissione, che esamini la rispondenza dell'architettura istituzionale europea vigente Paolo Savona, il ministro che Mattarella non volevae della politica economica con gli obiettivi di crescita nella stabilità e di piena occupazione esplicitamente previsti nei trattati», con lo scopo di «sottoporre al Consiglio Europeo, prima delle prossime elezioni, suggerimenti utili a perseguire il bene comune». Savona ha già le idee chiare sui mutamenti necessari. Bce prestatore di ultima istanza: «I divieti posti alla Bce di muoversi in aiuto degli Stati hanno creato condizioni favorevoli alla speculazione, che ha imperversato anche quando questi Stati si comportavano secondo gli impegni. Hanno fatto gravare sulle loro economie costi aggiuntivi in termini di interessi sul debito pubblico e sul credito. Se i poteri di intervento della Bce contro la speculazione fossero veramente pieni, gli spread tra rendimenti dei titoli sovrani si dovrebbero azzerare». Savona vuole in sostanza una banca centrale che, come ogni altra omologa a partire dalla Fed americana, abbia il potere illimitato di garantire il debito delle nazioni, evitando differenziali del costo del debito tra paesi che condividono la stessa valuta.

Tetto del deficit non più fisso: «Le regole dei disavanzi pubblici non hanno previsto alcuna correzione strutturale delle bilance dei pagamenti correnti, privando il sistema europeo di una rilevante componente di domanda e aggravando la tendenza alla deflazione. Servono investimenti pubblici consistenti, a livello di Unione e di singoli Stati, rispettando una sola regola aurea: la percentuale di disavanzo del bilancio non deve essere superiore al saggio di crescita nominale del Pil che ne risulta». In sostanza, il tetto del massimo rapporto stabilito tra deficit e Pil non dovrà essere fissato al 3% ma oscillerà a seconda della crescita dell'economia. Ma se i paesi più virtuosi temessero così di dover pagare per chi sfora? «Esistono le soluzioni tecniche per garantire che ciò non avvenga. Si tratta di attivarle in pratica effettuando scelte politiche, come quella di concordare un piano di rimborsi a lunghissima scadenza e ai tassi ufficiali praticati, fornendo una garanzia alla Bce fino al rientro nel parametro del 60% rispetto al Pil, in contropartita di una ipoteca sul gettito fiscale futuro o di proprietà pubbliche in caso di mancato rimborso di una o più rate. Ovviamente tra le clausole di un siffatto accordo vi sarebbe anche quella che il disavanzo di bilancio pubblico si collochi in modo dinamico entro la regola indicata di coerenza rispetto al saggio di crescita nominale del Pil e quindi non comporti un nuovo superamento del rapporto debito pubblico/Pil».

("Savona ha presentato all'Europa il suo Piano-A", dal sito dell'agenzia di stampa Agi; post editato il 13 settembre 2018).

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venerdì 5 ottobre 2018

Rete Voltaire: I principali titoli della settimana 5 ott 2018


Rete Voltaire
Focus




In breve

 
Chi vìola il trattato INF: Washington, Mosca o entrambi?
 

 
I crimini di Gilead Sciences mascherano test del Pentagono?
 

 
Alcuni Stati arabi s'apprestano e riallacciare i rapporti con la Siria
 

 
La Corte Internazionale di Giustizia sospende alcune sanzioni USA contro l'Iran
 

 
Francia-Iran: rilasciato il rappresentante dell'ayatollah Khamenei
 

 
Arresto del rappresentante dell'ayatollah Khamenei in Francia
 

 
Le accuse di Netanyahu contro il Libano smentite dai fatti
 

 
Il Pentagono potrebbe ritirare le forze d'occupazione della Siria
 

 
I macedoni si pronunciano contro l'adesione alla NATO e all'Unione Europea
 

 
La comunicazione di Benjamin Netanyahu
 

 
Lo Stato di Palestina fa ricorso alla Corte Internazionale di Giustizia contro gli Stati Uniti
 

 
ONU: la Siria esorta all'immediato ritiro delle forze d'occupazione USA, francesi e turche
 

 
Washington pronta a far esplodere la Chiesa Ortodossa
 
Controversie

 
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LA POSTA IN GIOCO – Quale internet vogliamo? Marco Montemagno



Di chi è internet? Quale internet vorresti? Attenzione, che la #postaInGioco è molto elevata. Ne parla Marco Montemagno su Byoblu

Fonte: www.byoblu.com 

giovedì 4 ottobre 2018

Gli Stati Uniti sono un morto che cammina


C’è un feroce attacco alla verità. Se non usiamo bene il nostro sito web, ci troveremo nel buio più totale.
Ieri mentre guidavo, ho acceso la radio in macchina per sentire se  i russo/siriani avessero cominciato la liberazione di Idlib, in Siria dai terroristi appoggiati da Washington. Tutto quello che ho sentito invece, su radio NPR, erano  due donne bianche che deploravano il razzismo bianco. Si sentivano tanto colpevoli per aver indirettamente beneficiato del razzismo bianco che, anche a me, è sembrato di affogare  nel senso di colpa di una di quelle femmine,  prima ancora che avesse finito di parlare.
Non riuscirete a credere quale sia stato il “beneficio indiretto” che aveva prodotto una forma tanto grave di senso di colpa nella femmina bianca, ma forse è bene provarci. Lei aveva comprato un bungalow di mattoni identico a quello accanto, dove viveva un americano nero, con la differenza che l’attico di casa sua era stato completamente ristrutturato, mentre l’attico del suo vicino nero non era stato ristrutturato. Il suo senso di colpa razziale derivava dal fatto che la persona bianca da cui aveva acquistato la casa aveva potuto rendere più bello il suo attico, mentre il suo vicino di colore non aveva potuto farlo, sembra per via del razzismo.
Vi sembra questa una spiegazione ragionevole per mettersi a sguazzare in un senso di colpa razziale? Posso pensare a tanti altri motivi migliori di cui, però, non si parla mai sui media di stampa. Per esempio, come riporta Eric Zuesse, che l’Arabia Saudita, lo stato fantoccio che Washington ha aizzato contro lo Yemen, stia “bloccando sistematicamente i rifornimenti di cibo che dovrebbero raggiungere decine di milioni di uomini, gli Houthis, che vivono nello Yemen circondati dal rombo di un motore di morte tenuto continuamente acceso dagli alleati USA ” Gli Houthi stanno morendo di fame perché volevano scegliersi un loro governo, non quello imposto da Washington.
Ci viene da chiederci quanto possa essere basso il senso di colpevolezza razziale che esprimeva una delle due donne bianche su NPR, quella colpa che trovava tanto difficile da sopportare: un vicino nero con una casa come la sua, però senza un attico ristrutturato, un chiaro segno di razzismo di cui sentirsi colpevole.
In che modo potrebbero reagire, con una pochezza emotiva ed intellettuale, come quella dimostrata da queste donne su NPR,  se fossero a conoscenza che gli USA non si stanno opponendo al fatto che dieci milioni di persone stanno morendo di fame in Yemen, come avrebbero reagito se avessero saputo della distruzione, completa o parziale di  8 paesi sotto il regime criminale di Clinton, George W. Bush e Obama e ora continua anche sotto il regime di Trump? Come sopporterebbero il loro senso di colpa, queste donne, se sapessero del sistematico genocidio di palestinesi messo in atto dallo Stato di Israele?
Naturalmente, non devono reagire, perché la NPR non ne parla mai. La NPR è sempre presente sul posto in cui qualche bianco va a fare un atto-di-auto-denuncia, perché si sente indegno e questo loro modo di fare non potrà mai essere interrotto se non si andrà a far vedere alla gente dove si deve sentire – veramente – il senso di colpa. Se non facciamo comprendere ai bianchi per che cosa devono sentirsi veramente in colpa, come potranno sentirsi al sicuro i neri e gli ebrei ?
Tutti i media di stampa e della TV USA sono in linea con  NPR : sono missing in action da molto tempo. Il Russiagate è un’orchestrazione del complesso militare-security USA che serve per impedire al Presidente Trump di smussare le pericolose tensioni che esistono tra le due principali potenze nucleari e di normalizzare le relazioni con la Russia. La normalizzazione delle relazioni potrebbe avere un impatto negativo sull’enorme budget e sul potere del complesso militare-security. Pertanto, l’umanità deve continuare a vivere con il rischio di  un Armageddon nucleare, per garantire il budget del complesso militare-security, in particolare per garantire gli interessi di Dick Cheney nella Halliburton.
Il governo russo ha presentato alle Nazioni Unite una denuncia documentata e comprovata che i terroristi, che godono dell’appoggio di Washington nella provincia di Idlib, hanno preparato un attacco chimico false flag  per incolpare la Siria e implicitamente la Russia. I filmati sono disponibili online, dove si vedono le prove, prima dell’annuncio dell’attacco, poi delle esercitazioni preparatorie, con i bambini delle scuole di Idlib che curiosano tra le telecamere. Washington ha un tale controllo su quello che racconteranno i media che questo “attacco chimico false-flag fatto dalla Siria” può andare avanti, anche se è certificato dalle Organizzazioni Internazionali sul controllo delle armi chimiche che il governo siriano ha zero armi chimiche. Vedi su YouTube, per esempio: https://www.youtube.com/watch?v=MYBJH2IaLF8&feature=youtu.be
Spero che i lettori non siano stati ancora sottoposti a un completo lavaggio del cervello e che riescano a vedere che questo è un film preparato in anticipo, in attesa di evento-false- flag che verrà proposto ai media di stampa come un fatto vero.
La stampa americana non ha mai rispettato il mandato lasciato dai Padri fondatori che avevano consegnato e protetto con il Primo Emendamento. Ma fino a quando il regime criminale di Clinton, non permise che solo SEI/6 monopoli potessero concentrare nelle loro mani ben il 90% dei media statunitensi, qualche volta la verità veniva ancora a galla. Ma ora non più. I media USA non sono in grado di raccontare nemmeno i fatti più avvincenti del nostro tempo, quelli che potrebbero portare alla distruzione della vita sulla terra. Invece, i giornalisti si preoccupano di difendere il loro posto di lavoro e di raccontare notizie false, nell’ interesse delle élite al potere.
Attualmente, Russia, Siria e Iran si stanno preparando a liberare l’ultima provincia siriana che è ancora nelle mani dell’esercito fantoccio di Washington: Al Qaeda, Al Nusra e ISIS.Washington ha inviato truppe Usa che si sono nascoste tra i terroristi che Washington aveva inviato per rovesciare la Siria, pensando che la presenza americana avrebbe dissuaso i russo-siriani dall’attacco contro i terroristi. Ancora una volta, Washington ha approfittato di una esitazione di Putin per complicargli la vita.
Sembra che  Washington sia riuscita a ritardare la liberazione finale della Siria dai terroristi appoggiati dagli USA, comunque l’esercito russo, se non il governo russo, comprendono che in questa fase avanzata del gioco, la Russia non può tirarsi più indietro senza rischiare di essere inondata da altre provocazioni, come prezzo della sua correttezza. Questo è il motivo per cui una armata della marina russa staziona al largo della Siria, equipaggiata di nuovi missili ipersonici russi contro i quali gli Stati Uniti non hanno nessuna difesa. Se si arriverà ad un conflitto, sarà solo il governo russo che potrà decidere se qualche nave USA dovrà restare ancora a galla.
Anche l’esercito russo ha nuovi aerei – di gran lunga superiori alla mondezza degli americani – armati con missili ipersonici, così una resa dei conti tra Russia e Washington in Siria significherebbe una umiliante sconfitta militare per Washington.
Questa consapevolezza rende il governo russo esitante nell’esercitare la propria forza militare in Siria. Il governo russo sa che a Washington ci sono dei pazzi e che, pochi insani neo-cons credono nell’eccezionalismo e nell’indispensabilità degli USA , convinti dell’unilateralismo americano. I russi sono consapevoli del fatto che Trump, sebbene avesse voluto ridurre le tensioni, non ha retto all’attacco del complesso security-militare e che forse per  “salvare l’onore dell’America” potrebbe premere il pulsante.
Questa, penso, potrebbe essere la ragione per cui la liberazione della provincia di Idlib non è iniziata. Questa parte della Siria potrebbe essere lasciata nelle mani di Washington per evitare la fine del mondo.
D’altra parte, i militari e i nazionalisti russi sono stanchi degli insulti e delle sterili provocazioni militari di Washington e del Regno Unito. Stanno perdendo la pazienza aspettando di difendere l’onore della Russia. Capiscono bene che accettare una provocazione, porta a doverne accettare un’altra subito dopo e che alla fine la Russia sarà costretta a rispondere. Putin è stato indebolito dall’aver perso tempo, concedendo un vantaggio alla quinta colonna di Washington che lavora all’interno della Russia — composta da economisti neoliberisti addestrati a Washington. È un mistero per tutti il motivo per cui Putin si fidi  ancora di questi agenti americani de facto che intendono portare alla rovina sia lui che la Russia.
In altre parole, la situazione in Siria è pericolosa, e i media USA non se ne preoccupano se non per usarla come opportunità di propaganda per incolpare la Russia di attacchi chimici e di morti tra i civili. In effetti, l’unico interesse dei media statunitensi è di arrivare per primi nel raccontare dell’uso di armi chimiche da parte della Siria per la liberazione della provincia di Idlib. In altre parole, i media USA non vedono l’ora di spingere il mondo verso una Terza Guerra Mondiale.
Altra straordinaria carenza dei media americani è parlare di Israele. I sionisti israeliani hanno commesso un genocidio contro i palestinesi, ai quali hanno rubato un paese alla luce del giorno, senza che ci sia stata nessuna protesta concreta da parte del Grande Mondo-Morale-dell’Occidentale o di nessun altra parte per tanti decenni. Oggi i resti della Palestina stanno quasi tutti nei campi profughi, fuori dal paese, in quel campo di concentramento che è il Ghetto di Gaza.
Per quanto riguarda la NPR, la CNN, il NY Times, o il Washington Post della CIA, non esiste nessun crimine di Israele contro l’umanità, tanto che il Consigliere per la Sicurezza Nazionale del presidente Trump, un neoconservatore, ha recentemente dichiarato che il governo degli Stati Uniti userà tutte le sue forze per proteggere ogni americano e ogni israeliano incolpato di criminali di guerra davanti al Tribunale penale internazionale.
In altre parole, il consigliere per la sicurezza nazionale di Trump ha dichiarato che gli americani e gli israeliani sono al di sopra della legge che Washington applica a tutti gli altri. Vedi ad esempio: https://truthout.org/articles/john-bolton-escalates-blackmail-to-shield-us-war-criminals/
Allora, che cosa abbiamo? Abbiamo i media USA che si trovano a loro agio dato che nessuno denuncia i crimini  contro l’umanità compiuti da Israele, perché denunciarli sarebbe antisemitismo e negazione e dell’olocausto.
I media USA non si preoccupano per l’interesse ad uso personale che il complesso security/militare sta perseguendo con il Russiagate, perché indagare su questo affare potrebbe distrarli dal loro impegno per incriminare Trump di essere un agente russo.
A dirla tutta anzi, sono tutti i media occidentali che non hanno nessun interesse per il pericoloso conflitto che l’Occidente ha orchestrato gratuitamente contro la Russia, perché qualsiasi articolo che ne parlasse potrebbe spaventare a morte la gente e farebbe comprendere che la strada lungo la quale ci stanno portando i media è quella che minaccia la vita del pianeta.
Paul Craig Roberts 
Fonte: comedonchisciotte.org autore della traduzione Bosque Primario