venerdì 16 febbraio 2018

RADAR nato con licenza di uccidere


Sos Marche – La provincia di Macerata, in particolare Potenza Picena, registra un macabro primato italiano: un numero record di tumori, morbo di Crohn, ictus,
cardiopatie ischemiche, suicidi, interruzioni di gravidanza, sterilità maschile, nascita di bambini con patologie congenite, convulsioni senza febbre, sclerosi, cataratte e disturbi psicosomatici.

"Aiutateci a non morire. Siamo assediati da un nemico invisibile e silenzioso: un super radar militare che uccide lentamente con i suoi impulsi a microonde". Mentre l'Aeronautica si trincera dietro il segreto militare, Giovannella Maggini Mazzarella, insegnante in pensione, ha raccolto le prove del disastro. Una vicenda che un membro della New York Academy of Sciences, Gianfranco Valsè Pantellini, ha definito "la strage degli innocenti". I radar militari operano in deroga alle normative di protezione sanitaria ed ambientale, nonostante i rapporti scientifici dell'Istituto Superiore di Sanità che 30 anni fa segnalavano i pericoli. Uno studioso italiano, il dottorFranco Sarto, già nel 1978 aveva documentato danni al Dna, esaminando il caso di numero radaristi militari. Tant'è che il Ministero della Difesa da allora ha inibito al medico di proseguire le sue ricerche cliniche.

Nel 1982 la Circolare 69 del Ministero della Sanità avverte che «quelle dei radar sono le sorgenti elettromagnetiche più pericolose per l'organismo umano». In barba al principio di precauzione, lo Stato non prende alcuna contromisura. «Il numero dei radar attualmente impiegati è elevato ed in continuo aumento» prosegue il documento ministeriale «Non sono disponibili dati precisi, perché segreti, sui radar militari, ma è nota la continua richiesta di sempre nuovi e più sofisticati dispositivi di questo tipo». 

Quella marchigiana è una storia dimenticata per anni sulle scrivanie dei Ministeri della Sanità, dell'Ambiente, della Difesa, del Tesoro e delle Finanze, del Presidente della Repubblica, della Magistratura, dei Carabinieri, dell'Enea, dell'Ispesl, del Parlamento Europeo, della Prefettura, dell'Autorità Sanitaria Locale e perfino di onorevoli e governanti Verdi (Pecoraro Scanio).


Lo studio – La signora Mazzarella ha riunito anni di indagini, ricerche, dati, relazioni, denunce, lettere. La sua battaglia per il diritto alla salute comincia nel 1986, quando muore il marito per un tumore al cervelletto. Nell'87 l'Aviazione di Stato potenzia l'impianto radar presente nel territorio comunale (vincolato paesaggisticamente dal 1983). Si installa un 'Argos 10', sostituito nel '99 da un dispositivo automatizzato dell'Alenia ancora più potente. Le accresciute dosi di radiofrequenza e microonde si avvertono subito: cancelli radiocomandati che si aprono e si chiudono da soli, televisori impazziti, computer e apparecchiature elettroniche in tilt, radio e impianti stereo che si accendono autonomamente, stimolatori cardiaci che si bloccano, frutta che non matura, conigli che non prolificano, neonati colpiti da palatoschisi e labbro leporino, anomali incidenti stradali. La Rai comunica che «Le interferenze sono dovute alla presenza, a poca distanza dalle abitazioni di impianti radar aventi caratteristiche tali che l'impianto ricevente di utente esce dalle condizioni di normale funzionamento».

Anche l'Amministrazione delle Poste e Telecomunicazioniimputa alla postazione Nato, la causa degli inconvenienti: «Gli accertamenti tecnici hanno evidenziato l'esistenza di interferenze ai servizi di radiodiffusione dovute alle emissioni radar prodotte dalla locale base dell'Aeronautica Militare».

Il 2 febbraio 1990 si costituisce l'Ader (Associazione per la difesa dalle emissioni radar) che inizia a dar battaglia all'Arma Azzurra per conoscere i dati operativi e valutarne l'impatto sulla salute umana. Ma il segreto militare è una barriera impenetrabile. L'Ader ostacolata dall'amministrazione comunale e dall'ente pubblico Regione Marche, non potendo studiare le cause, analizza gli effetti di quei campi elettromagnetici. E riscontra un aumento sospetto di tumori e disturbi su persone, animali e piante. I cittadini si rivolgono pure all'Istituto Superiore di Sanità che si defila senza spiegazioni.

Stato latitante – Le istituzioni balbettano: Ministri e Sottosegretari dicono "che è tutto sotto controllo". Ma la gente continua ad ammalarsi e a morire. Tutti si arrendono tranne la signora Giovannella. Lei ha raccolto età, professione, abitazione delle vittime, riportando caso per caso su una mappa topografica. Operazione che ha ripetuto per ogni patologia. Migliaia di fogli segnati con cerchietti rossi: tumori, aborti, suicidi, cataratte. E ogni disegno corrisponde a un nome: un bambino, una mamma, un papà. Andrea, Lucia, Alberto, Giuseppe, Enrica. Un piccolo nato con una malformazione; un altro con gravi complicazioni all'intestino. Centinaia di casi all'anno – su 14 mila residenti – che dovrebbero far riflettere.

L'anziana donna si mette alle ricerca di tutti quei cittadini che hanno cercato le cure e sono morti a Bologna, Genova, Milano, Roma, Lione. Ottiene i certificati necroscopici e scopre che il suo paese ha sui decessi per tumore una percentuale del 36 per cento – confermata dall'Istituto Centrale di Statistica e dall'Università di Ancona – superiore di 9 punti al trend nazionale.

Alle indagini sul campo si affiancano i sostegni scientifici dell'Università di Camerino. Roberto Monti, primo ricercatore del Cnr di Bologna attesta che «certi casi si spiegano con l'abnorme intensità dei campi elettromagnetici presenti nella zona». L'Ader chiede un monitoraggio epidemiologico e sporge denuncia alla Procura della Repubblica di Macerata per "strage continuata", ma i giudici archiviano in un baleno.


L'11 febbraio 1999 il Ministro dell'Ambiente Edo Ronchicertifica che «Non è possibile delocalizzare il radar di Potenza Picena perché manca una normativa di supporto. Si tratta di una zona di inquinamento elettromagnetico non regolata dalla normativa». Infatti, sia il decreto 381 del '98 (regolamento recante norme per la determinazione dei tetti di radiofrequenza compatibili con la salute umana) sia la legge quadro sull'elettrosmog (numero 36 del 22 febbraio 2001) non si applicano ai radar civili e militari.

Stivale a rischio – Col pretesto del segreto bellico, il Ministero della Difesa – supino ai voleri dell'Alleanza atlantica – procede con nuove e pericolose postazioni a tutto spiano, incurante della salute collettiva. A Marsala in provincia di Trapani il radar dell'Aeronautica dista 200 metri dalle abitazioni; a San Giovanni Teatino, nel territorio di Chieti, appena 40. Su Monte Filau, lungo la costa sud occidentale della Sardegna nell'agro di Domus de Maria, lo Stato ha installato un radar tridimensionale nonostante il diniego della Regione; a Cagliari l'impianto Tlc della Marina opera sul centro abitato alla stregua delle strutture gemelle di Sassari, Olmedo, Monte Limbara e Tavolara. Infine il governo Usa si accinge ad installare illegalmente potenti radar in Sicilia, dopo aver ricoperto abusivamente l'intero Stivale.

In Europa si registrano attualmente valori di campo elettromagnetico da «un milione a un miliardo di volte più alti che nel 1950», documenta l'Organizzazione mondiale della sanità. «Colpisce il silenzio attorno a questo tema e la mancanza di una normativa europea ed italiana che preservi la salute dell'essere umano e protegga l'ambiente – denuncia Greenpeace – fornendo limiti di esposizione e distanze di rispetto da queste fonti di inquinamento».

Stellette nel Belpaese – A Potenza Picena, nel 1956, lo Stato italiano impianta un sensore General Electric 'Anf-Ps8′. Sei anni prima si era materializzato a Ferrara il primo radar (di fabbricazione canadese). L'antica Montesanto diventa Bracco: un anello della nascente catena difensiva che salda il vuoto tra la postazione ferrarese e quella di San Giovanni Teatino (CH).

Nel 1962 la difesa aerea della penisola italiana viene integrata in quella Nato, entrando a far parte del Nadge(Nato Air Defence Ground Envinronment), l'ombrello statunitense che si protende dalla Norvegia alla Turchia. Il sistema 'Argos 10' della Selenia – oggi Alenia – Marconi Systems (azienda Finmeccanica, ovvero dello Stato in joint-venture con la britannica Gec) – viene configurato nel 1987. Quel radar aveva un'antenna che girava 5 volte al minuto, con l'emissione di un fascio elettromagnetico ottimizzato per la scoperta alle alte quote (fino a 70 mila piedi), anche se poteva intercettare bersagli mobili al di sotto dei 2 mila.

Il circuito radar dell'Alleanza atlantica utilizza i segnali che arrivano da Potenza Picena, inseriti nel sistema di controllo dei due Roc (centri operativi di regione) di monte Venda e Martina Franca. Nel 1999 il sistema 'Rat-3lSl' dà il cambio all''Argos 10′. E' un impianto che funziona automaticamente, i cui segnali arrivano al Cofa (Centro operativo del comando della Forza Armata) in un bunker a Poggio Renatico (Ferrara). Il 'Rat-3lSl' ha una portata di oltre 300 miglia nautiche (circa 600 chilometri), capace di intercettare oggetti volanti oltre 100 mila piedi (una trentina di chilometri). Distingue un piccolo deltaplano di plastica su Belgrado, e se su tale deltaplano il pilota ha un bottone di metallo o un orologio al polso o una carta di credito in tasca è già scoperto.

Densità di energia elettromagnetica? 'Top secret' dichiara il Ministero della Difesa. Il potentissimo radar di guida (attacco e difesa) – in contatto con satelliti, aerei-spia (U-2, Awacs) e bireattori Prowler – è in grado di concentrare gli impulsi intorno al bersaglio, ed intercettare le emissioni radar avversarie, disturbandole con contromisure elettroniche. 

Ufficialmente nell'ex giardino d'Europa i siti radar più pericolosi assommano ad una trentina, tutti collegati tra di loro. La base Imaz, in provincia di Taranto, è uno dei centri nevralgici delle rete di comando e controllo della Nato. Le sue antenne ascoltano, commutano e rilanciano tutte le informazioni che passano per le linee collegate con i comando dell'Alleanza atlantica nel Mediterraneo. Imaz coordina anche la difesa radar di Jacotenente (nel cuore del parco nazionale del Gargano), Licola (Napoli) e Siracusa che svolgono compiti di avvistamento e guidacaccia nei cieli meridionali.

Il governo italiano viola leggi e normative a protezione della vita e non risponde alle interrogazioni parlamentari. Come per gli esperimenti segreti delle scie chimiche, la popolazione è mera carne da macello. 


giovedì 15 febbraio 2018

Associazione Antimafie Rita Atria: solidarietà a Nadia Furnari

Il 15 febbraio, Nadia Furnari, come accade ormai da quasi 10 anni, dovrà comparire davanti al tribunale di Messina per la chiamata in giudizio promossa dall'ex Prefetto di Messina, Stefano Scammacca, contro l'Avvocato Repici che, in due lettere rivolte al Presidente del Consiglio dei Ministri nel 2007, denunciava fatti e circostanze che coinvolgevano lo stesso ex prefetto. Lei, in particolare, è stata citata nel procedimento per una richiesta di risarcimento danni, in quanto accusata di essere, attraverso il sito www.ritaatria.it, l'organo divulgatore delle lettere.
Da Presidente dell'Associazione che mi onoro di avere fondato insieme a lei, e della quale lei è il pilastro portante, mi auguro che questa incresciosa accusa venga nuovamente respinta, come già è successo in primo grado, innanzitutto perché la pubblicazione delle lettere costituisce legittimo diritto di cronaca e in secondo luogo perché la denuncia civile e sociale contro ogni forma di illegalità, dovrebbe essere sostenuta e non perseguita.
Il silenzio è connivenza e isolare, puntando sul silenzio dei cittadini, è la vera arma di chi vuole fare i propri affari in barba a qualunque principio di convivenza civile, ed è per questo che tutelare e sostenere persone come Nadia è un dovere morale che ognuno di noi dovrebbe sentire fortemente.
Chiedo, pertanto, a tutti coloro che combattono ogni giorno controcorrente per restituire dignità e legalità a questo Paese, di unire la sua voce alla mia, a quella del Direttivo e a quella di tutti i nostri soci, e a divulgare questo appello, perché sostenere Nadia significa condividere la sua lotta e il suo sacrificio, la sua Resistenza.
Ringraziamo l'Avv. Nino La Rosa che da anni, così come tutti i nostri avvocati, ci segue a titolo completamente gratuito.
Santina Latella

A Sochi consenso dei siriani

Benché il Congresso per il Dialogo Nazionale Siriano non abbia risolto il conflitto, ha comunque liberato il campo dai gruppuscoli che pretendevano rappresentare i siriani per conto degli Occidentali. E ha anche fatto emergere un consenso che coinvolge i rappresentanti della quasi totalità dei siriani e sancito l'istituzione di una Commissione Costituente. Le basi per la pace sono state poste, ma senza gli Occidentali.

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Per la prima volta dall'inizio del conflitto, nel 2011, a Sochi si è tenuta una conferenza cui hanno partecipato 1.500 delegati siriani di tutte le origini, confessioni e di quasi tutte le opinioni politiche: il Congresso per il Dialogo Nazionale Siriano.
Il Congresso, voluto dal presidente russo, Vladimir Putin, si è svolto con l'alto patrocinio di Iran, Russia e Turchia [1]. L'iniziativa è stata denigrata, se non addirittura respinta, dalle altre potenze coinvolte nella guerra. Una conferenza inter-siriana le escludeva, di fatto, dal processo di pace.

Il Congresso è rappresentativo delle minoranze?

I fautori della guerra hanno esercitato molte pressioni affinché il Congresso non fosse rappresentativo del popolo siriano. Nella mentalità degli stranieri, russi inclusi, in Siria ci sono minoranze che aspirano all'autonomia. Per esempio, i curdi e i drusi. Ebbene, tale punto di vista non tiene conto di cosa rappresenta, da diverse migliaia di anni, il progetto siriano.
Questo territorio asiatico, che si estende a ovest dell'Eufrate fino al Sinai, è abitato da una moltitudine di minoranze, certo da curdi e drusi, ma anche da turkmeni, ceceni, georgiani, beduini, armeni e altri. Queste minoranze etniche sono a loro volta composte di minoranze religiose di antiche confessioni, come gli alauiti (in seguito cristianizzati e poi islamizzati), di cristiani di tutte le fedi, di mussulmani sunniti e sciiti. Questo territorio è circondato da cinque mari e, per questa ragione, è passaggio obbligato sia per i commercianti sia per gli invasori. Lungo tutta la loro storia queste popolazioni hanno aderito a un progetto comune: la Siria. Hanno imparato che avevano bisogno gli uni degli altri per resistere a conquistatori d'ogni risma. Si sono mescolati ovunque, al punto che all'inizio del XX secolo nessuna minoranza s'identificava più in una particolare regione. Ci sono volute la colonizzazione britannica e quella francese per tentare di trasformare la Palestina in Stato ebreo, il Libano in Stato cristiano, la Giordania in Stato mussulmano. Di questo vasto territorio, unicamente l'attuale Repubblica Araba Siriana conservava, ancora dieci anni fa, questo radicato carattere misto.
Preparando il Congresso di Sochi, ai diplomatici russi è venuto inizialmente spontaneo pensare che, per ristabilire la pace, basterebbe fare della Siria uno Stato federale, basato sulle minoranze che la popolano. Dapprima, questa conferenza si sarebbe dovuta chiamare "Congresso dei Popoli di Siria". Ragionando tra loro, i diplomatici si sono resi conto che la storia della Siria è diversa da quella della Russia e che, per il suo spiccato carattere misto, è geograficamente impossibile federare questo Paese. Al contrario, gli israeliani hanno invece continuato a perseguire l'idea di separare i curdi dagli arabi, i francesi quella di distinguere i cristiani dai mussulmani, ecc., collocandosi in tal modo in continuità con gli accordi coloniali Sykes-Picot-Sazonov.
Su istigazione degli Occidentali, i curdi del PYD hanno boicottato il Congresso. Ma, contrariamente a un pregiudizio diffuso in Occidente, il PYD è il solo partito esclusivamente curdo, però minoritario tra i curdi di Siria. Nella cultura nazionale, ogni partito etnico è illegittimo e il PYD è un'eccezione.
Comunque sia, al Congresso hanno partecipato sia eletti a suffragio universale, sia leader di associazioni, sia personalità riconosciute. Gli inviti erano stati ad ampio raggio, in modo da non dimenticare alcuno.

Il Congresso è rappresentativo delle diverse opinioni politiche?

Ogni potenza implicata nella guerra sponsorizza i siriani che rappresentano i loro interessi. All'inizio, Turchia e Arabia Saudita organizzarono e finanziarono il Consiglio Nazionale Siriano a Istanbul. In seguito, con l'entrata in gioco del Qatar fu la volta della Coalizione Nazionale delle Forze dell'Opposizione e della Rivoluzione. Man mano sono poi comparsi numerosi gruppi, ognuno strumentalizzato da un attore straniero.
Uno di questi gruppi si è rifiutato anticipatamente di partecipare al Congresso di Sochi: l'Alto Comitato per i Negoziati che, contrariamente a quanto il nome suggerisce, rifiuta ogni negoziazione. È basato a Riad e rappresenta gli interessi sauditi (che, secondo la popolazione siriana, dovrebbero coincidere con quelli delle tribù beduine del deserto siriano-iracheno-saudita). Benché i suoi esponenti professino, di fronte alle telecamere, intenzioni democratiche, in realtà questo gruppo promuove i valori del deserto – tribalismo, religione unica e rifiuto della Storia.
L'assenza al Congresso dell'Alto Comitato per le Negoziazioni ha chiarito che è impossibile estendere all'insieme della Siria i valori della minoranza beduina. Tuttavia, così come in passato si è avuta un'alleanza tra Regno Saudita e Repubblica Araba Siriana, la coesistenza non è impossibile. È del resto la ragione per cui il baatista Riad Hijab, dopo essere stato abbindolato dai servizi segreti francesi, accettò di presiedere l'Alto Comitato. Hijab era stato governatore, ministro, poi presidente del consiglio dei ministri (e non primo ministro come dicono i media occidentali, ignari del sistema presidenziale siriano). Originario della stessa tribù del re d'Arabia, aveva già sperimentato questa soluzione prima della guerra e ne era stato pienamente soddisfatto.
Un secondo gruppo, benché abbia fisicamente boicottato il Congresso – dichiarandolo però solo dopo l'arrivo a Sochi – si è fatto tuttavia rappresentare. Composto soprattutto da alcuni Fratelli Mussulmani e da turkmeni, è sponsorizzato dalla Turchia. Ankara, che esitava a esibirlo, l'ha incoraggiato a denunciare la parzialità degli organizzatori – di cui la Turchia faceva parte – sicché non ha partecipato al Congresso, conferendo però ai diplomatici turchi il potere di rappresentarlo.
Il pretesto per il boicottaggio è stato il logo del Congresso, che includeva la bandiera della Repubblica Araba Siriana ma non la loro (quella della colonizzazione francese, rimasta in uso agli inizi dell'indipendenza). Così facendo, si sono infilati in una via senza uscita: equiparando la bandiera siriana al partito Baas e promuovendo quella della colonizzazione hanno mostrato disprezzo per gli eroi dell'indipendenza e dichiarato di aderire all'occupazione straniera. Fatto però non molto rilevante, visto che il gruppo si è affidato alla potenza che lo paga, la Turchia, e i suoi esponenti sono ripartiti per Istanbul senza nemmeno uscire dall'aeroporto.
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I rappresentanti di quasi tutte le fazioni siriane, con l'eccezione dell'Alto Comitato per i Negoziati (pro-saudita) e del PYD (pro-francese) hanno adottato la Dichiarazione conclusiva e la Commissione Costituente.

Il Congresso ha preso atto degli accordi inter-siriani?

Certamente No, eppure Sì. La Dichiarazione conclusiva in dodici punti non contiene nulla di nuovo, è stata però firmata da tutte le fazioni siriane, a eccezione degli assenti, PYD e Alto Comitato per i Negoziati [2]. Alcuni delegati dell'opposizione esterna hanno rumorosamente contestato il ministro russo degli Esteri, Sergey Lavrov, mentre teneva la relazione introduttiva. Tuttavia, dopo essersi esibiti in atteggiamento infantile davanti alle telecamere occidentali, hanno comunque adottato la Dichiarazione.
Anche mettendo in conto un'ampia rappresentanza dei due gruppi assenti, il Congresso rispecchiava almeno il 90% dei siriani, il che ribalta completamente l'equazione diplomatica. Benché abbiano schernito l'iniziativa, Stati Uniti, Regno Unito e Francia non possono ignorare il consenso ch'essa ha ottenuto.
Sono ormai sei anni che le fazioni siriane discutono invano a Ginevra, Vienna, Astana e Sochi. Il fallimento di questi negoziati nasce esclusivamente dall'esistenza di un piano nascosto, sostenuto prima dall'amministrazione Obama, poi dalle Nazioni Unite: la capitolazione totale e incondizionata della Repubblica Araba Siriana e l'insediamento al potere dei Fratelli Mussulmani con la protezione della NATO [3].
I principali punti del Piano Feltman
- Abolizione della sovranità del Popolo siriano;
- Abrogazione della Costituzione;
- Destituzione del presidente (un vicepresidente avrà l'incarico di svolgere le funzioni protocollari);
- Scioglimento dell'Assemblea del Popolo;
- Incriminazione di almeno 120 dirigenti e loro interdizione da ogni funzione politica (probabilmente si tratta della lista delle persone sanzionate dall'Unione Europea);
- Decapitazione o scioglimento della Direzione dell'Intelligence militare, della Direzione per la Sicurezza Politica e della Direzione della Sicurezza generale;
- Liberazione dei "prigionieri politici" e abrogazione dei tribunali antiterrorismo;
- Ritiro di Hezbollah e dei Guardiani della Rivoluzione. Dopo, e soltanto dopo, la comunità internazionale lotterà contro il terrorismo.
Nel giro di due o tre settimane un "organismo di transizione governativa" sarà costituito e sarà titolare di ogni potere politico, esecutivo, legislativo e giudiziario. Sarà formato:
- Per 2/5 da rappresentanti della Repubblica Araba Siriana, inclusi i membri dell'opposizione lealista;
- Per 2/5 da rappresentanti dell'opposizione non lealista;
- Per 1/5 da personalità della società civile selezionate da un rappresentante del segretario generale dell'ONU.
Fonte : Sous nos yeux. Du 11-Septembre à Donald Trump, edizioni Demi-Lune, 2017.
Il Congresso di Sochi non ha adottato alcun punto del piano Feltman.
Inoltre, il Congresso ha deciso d'istituire una commissione costituente composta di 150 delegati, designati per un terzo rispettivamente da Ankara, Mosca e Teheran.
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Il rappresentante speciale del segretario generale dell'ONU, Staffan de Mistura, mentre riconosce la Dichiarazione conclusiva e la Commissione costituente acclamato dai delegati, in rappresentanza della quasi totalità dei siriani.

Il Congresso avrà un peso nei negoziati di Ginevra?

Nel tentativo di sabotare il processo di pace, il 23 gennaio la Francia aveva organizzato a Parigi una conferenza contro il presidente Bashar-al-Assad. Si trattava di metterlo sotto accusa e impedirgli di candidarsi alle elezioni, basandosi sui rapporti della Missione ONU sull'impiego di armi chimiche. L'iniziativa francese può essere così sintetizzata: democrazia sì, ma senza al-Assad [4]. Ricordiamo che la Missione ONU si era rifiutata di verificare in loco gli elementi raccolti e che il Consiglio di Sicurezza aveva respinto i suoi rapporti [5].
Rileviamo che la Turchia non si è accontentata di rappresentare una delegazione rispedendola a Istanbul. Adepta della doppiezza nel linguaggio e del ribaltamento in extremis della propria posizione, Ankara ha partecipato sia alla conferenza di Parigi sia all'organizzazione del Congresso di Sochi.
Affinché il consenso di Sochi possa avere un impatto concreto, è necessario sia avallato dall'ONU. Di qui le manovre per tenere l'Organizzazione lontana dal processo.
Ebbene, contrariamente a ogni previsione, il rappresentante speciale del segretario generale dell'ONU, Staffan de Mistura, è andato a Sochi. Ha riconosciuto la legittimità del Congresso e ha impartito la benedizione dell'Organizzazione alla Commissione costituente. Se de Mistura non cambia idea, potrebbe trattarsi di un passo decisivo per la realizzazione del piano al-Assad del 12 dicembre 2012, adottato dalla comunità internazionale con la risoluzione 2254 del Consiglio di Sicurezza. Di conseguenza, sarebbe anche una pesante sconfitta per il numero due dell'ONU, Jeffrey Feltman, che da sei anni (addirittura da 13 anni, per certi aspetti) lavora sottobanco per costringere la Repubblica Araba Siriana a una capitolazione incondizionata.

Quali le conseguenze diplomatiche del Congresso di Sochi?

Le potenze che, nella tema che il successo del Congresso comporti il riconoscimento del ruolo centrale della Russia e dei suoi alleati turchi e iraniani, hanno minimizzato l'iniziativa di Sochi hanno perso. Nessuno finora era stato capace di riunire tante personalità in rappresentanza del popolo siriano. E nemmeno era riuscito a fare adottare un documento comune a gruppi interni ed esteri. Ebbene sì, la Russia e i suoi alleati sono ormai il perno del meccanismo da cui Stati Uniti, Regno Unito e Francia si sono esclusi da soli.
Arabia Saudita e Francia sono i grandi perdenti dell'operazione. L'Alto Comitato per i Negoziati, che a Ginevra rappresentava da solo l'opposizione siriana, deve ormai misurarsi con il consenso della quasi totalità dei siriani. Il PYD, che la Francia era riuscita a far passare come rappresentativo dei curdi di Siria, si è rivelato essere soltanto una formazione fra molte, senz'altra rappresentatività che le armi offerte dal Pentagono.

mercoledì 14 febbraio 2018

FAKE NEWS / Una bufala smascherata da Oxford e Reuters

Ci voleva una ricerca dell'Università di Oxford e dell'Istituto Reuters per smontare la fake sulle fake news. Ossia per far capire finalmente a tutti quanto sia grossa la bufala tesa ad inventarsi o almeno ad ingigantire in modo spropositato – tanto per gettar fumo in faccia al popolo bue – il problema delle notizie false che circolano in rete.
Ora la ricerca congiunta fa emergere che il problema, praticamente, non esiste, inventato di sana pianta da chi vuol difendere la Non Informazione, l'informazione drogata, cloroformizzata, omologata: quella che fa tanto comodo ai Palazzi e ai suoi inquilini, ladri & corrotti d'ogni risma.
Chiare le cifre elaborate da Oxford e Reuters. Lo studio prende in esame una ventina di siti ritenuti 'sovversivi', cioè capaci di sfornare fake news come sfogliatelle calde: e da questa analisi salta fuori che ai quei siti si collega non più del 3,1 per cento di tutta l'utenza che viaggia in rete. Una percentuale, dunque, del tutto risibile.
Non basta. Perchè dalla radiografia effettuata risulta anche che i lettori passano ben poco tempo – sul totale di quello trascorso sempre in rete – a consultare quei siti 'galeotti'.
Quindi, tanto rumore per nulla, un fenomeno inventato e fatto lievitare apposta per rincoglionire  ancor di più quel popolo bue che i media tradizionali tengono legato ai guinzagli della loro Non informazione.
Ma di tutto questo, dei dati Oxford-Reuters, of course, quei media preferiscono non parlare.

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domenica 11 febbraio 2018

Serbia: museo Tesla, patrimonio culturale

ll Museo "Nikola Tesla" è un'istituzione culturale ubicata a Belgrado, in Serbia, e dedicata alla vita ed all'opera dell'omonimo fisico serbo, vissuto a cavallo tra l'800 ed il '900.

 Serbia: museo Tesla, patrimonio culturale

La palazzina in cui è ospitato fu adibita a Museo nel 1952, quando il Governo dell'allora Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia decise di inglobarvi tutto il materiale costituente l'eredità del fisico, che dopo la sua morte era rimasto negli Stati Uniti, dove egli era vissuto.
Tuttavia, alcuni brevetti di Tesla sono rimasti negli Stati Uniti e ancora oggi vengono tenuti segreti negli archivi dell'FBI o della CIA.


L'Archivio di Nikola Tesla è composto da una collezione unica di 160.000 tra manoscritti e documenti scientifici, e rappresenta un patrimonio culturale riconsciuto dall'UNESCO.
Per decenni il Museo è stato aperto principalmente ai bambini delle scuole locali, ma ha visto di recente un'ondata di visitatori anche dall'estero, facendolo diventare imperdibile nel percorso turistico di Belgrado.
Più di 130.000 persone hanno visitato il Museo l'anno scorso, e questi numeri dovrebbero aumentare nel 2018.

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sabato 10 febbraio 2018

Lo spettacolare volo dei grifoni, alle pendici del Velino, sulle montagne selvagge d’Abruzzo

Avezzano. Alle pendici del monte Velino e del monte Cafornia, nel parco naturale regionale Sirente Velino in Abruzzo, è possibile ammirare il volo maestoso del grifone (Gyps fulvus), un avvoltoio di grandi dimensioni che pesa dai 9 ai 12 chilogrammi e presenta un'apertura alare variabile da 240 a 280 centimetri.
Negli anni passati era scomparso quasi ovunque in Italia, salvatosi dall'estinzione soltanto in Sardegna. E' stato poi reintrodotto in Friuli-Venezia Giulia, in Sicilia e anche in Abruzzo. Il corpo forestale dello stato ha reintrodotto con successo il grifone nella riserva naturale orientata del monte Velino, nel parco naturale regionale Sirente-Velino in Abruzzo, dove sono stati liberati ben 97 individui tra il 1994 ed il 2002. Vederlo volare è un'emozione unica, trasmette quel senso di libertà che solo la natura può donare. Lo spirito antico di questo volatile deve essere assolutamente preservato e custodito, come accadeva nei tempi antichi in cui l'uomo era più a stretto contatto con madre natura. Si ringrazia Ercole di Montagne Selvagge per il video. @francescoproia


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