venerdì 17 luglio 2009

I molti perché di Google Chrome OS

Anno XI n. 3266 di martedì 14 luglio 2009 - PI / News

Si affollano le speculazioni e i chiarimenti. La discussione è sfaccettata: investe Android e Microsoft, Eric Schmidt e Apple

Roma - A distanza di pochi giorni dall'annuncio ufficiale di Mountain View, il chiacchiericcio intorno a Chrome OS non accenna a placarsi. La "bomba mediatica" di Google ha scatenato un susseguirsi di speculazioni, ipotesi, analisi, dichiarazioni e prese di posizione tese a spiegare perché mai una società che fa soldi con l'advertising debba uscirsene con un "nuovo" sistema operativo (che è comunque basato sul "vecchio" e rodatissimo kernel Linux), perché la minaccia diretta a Microsoft in realtà non sembri sussistere e perché la gestione contemporanea di due OS, Chrome da una parte e Android dall'altra, non sia affatto un problema. Tanto per cominciare a seguito della bomba di Google arriva una prima reazione da parte di Microsoft, che per bocca del vice-presidente Walid Abu-Hadba liquida Chrome OS come un tentativo di alzare gli scudi contro i competitor piuttosto che altro. "Molto di quello che Google fa lo fa per difendersi", ha detto Abu-Hadba, che ritiene che in sostanza Chrome OS abbia l'unico obiettivo di tenere Redmond impegnata e fuori dalla ricerca online, un settore sempre più rilevante in casa Microsoft da quando si è deciso di aumentare gli investimenti e gli sforzi nel settore con Bing. Concorrenza? Innovazione? Cloud computing realizzato? Niente di tutto ciò: per Microsoft Chrome OS è un diversivo, uno specchietto per le allodole e un tentativo del Googleplex di mantenere il dominio sul search e l'advertising. Ma stando a quanto dichiarato dalla coppia Schmidt-Page (versione temporaneamente ridotta del triumvirato del G-comando Page-Brin-Schmidt) in una lunga conferenza stampa, la volontà di lanciare prima un browser tutto proprio e poi un sistema operativo circola ai piani alti di Google da anni, e sarebbe stato proprio il CEO Eric Schmidt a rimandare l'iniziativa vista la sua precedente esperienza negli anni burrascosi della bolla speculativa della new economy. Altro che specchietto per le allodole o diversivo, quelli di Google pensavano a Chrome prima ancora che qualcuno inventasse termini oggi iper-abusati come web 2-3.0, social networking e cloud computing. A quanto pare Schmidt ha infine cambiato idea quando ha visto all'opera una demo di Chrome (il browser) realizzata da alcuni sviluppatori di Firefox, e a quel punto l'idea dell'anti-sistema operativo di Page, un OS che si limita a starsene dietro le quinte invece di prendersi tutta la scena sarebbe debordata. Schmidt e Page colgono poi l'occasione per dire che, al contrario di quanto comunicato in questi giorni dall'intero web, siti di news istituzionali e blog personali, Chrome OS non è un attacco frontale a Microsoft Windows essendo il nuovo sistema destinato a espandere il mercato dei netbook piuttosto che a fagocitare lo share di Redmond sui suddetti. "Microsoft è benvenuta nel convertire Internet Explorer sul nostro sistema operativa", dice Schmidt, sostenendo che anche se la cosa è improbabile Google non potrebbe comunque impedirlo visto che Chrome OS sarà open source. Il web e la stampa non avrebbero saputo interpretare Chrome, la sua natura di "alternativa" snella e veloce ai sistemi operativi monolitici che va a integrare un tipo di esperienza completamente diversa piuttosto che a sostituirla del tutto. Non avrebbero riconosciuto i presupposti da cui nasce Chrome OS e non avrebbero compreso dove Google voglia andare a parare quando parla di un sistema ideale per chi passa una parte non trascurabile del proprio tempo online. Il cloud computing di Chrome OS, da quelle poche informazioni finora fornite in via ufficiale da Mountain View, sarebbe dipendenza totale dal network telematico e dai server di Google, la leggerezza del sistema starebbe nel suo essere una filigrana sottile tra i netizen e Internet, dove dovrebbero risiedere tutti i dati degli utenti, le applicazioni e i servizi a cui si ha accesso. Google non farà soldi vendendo Chrome OS. Come è sempre stato e probabilmente sempre sarà, l'unica vera fonte di ricavi per Google è l'advertising: più tempo si passa online più Google guadagna denaro. In questo senso mettere a disposizione un browser multi-processo sotto le mentite spoglie di un OS rappresenta la strada più sicura per far schizzare in alto la suddetta permanenza online. Quanto alla presunta sovrapposizione tra Chrome OS e Android, inoltre, secondo l'ex-dipendente Google Kevin Fox il problema nemmeno si porrebbe perché entrambi i sistemi hanno la loro specifica destinazione di utilizzo nonostante il "form factor" dei dispositivi interessati possa risultare compatibile o persino coincidente. Chi invece sembrerebbe avere dei problemi, più seri rispetto al passato, è il succitato Erich Schmidt, la cui doppia poltrona nei consigli di amministrazione di Google e Apple scotta dal momento che con Chrome OS Mountain View entra nell'ennesimo settore (dopo gli smartphone evoluti e i browser) in cui si troverà a dover concorrere con Cupertino. "Per ora non ci sono problemi", dice Schmidt, confermando che il suo ruolo nella board Apple sarà comunque oggetto di discussione entro breve. Se Schmidt dovesse rassegnare le proprie dimissioni dalla board, infine, le speculazioni rampanti sullo spionaggio industriale ai massimi livelli cesserebbero di esistere. Alfonso Maruccia

mercoledì 8 luglio 2009

Google annuncia: faremo un sistema operativo

googledi Fabrizio Frattini | 8-07-2009

Google lancia la sfida finale a Microsoft e annuncia: "faremo un sistema operativo open source". L'obbiettivo è mantenere il controllo del Web del domani e offrire una soluzione per desktop, laptop ma soprattutto netbook. Ecco perchè l'assalto della Grande G tocca anche Apple.

Dopo i brower e i cellulari, anche un sistema operativo per computer La sfida di Google al mondo del'IT per imporsi come un protagonista viene portata al prossimo e, definitivo, livello. L'annuncio di una iniziativa che condurrà "Big G" a creare un Os è stata data questa notte, con una nota nel blog ufficiale dell'azienda.
Da quanto si apprende dalle prime e scarne notizie, il sistema operativo, ovviamente open source e basato su Linux, ha come obbiettivo primario quello di creare un ambiente che favorirà l'uso di Internet e di tutte le Web Applications, che restano il nucleo degli interessi commerciali di Google. "Si tratterà di un OS leggero - dice Google - e agile, disegnato per partire in secondi e con una interfaccia non intrusiva. La maggior parte dell'azione si svolgerà su Web". L'idea di un Os Google finalizzato all'esperienza Internet in tutte le sue componenti, e specialmente nell'utilizzo dei servizi Internet, era in circolazione da molto tempo e anche se la società americana aveva sempre minimizzato o sviato i discorsi in proposito questo sarebbe stato il prossimo passo.
Nel mirino di Google c'è prevalentemente Microsoft; si tratta di un risposta alla sfida porta da Redmond che , come la gran parte del mondo della tecnologia, è convinta che Internet sia la piattaforma intorno a cui girerà l'informatica del domani e in conseguenza di questo ha deciso di non lasciare a Google il controllo degli utenti e dei servizi sulla rete, uno sforzo che aveva condotto Microsoft a cercare di acquistare anche Yahoo, l'unico vero e grande concorrente di Google su Internet. Google creando un sistema operativo incrocia definitivamente le sue armi con quelle della rivale puntando alla vera cassaforte degli assetti di Microsoft: il suo OS.
Google Os, che girerà su processori Intel e ARM, non è un un diretto concorrente di Mac Os; non sarà possibile infatti, salvo hack illegali, installarlo sui Mac, ma un progetto di questa portata condotto da una realtà di assoluto primo piano per l'IT non può risultare indifferente a Cupertino anche perché Google punta (debutto seconda metà 2010) in primo luogo al mondo della mobilità ovvero a quelli che oggi sono i Netbook e che domani potrebbero essere tutti i dispositivi per Internet e lo sfruttamento dei servizi in rete. Un settore dove Apple, al di là dei proclami anti-minilaptop, è destinata a sbarcare con un hardware che assomiglia molto a quello che ha in mente Google. www.macitynet.it

martedì 30 giugno 2009

La Comunicazione Digitale

Nell’ambito di un corso di formazione (qui la lezione introduttiva) su nuove forme di apprendimento basate sulle tecnologie digitali (leggi Google Apps Education) una delle difficoltà maggiori si sta rivelando essere non tanto la spiegazione tecnica di come eseguire determinati task, quanto l’insegnamento di un approccio diverso alla didattica, che, proprio a partire dalla logica della rete, dovrebbe/potrebbe essere tradotta nella scuola in un modello di apprendimento collaborativo e partecipato.

Tralasciando tutte le considerazioni di carattere teorico (che probabilmente potrò elaborare a fine corso) e vista l’affinità degli argomenti che sto insegnando con i temi quotidiani di Googlisti, in questo periodo mi appunterò qui alcuni spunti per le mie lezioni: stavolta partiamo da questo post sui documenti di Google.

Ci sono molti servizi sul web per la collaborazione online, ma non c’è dubbio che Google Docs è rapidamente diventato uno dei più popolari, soprattutto perchè è completamente gratuito (anche nella versione Apps Education), è web based, funziona con qualsiasi browser (anche mobile), è multilingua, consente la collaborazione in tempo reale ed è davvero semplice da utilizzare. Ma ciò non significa che manchi di alcune funzionalità.

Chat in Presentation

Chat in Presentation

1. Chattare in Google Docs Comunicare in tempo reale e con una maggiore efficienza non significa limitarsi a scrivere note su pagine condivise: Google Documenti ha un client di chat integrato per la comunicazione dei collaboratori in tempo reale (ma solo nei Fogli di Calcolo e in Presentation quando selezioniamo “Avvia Presentazione“). Una delle migliori funzioni del client di chat è la capacità di mostrare online un’anteprima di foto da Picasa o Flickr e video da Google Video e YouTube.

2. Organizzare facilmente i documenti Documenti e Fogli di Calcolo hanno un’interfaccia abbastanza chiara, ma ogni volta che si lavora con più persone è sempre preferibile organizzarsi al meglio: uno dei metodi più efficaci è l’uso di colori e commenti. In un foglio di lavoro i colori possono essere impostati per seguire alcune regole (ad esempio ogni cella con il mio nome sarà gialla), e si possono inserire commenti facendo clic col tasto destro su qualsiasi cella per aggiungere un messaggio senza occupare spazio. In generale nei Documenti è possibile gestire le cartelle tramite i colori, in maniera simile alle etichette di Gmail.

3. Condividere con altri Google Docs basa il suo successo proprio sulla condivisione: la chiave, tuttavia, è sapere esattamente come si può condividere. A discrezione del proprietario di un documento, i collaboratori possono essere invitati a modificare o semplicemente visualizzare un file condiviso. Per impostazione predefinita tutti gli utenti che possono modificare il documento hanno la capacità di condividere il documento con altri, e se veramente si desidera abbattere tutti i limiti di condivisone, è possibile abilitare un accesso universale per la visualizzazione o la modifica attraverso uuna vera e propria pubblicazione online. Unico avvertimento: c’è un limite di 10 persone per il controllo simultaneo di editing di documenti e presentazioni (per i fogli di lavoro, il limite è 50).

storico revisioni

storico revisioni

4. Tornare indietro nel tempo: le revisioni Probabilmente sapete già che Google Docs salva automatico tutto quello che fate, ma forse non siete a conoscenza che è possibile manipolare le revisioni precedenti al fine di vedere esattamente quello che è cambiato. Tutti i Google Documenti hanno uno strocio delle revisioni in modo da poter monitorare i cambiamenti e, volendo, tornare indietro in qualsiasi momento. Nello storico di revisioni, è anche possibile guardare le due versioni fianco a fianco per vedere i cambiamenti codificatoi con coori differenti.

disegni

disegni

5. Disegnare Recentemente Google ha aggiunto una funzione di disegno collaborativo ai Documenti. Questo apre tutta una nuova gamma di opzioni di condivisione, i quanto anche diagrammi e grafici possono essere costruiti e condivisi con facilità. Le opzioni di disegno sono, ovviamente, limitate, ma c’è una scelta sufficiente di forme, linee, frecce, o caselle di testo, ed è possibile ruotare, colorare e scegliere il livello degli oggetti.

6. Tutto il resto Ci sono poi una serie di altre funzioni che si possono trovare utili o meno.

Google da’ la possibilità di modificare l’html o il css dei documenti.

In un foglio di calcolo, è possibile fare riferimento da un foglio all’altro, consentendo agli utenti di rimanere sul proprio foglio, mentre contemporaneamente ne aggiornano altri. Si può anche fare in modo da avere celle che contengano dati raccolti “live” da internet, e molto altro ancora.

Google Docs è ancora (e chissà per quanto) in Beta e cambia frequentemente, dunque possiamo aspettarci funzioni aggiuntivi e risoluzione di problemi ad interim.

Per restare aggiornati: un blog e tanti tutorial.

Fonte: www.googlisti.com/2009/04/16/a-scuola-con-google-apps.html Teaching the collaboration in the digital era through many applications of the web 2.0 and Google Apps in the classroom.

mercoledì 3 giugno 2009

REBUS - MISTERO GENESI 1A PUNTATA - 1/5

"IL MISTERO DELLA GENESI, dove nascono gli Dei?" lunedì 18 MAGGIO 2009 ALLE 20.45 E ALLE 22.00 CIRCA Odeon e Odeon24 (SKY827) REBUS 2009, LA NUOVA SERIE Rebus si addentra nel Mistero della Genesi, alla ricerca dei segreti sulla nascita degli Dei. Inizia, con questa puntata, un viaggio che, a ritroso nei millenni, punta ad esplorare le grandi civiltà del passato per capire quale possa essere lorigine dellumanità stessa. Un viaggio attraverso miti e leggende che, dopo un attento studio, si sono rivelati fatti concreti e cronache della notte dei tempi. Quali verità sconvolgenti dobbiamo ancora apprendere sullorigine dellUmanità? E possibile che attraverso lo studio dei Sumeri si possa ricavare che i loro Dei altri non erano che esponenti di una razza extraterrestre? Chi o cosa dominava la terra prima del diluvio universale? In questa prima puntata del ciclo il Mistero della Genesi: dai Sumeri agli Egizi, le teorie di Zacharia Sitchin e lenigma della Grande Piramide. http://www.youtube.com/watch?v=h0n02Vwn8CA

venerdì 29 maggio 2009

REBUS - prosegue il ciclo IL MISTERO DELLA GENESI: la Civiltà ellenica, il mito oltre il mito

Nelle prime due puntate del ciclo "IL MISTERO DELLA GENESI: DOBE NASCONO GLI DEI?", REBUS ha ripercorso le tappe storiche che partono dai Sumeri e arrivano alle coste della Grecia attraverso l'Egitto. Un percorso che è servito a capire come il bagaglio di conoscenze e tecnlogie sia comune a tutte queste antiche civiltà. Non solo: è ipotizzabile che anche i Sumeri abbiano, in realtà, attinto la loro tradizione e mitologia da civiltà antidiluviane.
L'ipotesi di una civiltà altlantidea reata affascinante ma, per ora, priva di riscontri scientifici e archeologici oggettivi. Ma siamo arrivati ad accettare che il disastro che la Bibbia chiama "diluvio universare" è realmente occorso. Un potentissimo cataclisma che, poer certi versi, coincise con una sorta di azzeramento dell'Umanità.
Su ciò che è stato nelle diramazioni più recondite del tempo si possono fare solo ragionamenti. E ipotesi. Su percorso storico e geografico che quelle diramazioni hanno compiuto, invece, si può svolgere un'indagine compiuta.
Dopo quella di sumeri, egizi e cicladici ora è arrivato il momento di analizzare la mitologia greca. E per farlo siamo andati ad Atene.
lunedì 1° GIUGNO 2009
ALLE 20.45
Odeon e Odeon24 (SKY827)
REBUS 2009, LA NUOVA SERIE
"IL MISTERO DELLA GENESI, dove nascono gli Dei?"
3a PUNTATA
Cultura ellenica: il mito oltre il mito.
Rebus, questioni di conoscenza è una trasmissione curata e condotta da Maurizio Decollanz, in onda ogni lunedì su Odeon e OdeonSAT (SKY827) alle 20.45 e, in replica successiva, alle 22.00. rebustv.blogspot.com

Salesforce rinforza la partnership con Google

«Salesforce.com, l'azienda di cloud computing a livello enterprise, ha annunciato oggi la disponibilità di una nuova versione di Force.com for Google App Engine, un set di strumenti e servizi dedicati agli sviluppatori in grado di unire le due principali piattaforme di cloud computing per lo sviluppo applicativo disponibili sul mercato». Il connubio tra Google e Salesforce, dunque, compie un passo avanti offrendo nuove opportunità agli sviluppatori.

Spiega Marc Benioff, Chairman e CEO di salesforce.com, nel comunicato ufficiale diramato: «Gli sviluppatori possono trarre vantaggio da entrambe le infrastrutture di cloud computing di Google e salesforce.com per costruire e avviare le proprie applicazioni [...] Grazie alla collaborazione con Google, gli sviluppatori hanno a disposizione le innovative funzionalità di cloud computing disponibilii con Force.com e AppEngine, ciò si traduce nell'opportunità di realizzare applicazioni migliori per i propri clienti». Al tempo stesso plaude all'iniziativa anche Scott McMullan, Google Apps Partner Lead per Google Enterprise: «Siamo entusiasti di come l'anteprima di AppEngine for Java sia stata accolta dalla community di sviluppatori. Il connubio tra Force.com e le migliorie apportate ad App Engine accresceranno ulteriormente la possibilità per gli sviluppatori di tutti il mondo di creare nuove applicazioni direttamente nella nuvola».

La collaborazione tra le parti è iniziata nel 2004 con Google.org, è proseguita nel 2005 con Google Maps, giungendo poi a Google AdWords, OpenSocial e nel 2008 a Salesforce per Google Apps. Una Developer Conference è prevista nelle prossime ore al Moscone Center di San Francisco per illustrare le qualità della nuova integrazione tra Force.com e Google App, così da introdurre gli sviluppatori alle nuove opportunità che scaturiranno dall'annuncio odierno. Un video illustrativo è stato nel frattempo portato online sul sito Salesforce.

Salesforce annovera tra i propri partner nomi quali Prestitempo, Electronic Arts, Allianz, Toyota, Dell ed altri ancora. Il pedigree Google non necessita di ulteriori spiegazioni. In comune i due gruppi hanno una forte propensione verso il mondo business: Salesforce per vocazione, Google per necessità di mercato. L'offerta Google App è il punto di incontro, la "nuvola" è la nuova dimensione da affrontare e l'ambito business potrebbe essere quello maggiormente sensibile alle qualità della nuova offerta sia per quanto inerente i costi, sia per quanto inerente le opportunità emergenti.

webnews.it

lunedì 25 maggio 2009

REBUS: IL MISTERO DELLA GENESI, DOVE NASCONO GLI DEI? - 2a puntata

lunedì 25 MAGGIO 2009
ALLE 20.45 E ALLE 22.00 CIRCA
Odeon e Odeon24 (SKY827)
REBUS 2009, LA NUOVA SERIE
"IL MISTERO DELLA GENESI, dove nascono gli Dei?" - SECONDA PUNTATA
Rebus si addentra nel Mistero della Genesi, alla ricerca dei segreti sulla nascita degli Dei. Prosegue il viaggio che, a ritroso nei millenni, punta ad esplorare le grandi civiltà del passato per capire quale possa essere l’origine dell’Umanità. Un viaggio attraverso miti e leggende che, dopo un attento studio, si sono rivelati fatti concreti e cronache della notte dei tempi. Quali verità sconvolgenti dobbiamo ancora apprendere sull’origine dell’Umanità? E’ possibile che attraverso lo studio dei Sumeri, degli Egizi e dei Greci si possa ricavare che i loro Dei altri non erano che esponenti di una razza superiore? Chi o cosa dominava la Terra prima del diluvio universale?
In questa seconda puntata del ciclo “Il Mistero della Genesi”: dagli Egizi alla civiltà cicladica, dal culto di Iside alle analogie sulla Genesi tra antichi e distanti popoloi.
Ospiti in studio:
Devana, studiosa di misteri delle antiche civiltà, autirice del libro “Il ponte tra i Mondi, la via degli immortali”
Giovanni Francesco Carpeoro, direttore di HERA;
Daniela Bortoluzzi, ricercatrice indipendente e autrice del libro “Alla ricerca dei libri di Thot”
Rebus, questioni di conoscenza” è una trasmissione curata e condotta da Maurizio Decollanz, in onda ogni lunedì su Odeon e OdeonSAT (SKY827) alle 20.45 e, in replica successiva, alle 22.00. rebustv.blogspot.com

sabato 16 maggio 2009

Rebus, il Mistero della Genesi

lunedì 18 MAGGIO 2009 ALLE 20.45 E ALLE 22.00 CIRCA Odeon e Odeon24 (SKY827) REBUS 2009, LA NUOVA SERIE
"IL MISTERO DELLA GENESI, dove nascono gli Dei?"
Rebus si addentra nel Mistero della Genesi, alla ricerca dei segreti sulla nascita degli Dei. Inizia, con questa puntata, un viaggio che, a ritroso nei millenni, punta ad esplorare le grandi civiltà del passato per capire quale possa essere l’origine dell’umanità stessa. Un viaggio attraverso miti e leggende che, dopo un attento studio, si sono rivelati fatti concreti e cronache della notte dei tempi. Quali verità sconvolgenti dobbiamo ancora apprendere sull’origine dell’Umanità? E’ possibile che attraverso lo studio dei Sumeri si possa ricavare che i loro Dei altri non erano che esponenti di una razza extraterrestre? Chi o cosa dominava la terra prima del diluvio universale? In questa prima puntata del ciclo “il Mistero della Genesi”: dai Sumeri agli Egizi, le teorie di Zacharia Sitchin e l’enigma della Grande Piramide.
Ospiti in studio: Devana, studiosa di misteri delle antiche civiltà, autirice del libro “Il ponte tra i Mondi, la via degli immortali” Flavio Barbiero, ingegnere, già ammiraglio della Marina e autore del libro “La Bibbia senza segreti” Daniela Bortoluzzi, ricercatrice indipendente e autrice del libro “Alla ricerca dei libri di Thot” Rebus, questioni di conoscenza” è una trasmissione curata e condotta da Maurizio Decollanz, in onda ogni lunedì su Odeon e OdeonSAT (SKY827) alle 20.45 e, in replica successiva, alle 22.00. rebustv.blogspot.com