Visualizzazione post con etichetta Nuovo Ordine Mondiale. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Nuovo Ordine Mondiale. Mostra tutti i post

sabato 6 gennaio 2018

Ur-Lodges, gli uomini al comando: la mappa del vero potere

Mario Draghi (classe 1947, presidente della Banca centrale europea dal 2011, affiliato alla "Edmund Burke", alla "Pan-Europa", alla "Compass Star-Rose/Rosa-Stella Ventorum", alla "Three Eyes" e alla "Der Ring"). Giorgio Napolitano (classe 1925, già presidente della Repubblica italiana, affiliato alla "Three Eyes"). Massimo D'Alema, affiliato alla "Pan-Europa" e alla "Compass Star-Rose/Rosa-Stella Ventorum". Mario Monti (classe 1943, economista, senatore a vita e presidente del Consiglio italiano dal 2011 al 2013, affiliato in forma più o meno coperta alla United Grand Lodge of England e alla Ur-Lodge "Babel Tower"). Fabrizio Saccomanni (classe 1942, banchiere, economista, già direttore generale della Banca d'Italia dal 2006 al 2013, dal 2013 al 2014 è stato ministro dell'economia del governo Letta, affiliato alla "Compass Star-Rose/Rosa-Stella Ventorum" e alla "Edmund Burke"). Pier Carlo Padoan (classe 1950, economista, dal 24 febbraio 2014 ministro dell'economia nel governo Renzi e nel governo Gentiloni, affiliato alla "Pan-Europa" e alla "Compass Star-Rose/Rosa-Stella Ventorum").
Gianfelice Rocca (classe 1948, tra i più importanti imprenditori italiani, presidente di Techint e di Assolombarda, affiliato alla "Three Eyes"). Domenico Siniscalco (classe 1954, economista, banchiere, già ministro dell'economia dal 2004 al 2005, affiliato Padoan, Draghi e Viscoalla "Edmund Burke"). Giuseppe Recchi (classe 1964, top manager, affiliato alla "Three Eyes"). Marta Dassù (classe 1955, saggista, già sottosegretaria e viceministra degli affari esteri, attualmente nel cda di Finmeccanica, affiliata alla "Three Eyes"). Corrado Passera (classe 1954, banchiere, manager, politico, già ministro dello sviluppo economico dal 2011 al 2013 nel governo Monti, affiliato alla "Atlantis-Aletheia"). Ignazio Visco (classe 1949, economista, governatore della Banca d'Italia dal 2011, affiliato alla "Edmund Burke"). Enrico Tommaso Cucchiani (classe 1950, banchiere e top manager, affiliato alla "Three Eyes"). Alfredo Ambrosetti (classe 1931, economista, fondatore e presidente emerito di The European House-Ambrosetti, affiliano alla "Pan-Europa").
Carlo Secchi (classe 1944, economista e politico, affiliato alla "Three Eyes", alla "Pan-Europa" e alla "Babel Tower"). Emma Marcegaglia (classe 1965, imprenditrice e top manager, affiliata alla "Pan-Europa"). Matteo Arpe (classe 1964, banchiere e top manager, affiliato alla "Edmund Burke"). Vittorio Grilli (classe 1957, economista, direttore generale del ministero del Tesoro dal 2005 al 2011 e ministro dell'economia con il governo Monti, affiliato alla "Compass Star-Rose/Rosa-Stella Ventorum"). Giampaolo Di Paola (classe 1944, ammiraglio, ministro della difesa dal 2011 al 2013 con il governo Monti, affiliato alla Al-Baghdadi"Compass Star-Rose/Rosa-Stella Ventorum"). Federica Guidi (classe 1969, imprenditrice, già ministro dello sviluppo economico del governo Renzi, affiliata alla "Three Eyes").
Angela Merkel (classe 1954, politica, cancelliera tedesca dal 2005, affiliata alla "Golden Eurasia", alla "Valhalla" e alla "Parsifal"). Vladimir Putin (classe 1952, attuale presidente della Federazione Russa, affiliato alla "Golden Eurasia"). Christine Lagarde (classe 1956, avvocatessa e politica francese, direttrice del Fondo Monetario Internazionale, affiliata alla "Three Eyes" e alla "Pan-Europa"). George W. Bush (classe 1949, presidente degli Stati Uniti dal 2001 al 2009, affiliato alla "Hathor Pentalpha"). Michael Ledeen (classe 1941, giornalista, intellettuale e politologo statunitense, affiliato alla "White Eagle" alla "Hathor Pentalpha"). Condoleezza Rice (classe 1954, politica, affiliata alla "Three Eyes" e alla "Hathor Pentalpha", già esponente di punta dell'amministrazione Bush). Abu Bakr Al-Baghdadi (classe 1971, terrorista iracheno, leader dell'Isis e Califfo dell'autoproclamato Stato islamico, affiliato alla "Hathor Pentalpha").
José Manuel Durão Barroso (classe 1956, portoghese, docente universitario, politico, presidente della Commissione Europea dal 2004 al 2014, affiliato alla "Pan-Europa" e alla "Parsifal"). Olli Rehn (classe 1962, politico finlandese, già vicepresidente della Commissione Europea, affiliato alla "Pan-Europa" e alla "Babel Tower"). Tony Blair (classe 1953, premier britannico dal 1997 al 2007, affiliato alla "Edmund Burke" e poi alla "Hathor Pentalpha"). David Cameron (classe 1966, premier britannico dal 2010, affiliato alla "Edmund Burke" e alla "Geburah"). Pedro Passos Coelho (classe 1964, primo ministro del Portogallo dal 2011, affiliato alla "Three Eyes", alla "Edmund Burke" e alla "White Eagle"). Mariano Rajoy (classe 1955, primo ministro della Spagna dal 2011, affiliato alla "Pan-Europa", alla "Valhalla" e alla "Parsifal"). Antonis Samaras (classe 1951, politico, già primo Mariano Rajoyministro della Grecia, affiliato alla "Three Eyes"). Jean-Claude Trichet (classe 1942, economista e banchiere francese, presidente della Bce dal 2003 al 2011, affiliato alla "Pan-Europa", alla "Babel Tower" e alla "Der Ring".
Bernard Arnault (classe 1949, imprenditore francese, dominus della Louis Vuitton Moët Hennessy, affiliato alla "Three Eyes" e alla "Edmund Burke"). Nicolas Sarkozy (classe 1955, politico, presidente della Repubblica francese dal 2007 al 2012, affiliato alla "Edmund Burke", alla "Geburah", alla "Atlantis-Aletheia", alla "Pan-Europa" e alla "Hathor Pentelpha"). Manuel Valls (classe 1962, già primo ministro francese, iniziato a suo tempo nel Grand Orient de France e poi affiliato alla "Edmund Burke", alla "Compass Star-Rose/Rosa-Stella Ventorum" e alla "Der Ring"). Christian Noyer (classe 1950, banchiere, attuale governatore della Banca di Francia, affiliato alla "Pan-Europa", e alla "Compass Star-Rose/Rosa-Stella Ventorum"). Mark Rutte (classe 1967, primo ministro dei Paesi Bassi dal 2010, affiliato alla "Three Eyes" e alla "Pan-Europa"). Ben van Beurden (classe 1958, top manager olandese, ceo della Royal Dutch Shell, affiliato alla "Geburah" e alla "Der Ring"). Wolfgang Schäuble (classe 1942, Massoni, il libropolitico, attuale ministro delle finanze tedesco, attuale maestro venerabile della "Der Ring", affiliato alla "Joseph de Maistre"). Peter Voser (classe 1958, top manager olandese e ceo della Royal Dutch Shell, affiliato alla "Pan-Europa"). Bill Gates (classe 1955, imprenditore statunitense fondatore della Microsoft, affiliato alla "Compass Star-Rose/Rosa-Stella Ventorum").
(Elenco sintetico di eminenti personalità italiane e internazionali affiliate a superlogge neo-conservatrici e reazionarie, fornito da Marco Moiso sul blog del Movimento Roosevelt e desunto dal libro di Gioele Magaldi "Massoni. Società a responsabilità illimitata. La scoperta delle Ur-Lodges". Secondo Magaldi, già "venerabile" della loggia romana Monte Sion del Grande Oriente d'Italia e poi iniziato alla superloggia sovranazionale progressista "Thomas Paine", le 36 logge madri di cui ha rivelato l'esistenza costituirebbero l'autentico "back-office" del potere mondiale. Nel dopoguerra e fino agli anni '70, sostiene Magaldi, la leadership internazionale è stata esercitata in questo ambito da strutture di orientamento progressista, rooseveltiano e keynesiano, con esiti misurabili in Europa dall'impegno di personaggi come l'inglese William Beveridge, "l'inventore" del welfare, e lo svedese Olof Palme, punta avanzata della miglior socialdemocrazia europea. Poi, dagli anni '80, anche gli esponenti della tradizione socialista – da Blair a D'Alema, da Manuel Valls allo stesso Napolitano – sarebbero stati affiliati a Ur-Lodges di segno neo-feudale e oligarchico, massime interpreti della globalizzazione più vorace e privatizzatrice).

venerdì 5 gennaio 2018

Il grande capo della Nestlé: “Gli esseri umani non hanno il diritto di accedere liberamente all’acqua”


Il presidente Peter Brabeck-Letmathe straccia in un sol colpo i diritti umani e chiede la privatizzazione dell'acqua

Il presidente della multinazionale Nestlé , Peter Brabeck-Letmathe, ha sbattuto la porta in faccia a tutte quelle persone che credono di avere il diritto di accedere all' acqua come diritto essenziale, mentre ne chiede la privatizzazione per i soliti scopi commerciali.
In qualità di CEO di una delle più grandi aziendedi prodotti alimentari del mondo, Brabeck-Letmathe ritiene che la risposta ai problemi globali dell'acqua non sia consentire alle persone i diritti di accesso all'acqua, ma, invece, farli pagare.
In una dichiarazione, ha affermato che "l'acqua non è un diritto pubblico", dichiarando che Nestlé dovrebbe avere il controllo della fornitura mondiale in modo che possano rivenderla alle persone con un profitto. Pare impossibile abbiamo detto noi. E invece no. Guardate attentamente questo video
Secondo questo signore, che amministra la 27° azienda al mondo per fatturato, il diritto ad un bene essenziale come l'acqua è da considerarsi " estremista".

Il passato e presente di Nestlè in tutto il mondo

Questa affermazione è stata coniata dalla meravigliosa società che ha spacciato cibo spazzatura in Amazzonia, ha investito denaro per ostacolare l'etichettatura di prodotti a base di OGM ( nel video si parla in maniera molto leggera della tollerabilità degli OGM ) , ed ha un infausto record negativo alla salubrità dei suoi prodotti per l'infanzia, e ha dispiegato un esercito cibernetico per monitorare le critiche di Internet e modellare le discussioni sui social media.
Abbiamo appreso solo recentemente di uno scandalo che ha convolto la multinazionale svizzera in merito la produzione di noodles in India nel 2016, mentre avevamo parlato diffusamente delle ammissioni di colpa in merito a un processo sulla qualità del loro cibo per animali mentre è stata condannata in altri processi in Italia e nel mondo
Quindi questa è la società di cui dovremmo fidarci per gestire la nostra acqua, nonostante il record di grandi aziende di imbottigliamento come Nestlé che hanno una comprovata esperienza nella creazione di scarsità e di modelli di squilibrio territoriale.
Un esempio? Nella piccola comunità pakistana di Bhati Dilwan, un ex consigliere del villaggio afferma che i bambini stanno soffrendo a causa dell'acqua sporca. Di chi è la colpa? Dice che la ragione è che  il produttore di acqua in bottiglia Nestlé, ha scavato un pozzo profondo che sta privando i locali di acqua potabile. "L'acqua non è solo molto sporca, ma il livello dell'acqua è affondato da 100 a 300 a 400 piedi", dice Dilwan.
Perché? Perché se la comunità avesse acqua fresca nelle condutture pubbliche, priverebbe Nestlé del suo lucroso mercato dell'acqua imbottigliata con il marchio Pure Life.

La visione unilaterale del mondo di Nestlè

Inoltre, le grandi aziende multinazionali di bevande ricevono solitamente privilegi per i servizi idrici (e anche agevolazioni fiscali) per i cittadini perché creano posti di lavoro, che a quanto pare sono più importanti per i governi locali rispetto ai diritti sull'acqua di altri cittadini che pagano le tasse.
Queste società come la Coca Cola e la Nestlé (che imbottiglia il tutta la falda acquifera del Michigan) assorbono milioni di litri d'acqua, lasciando il pubblico a soffrire di carenze.
Nel video sottotitolato in inglese Brabeck discute le sue opinioni sull'acqua, così come alcuni commenti interessanti sulla sua visione della Natura – che è "spietata" – e, naturalmente, l'affermazione grottesca che il cibo biologico è cattivo e GM è fantastico.

La Natura spietata da sottomettere

In effetti, secondo il CEO Nestlèsei essenzialmente un estremista se hai punti di vista opposti ai suoi. Le sue affermazioni sono importanti da interpretare perchè giustificano un mondo intorno a noi trasformato in un ambiente più meccanizzato per allontanare quella natura spietata a cui si riferisce.
La conclusione di questa parte del video è forse la più rivelatrice sulla visione del mondo di Brabeck, in quanto mette in risalto una clip di una delle sue operazioni in fabbrica. Evidentemente, il ruolo salvifico del gruppo Nestlé nel garantire la salute della popolazione globale dovrebbe essere ben accolto, pacificamente e globalmente recepito. Ne sei convinto?
Fonte:  www.ambientebio.it
Originariamente pubblicato da:  www.neonnettle.com

martedì 2 gennaio 2018

Ur-Lodges, gli uomini al comando: la mappa del vero potere

Mario Draghi (classe 1947, presidente della Banca centrale europea dal 2011, affiliato alla "Edmund Burke", alla "Pan-Europa", alla "Compass Star-Rose/Rosa-Stella Ventorum", alla "Three Eyes" e alla "Der Ring"). Giorgio Napolitano (classe 1925, già presidente della Repubblica italiana, affiliato alla "Three Eyes"). Massimo D'Alema, affiliato alla "Pan-Europa" e alla "Compass Star-Rose/Rosa-Stella Ventorum". Mario Monti (classe 1943, economista, senatore a vita e presidente del Consiglio italiano dal 2011 al 2013, affiliato in forma più o meno coperta alla United Grand Lodge of England e alla Ur-Lodge "Babel Tower"). Fabrizio Saccomanni (classe 1942, banchiere, economista, già direttore generale della Banca d'Italia dal 2006 al 2013, dal 2013 al 2014 è stato ministro dell'economia del governo Letta, affiliato alla "Compass Star-Rose/Rosa-Stella Ventorum" e alla "Edmund Burke"). Pier Carlo Padoan (classe 1950, economista, dal 24 febbraio 2014 ministro dell'economia nel governo Renzi e nel governo Gentiloni, affiliato alla "Pan-Europa" e alla "Compass Star-Rose/Rosa-Stella Ventorum").
Gianfelice Rocca (classe 1948, tra i più importanti imprenditori italiani, presidente di Techint e di Assolombarda, affiliato alla "Three Eyes"). Domenico Siniscalco (classe 1954, economista, banchiere, già ministro dell'economia dal 2004 al 2005, affiliato Padoan, Draghi e Viscoalla "Edmund Burke"). Giuseppe Recchi (classe 1964, top manager, affiliato alla "Three Eyes"). Marta Dassù (classe 1955, saggista, già sottosegretaria e viceministra degli affari esteri, attualmente nel cda di Finmeccanica, affiliata alla "Three Eyes"). Corrado Passera (classe 1954, banchiere, manager, politico, già ministro dello sviluppo economico dal 2011 al 2013 nel governo Monti, affiliato alla "Atlantis-Aletheia"). Ignazio Visco (classe 1949, economista, governatore della Banca d'Italia dal 2011, affiliato alla "Edmund Burke"). Enrico Tommaso Cucchiani (classe 1950, banchiere e top manager, affiliato alla "Three Eyes"). Alfredo Ambrosetti (classe 1931, economista, fondatore e presidente emerito di The European House-Ambrosetti, affiliano alla "Pan-Europa").
Carlo Secchi (classe 1944, economista e politico, affiliato alla "Three Eyes", alla "Pan-Europa" e alla "Babel Tower"). Emma Marcegaglia (classe 1965, imprenditrice e top manager, affiliata alla "Pan-Europa"). Matteo Arpe (classe 1964, banchiere e top manager, affiliato alla "Edmund Burke"). Vittorio Grilli (classe 1957, economista, direttore generale del ministero del Tesoro dal 2005 al 2011 e ministro dell'economia con il governo Monti, affiliato alla "Compass Star-Rose/Rosa-Stella Ventorum"). Giampaolo Di Paola (classe 1944, ammiraglio, ministro della difesa dal 2011 al 2013 con il governo Monti, affiliato alla Al-Baghdadi"Compass Star-Rose/Rosa-Stella Ventorum"). Federica Guidi (classe 1969, imprenditrice, già ministro dello sviluppo economico del governo Renzi, affiliata alla "Three Eyes").
Angela Merkel (classe 1954, politica, cancelliera tedesca dal 2005, affiliata alla "Golden Eurasia", alla "Valhalla" e alla "Parsifal"). Vladimir Putin (classe 1952, attuale presidente della Federazione Russa, affiliato alla "Golden Eurasia"). Christine Lagarde (classe 1956, avvocatessa e politica francese, direttrice del Fondo Monetario Internazionale, affiliata alla "Three Eyes" e alla "Pan-Europa"). George W. Bush (classe 1949, presidente degli Stati Uniti dal 2001 al 2009, affiliato alla "Hathor Pentalpha"). Michael Ledeen (classe 1941, giornalista, intellettuale e politologo statunitense, affiliato alla "White Eagle" alla "Hathor Pentalpha"). Condoleezza Rice (classe 1954, politica, affiliata alla "Three Eyes" e alla "Hathor Pentalpha", già esponente di punta dell'amministrazione Bush). Abu Bakr Al-Baghdadi (classe 1971, terrorista iracheno, leader dell'Isis e Califfo dell'autoproclamato Stato islamico, affiliato alla "Hathor Pentalpha").
José Manuel Durão Barroso (classe 1956, portoghese, docente universitario, politico, presidente della Commissione Europea dal 2004 al 2014, affiliato alla "Pan-Europa" e alla "Parsifal"). Olli Rehn (classe 1962, politico finlandese, già vicepresidente della Commissione Europea, affiliato alla "Pan-Europa" e alla "Babel Tower"). Tony Blair (classe 1953, premier britannico dal 1997 al 2007, affiliato alla "Edmund Burke" e poi alla "Hathor Pentalpha"). David Cameron (classe 1966, premier britannico dal 2010, affiliato alla "Edmund Burke" e alla "Geburah"). Pedro Passos Coelho (classe 1964, primo ministro del Portogallo dal 2011, affiliato alla "Three Eyes", alla "Edmund Burke" e alla "White Eagle"). Mariano Rajoy (classe 1955, primo ministro della Spagna dal 2011, affiliato alla "Pan-Europa", alla "Valhalla" e alla "Parsifal"). Antonis Samaras (classe 1951, politico, già primo Mariano Rajoyministro della Grecia, affiliato alla "Three Eyes"). Jean-Claude Trichet (classe 1942, economista e banchiere francese, presidente della Bce dal 2003 al 2011, affiliato alla "Pan-Europa", alla "Babel Tower" e alla "Der Ring".
Bernard Arnault (classe 1949, imprenditore francese, dominus della Louis Vuitton Moët Hennessy, affiliato alla "Three Eyes" e alla "Edmund Burke"). Nicolas Sarkozy (classe 1955, politico, presidente della Repubblica francese dal 2007 al 2012, affiliato alla "Edmund Burke", alla "Geburah", alla "Atlantis-Aletheia", alla "Pan-Europa" e alla "Hathor Pentelpha"). Manuel Valls (classe 1962, già primo ministro francese, iniziato a suo tempo nel Grand Orient de France e poi affiliato alla "Edmund Burke", alla "Compass Star-Rose/Rosa-Stella Ventorum" e alla "Der Ring"). Christian Noyer (classe 1950, banchiere, attuale governatore della Banca di Francia, affiliato alla "Pan-Europa", e alla "Compass Star-Rose/Rosa-Stella Ventorum"). Mark Rutte (classe 1967, primo ministro dei Paesi Bassi dal 2010, affiliato alla "Three Eyes" e alla "Pan-Europa"). Ben van Beurden (classe 1958, top manager olandese, ceo della Royal Dutch Shell, affiliato alla "Geburah" e alla "Der Ring"). Wolfgang Schäuble (classe 1942, Massoni, il libropolitico, attuale ministro delle finanze tedesco, attuale maestro venerabile della "Der Ring", affiliato alla "Joseph de Maistre"). Peter Voser (classe 1958, top manager olandese e ceo della Royal Dutch Shell, affiliato alla "Pan-Europa"). Bill Gates (classe 1955, imprenditore statunitense fondatore della Microsoft, affiliato alla "Compass Star-Rose/Rosa-Stella Ventorum").
(Elenco sintetico di eminenti personalità italiane e internazionali affiliate a superlogge neo-conservatrici e reazionarie, fornito da Marco Moiso sul blog del Movimento Roosevelt e desunto dal libro di Gioele Magaldi "Massoni. Società a responsabilità illimitata. La scoperta delle Ur-Lodges". Secondo Magaldi, già "venerabile" della loggia romana Monte Sion del Grande Oriente d'Italia e poi iniziato alla superloggia sovranazionale progressista "Thomas Paine", le 36 logge madri di cui ha rivelato l'esistenza costituirebbero l'autentico "back-office" del potere mondiale. Nel dopoguerra e fino agli anni '70, sostiene Magaldi, la leadership internazionale è stata esercitata in questo ambito da strutture di orientamento progressista, rooseveltiano e keynesiano, con esiti misurabili in Europa dall'impegno di personaggi come l'inglese William Beveridge, "l'inventore" del welfare, e lo svedese Olof Palme, punta avanzata della miglior socialdemocrazia europea. Poi, dagli anni '80, anche gli esponenti della tradizione socialista – da Blair a D'Alema, da Manuel Valls allo stesso Napolitano – sarebbero stati affiliati a Ur-Lodges di segno neo-feudale e oligarchico, massime interpreti della globalizzazione più vorace e privatizzatrice).

domenica 10 dicembre 2017

Trump pronto a dichiarare Gerusalemme capitale d’Israele


L'annuncio del presidente Usa è previsto con ogni probabilità domani. I paesi arabi: "Avrà conseguenze pericolose". I palestinesi dell'Olp: "Colpo di grazia alla soluzione a due stati". Hamas invoca una "nuova Intifada". In stand by, almeno per ora, lo spostamento dell'ambasciata Usa nella Città santa


Gerusalemme (Foto: Reuters)

Gerusalemme (Foto: Reuters)
della redazione
Roma, 5 dicembre 2017, Nena News – L'amministrazione statunitense ha annunciato ieri di non aver ancora stabilito se trasferirà o meno l'ambasciata Usa a Gerusalemme, nonostante la data limite per prendere una decisione in merito sia stata ormai superata. "Nessun provvedimento sarà preso oggi. Decideremo nei prossimi giorni" ha detto laconicamente un portavoce della Casa Bianca.
Secondo la legge americana, essendo andati oltre i termini legali per firmare il rinvio, potrebbe essere ora il Congresso Usa a imporre al presidente di trasferire l'ambasciata a Gerusalemme. Non solo: il Congresso potrebbe anche tagliare i finanziamenti del Dipartimento di Stato se l'amministrazione americana non dovesse rispettare quanto previsto nell'"Atto dell'ambasciata di Gerusalemme" del 1995 che impone lo spostamento nella Città santa della sede diplomatica americana. Tuttavia, al momento, lo scenario più probabile è che i repubblicani (maggioranza al Congresso) diano qualche altro giorno di tempo a Trump per prendere la sua decisione finale sulla questione. Le opzioni che ha il presidente sono due: o dare luce verde al trasferimento dell'ambasciata rispettando così quanto ha più volte annunciato in campagna elettorale. O, scenario più concreto, rinviare la discussione di altri sei mesi come hanno fatto negli ultimi due decenni tutti i presidenti a stelle e strisce.
L'esitazione statunitense potrebbe essere stata in qualche modo influenzata anche dalle dichiarazioni di diversi attori mondiali e regionali. Ieri il presidente francese Emmanuel Macron avrebbe espresso a Trump la sua "preoccupazione" per l'eventuale mossa unilaterale di Washington di dichiarare Gerusalemme capitale d'Israele. Secondo il leader francese, il suo status "deve essere affrontato nei negoziati di pace tra israeliani e palestinesi che devono dare vita a due stati, Israele e la Palestina, che vivano in pace e sicurezza l'uno a fianco dell'altro con Gerusalemme come capitale".
Dopo giorni di silenzio, ieri ha parlato anche l'Arabia Saudita. Riyadh, per bocca dell'ambasciatore saudita Khalid bin Salman, ha detto che qualunque annuncio americano sullo status della città senza un accordo definitivo sulla questione israelo-palestinese danneggerà il processo di pace e aumenterà le tensioni regionali. "L'Arabia Saudita – ha sottolineato – continua a sostenere il popolo palestinese e ciò è stato riferito all'amministrazione Usa". Le dichiarazioni di Macron e di Khalid bin Salman erano state anticipate domenica da quelle dei ministri degli esteri egiziano e giordano durante i loro incontri con il Segretario di stato Usa Rex Tillerson.
L'annuncio su Gerusalemme è previsto per domani: se Trump sembra "cedere" da un lato (e per il momento) sull'affair ambasciata, appare infatti molto intenzionato a riconoscere la città come capitale dello stato ebraico. Incluso il suo settore orientale (quello arabo) occupato dall'esercito israeliano nel 1967 e rivendicato dai palestinesi. La questione sarà al centro della riunione di "emergenza" convocata per oggi dalla Lega araba. Un simile vertice è stato convocato anche dall'Organizzazione per la cooperazione islamica (OIC).
Gli ufficiali palestinesi di Ramallah hanno ribadito in questi giorni come questo riconoscimento metterebbe fine ai negoziati di pace. Il portavoce del presidente Abbas, Nabil Abu Rudeinah ha dichiarato sabato che una eventuale decisione di Trump in tal senso rappresenterebbe uno sviluppo pericoloso che destabilizzerebbe la regione mediorientale. Per Husam Zomlot dell'Olp (Organizzazione per la liberazione della Palestina) tale atto sarebbe "il colpo di grazia alla soluzione a due stati" e avrebbe "conseguenze catastrofiche". Dal canto suo, invece, Hamas ha invocato "una nuova Intifada" per fermare questa "cospirazione". Abu Mazen e il leader islamista, Ismail Haniye, si sono trovati d'accordo sulla necessità di tenere una manifestazione a Gerusalemme che "unifichi gli sforzi del popolo palestinese".
La Giordania, che si proclama custode dei luoghi santi islamici di Gerusalemme, con il suo ministro degli esteri Ayman Safadi ha parlato di "pericolose conseguenze" politiche qualora l'annuncio di Trump dovesse essere implementato. Incontrando a Washington domenica il Segretario alla difesa Usa James Mattis, il re giordano Abdallah ha spiegato che questa decisione americana rafforzerà i gruppi terroristici attivi in Medio Oriente e farà collassare l'iniziativa di pace a cui sta lavorando l'amministrazione Trump.
Quel che non spiega il re è però in che cosa consista questa "iniziativa di pace" trumpiana. L'annuncio di Gerusalemme come capitale d'Israele, infatti, rientra in un piano più grande previsto dall'amministrazione Usa con cui gli americani provano a ridisegnare il Medio Oriente in chiave anti-Iran attraverso una stretta alleanza tra Israele e Arabia saudita. In tale scenario, la questione palestinese diventerebbe ancora più marginale rispetto al conflitto contro il "nemico sciita".
La normalizzazione dei rapporti tra lo stato ebraico e i paesi arabi è ormai sempre più alla luce del sole. La monarchia saudita nega però qualunque "normalizzazione" con Tel Aviv e smentisce le ultime rivelazioni del New York Times secondo cui il principe ereditario Mohammed bin Salman avrebbe chiesto al presidente palestinese Abbas di proclamare il villaggio di Abu Dis (nel governorato di Gerusalemme, oltre il Muro costruito da Israele in Cisgiordania) capitale di un futuro stato di Palestina in cambio di cospicui aiuti finanziari. Una proposta simile fu avanzata nel 1995 proprio dallo stesso Abbas e dall'ex ministro israeliano Beilin. Abu Dis, si disse allora, sarebbe diventata la "capitale temporanea" della Palestina. La realtà avrebbe raccontato poi un'altra storia, eppure ad Abu Dis i lavori di costruzioni del Parlamento palestinese furono davvero avviati. Nena News

To see the article visit nena-news.it

giovedì 23 novembre 2017

Nexus Edizioni: "KALERGI" di Matteo Simonetti


NUOVA USCITA!!

KALERGI

La prossima scomparsa degli europei

di Matteo Simonetti
Un saggio che rivela la storia nascosta dell'Unione Europea, la quale sin dalle origini nasce come opera antidemocratica delle élite finanziarie contro i popoli europei. Attraverso l'analisi degli scritti, del pensiero e delle azioni del conte Kalergi, considerato il Padre dell'Europa, vi sarà mostrato il ruolo della massoneria, degli Stati Uniti e dei loro sodali europei e dei banchieri di origine ebraica, nella distruzione del nostro continente. Si tratta di una distruzione che investe i suoi capisaldi culturali, la sua economia, fino alla sostituzione etnica degli stessi europei, perpetrata ad uso e consumo del mercato e dei suoi dominatori. Partendo dal contesto politico che segue la prima guerra mondiale, lo sguardo dell'autore giunge all'oggi, osservando criticamente una intera teoria di personaggi della cultura e della politica impegnati in questo compito genocida. Immersi in una realtà di debito pubblico, tagli al sociale, colonizzazioni economiche, azzeramento delle identità culturali – perché tale guazzabuglio è questa Europa dell'Euro - possiamo difendercene soltanto conoscendone la genesi.

L'AUTORE

Matteo Simonetti, nato nel 1971, vive a Potenza Picena. Docente liceale di storia e filosofia, giornalista pubblicista per varie testate nazionali quali Secolo d'Italia e Indipendente, nonché per altre riviste culturali tra cui Il Borghese e Percorsi di Cultura Politica, è autore di diversi saggi di carattere storico, politico e filosofico tra cui Stasera dirige Nietzsche, Demonocrazia, Hannah l'antisemita. Si occupa degli aspetti socio-politici delle produzioni artistiche e culturali per giungerne all'analisi politica vera e propria. Già cultore della materia in Storia delle Relazioni Internazionali presso l'Università di Teramo e docente del Master "E. Mattei" sul Vicino e Medio Oriente, svolge da anni un'intensa attività di conferenziere in tutta Italia. È attivo anche in rete, con la pubblicazione di articoli e video interventi per siti quali Il Giornale del Ribelle e Byoblu. Suoi attuali campi di indagine sono la manipolazione della massa attraverso i media, il linguaggio e i nuovi tabù del pensiero unico.

PREFAZIONE DELL'AUTORE A QUESTA NUOVA EDIZIONE

Da quando un paio di anni fa uscì la prima edizione di questo mio testo, il nome e l'operato di Kalergi è giunto a molte più orecchie e cervelli rispetto a quanto non fosse successo fino ad allora. Non posso sapere in che misura, ma credo di aver dato un contributo determinante in tal senso. Se è vero che oggi la percentuale della popolazione sensibile a questa tematica è ancora minima, è anche vero che si è parlato di Kalergi persino nella televisione generalista.
Mentre scrivo, qualche "pezzo grosso" del giornalismo sta derubricando il Piano Kalergi a bufala, a fakenews, a visione complottista, senza – manco a dirlo – aver letto nulla di ciò che ormai è noto circa questa parte della storia europea. Contemporaneamente si sta definendo un sistema orwelliano di psicopolizia che intende colpire pecuniariamente e con la detenzione chi questi temi, additati ovviamente come 'bufale', li sottopone a critica e revisione da anni, dimostrando che si tratta di fatti storici e non di squinternate teorie complottiste. Secondo i nuovi indirizzi legislativi, l'accusa di complottismo dovrebbe essere certificata da non si sa quale commissione di esperti, in pieno dispregio delle regole democratiche della libertà di opinione, del pluralismo, della libertà di ricerca e via dicendo.
Tutto ciò è paradossale. La democrazia, per difendersi da immaginari aggressori, ripudia se stessa tra gli applausi dei demoprogressisti. Uno spettacolo davvero pietoso.
Politici servi del potere economico, ignoranti quando non in malafede, masse obnubilate dalla pappa pronta dei libri di testo scolastici e dai talk show televisivi, fanno a gara a chi la spara più grossa. Da un lato accettano senza remore false flag come l'incendio del Reichstag e l'incidente di Gleiwitz...



, , ,

venerdì 6 ottobre 2017

Fittipaldi: “Ho trovato un documento uscito dal Vaticano”

Dossier Vaticano Emanuela Orlandi

Nuovo articolo pubblicato nel Blog di Emanuela Orlandi, buona lettura.

Fittipaldi: "Ho trovato un documento uscito dal Vaticano"
Documento di cinque fogli: Resoconto sommario delle spese sostenute dallo Stato Città del Vaticano per le attività relative alla cittadina Emanuela Orlandi (Roma 14 gennaio 1968)
Alle 02,06 del 18 settembre 2017 sulla bacheca del giornalista Emiliano FITTIPALDI compare il seguente post:
 Ho trovato un documento uscito dal Vaticano. Ci ho lavorato mesi, e ho pubblicato un libro, "Gli impostori", che uscirà tra qualche giorno.
Il documento choc è un riassunto di tutte le note spese per un presunto "allontanamento domiciliare" di Emanuela Orlandi. La ragazzina che viveva nella Santa Sede scomparsa nel 1983. Leggendo il resoconto e seguendo le tracce delle uscite della nota, che l'estensore attribuisce al cardinale Lorenzo Antonetti, sembra che il Vaticano abbia trovato la piccola rapita chissà da chi, e che abbia deciso di «trasferila» in Inghilterra, a Londra. In ostelli femminili. Per 14 anni le avrebbe pagato «rette, vitto e alloggio», «spese mediche», «spostamenti». Almeno fino al 1997, quando l'ultima voce parla di un ultimo trasferimento in Vaticano e «il disbrigo delle pratiche finali».
Delle due l'una: o il documento è vero, e apre squarci clamorosi e impensabili sulla storia della Orlandi. O è un falso, un apocrifo che segna una nuova violenta guerra di potere tra le sacre mura. Ma chi può aver costruito un simile resoconto? La mia inchiesta, anticipata da 
Repubblica e L'Espresso.
Il giornalista, sulle pagine dei quotidiani, continua:
Il documento, che esce certamente dal Vaticano, anche se non protocollato e privo di firma del suo estensore, pare verosimile. Ma quasi incredibile nel suo contenuto. Dunque, delle due l'una: o è vero, e allora apre per la prima volta squarci impensabili e clamorosi su una delle vicende più oscure della Santa Sede. O è un falso, un documento apocrifo, che mischia con grande abilità tra loro elementi veritieri che inducono il lettore ad arrivare a conclusioni errate.
In entrambi i casi, il pezzo di carta che ho in mano è inquietante. Perché, fosse un documento non genuino, significherebbe che gira da almeno tre anni un dossier devastante fabbricato ad arte per aprire una nuova stagione di ricatti e di veleni in Vaticano. Chi e quando avrebbe costruito un simile documento, che come vedremo contiene dettagli, indirizzi, nomi e circostanze molto particolari che solo un soggetto "interno" alla Città Santa poteva conoscere così bene? Se non è davvero stato scritto dal cardinale Antonetti, chi l'ha redatto con tale maestria, e chi l'ha poi messo, anni fa, nella cassaforte della Prefettura?
Difficile rispondere ora a queste domande. Ma è chiaro che, se il documento fosse falso, la Gendarmeria guidata da Domenico Giani avrà parecchio da lavorare. Il report fasullo potrebbe essere rimasto nascosto per anni in qualche cassetto, mai usato (almeno fino ad ora) e infine dimenticato. O potrebbe essere stato costruito ad hoc più di recente, dopo il furto del marzo del 2014, e restituito dai ladri insieme ad altri documenti certamente veritieri. Ma se è così, perché monsignor Abbondi non ha detto davanti ai magistrati di papa Francesco che lo interrogavano sul contenuto del plico anonimo con i documenti rubati che era tornato, tra gli altri, anche un dossier sulla Orlandi che non aveva mai visto, e quindi forse fasullo? Perché ha parlato genericamente di carte "sgradevoli"?
Video Player
00:00
00:00
È pure evidente, però, che il report non spiega chiaramente cosa sia accaduto alla ragazzina che amava le canzoni di Gino Paoli, né accusa con nome e cognome qualcuno di responsabilità specifiche sul rapimento e sulla fine di Emanuela. Per quanto incredibile, cerco di costringermi a pensare che il documento possa essere anche una lettera autentica. Il report di un burocrate, il cardinale Antonetti appunto, che rendiconta minuziosamente ai due destinatari tutte le spese sostenute per "l'allontanamento domiciliare" della Orlandi, spese divise per quattro archi temporali definiti. Una pratica obbligatoria nei servizi segreti di ogni Stato del pianeta: alla fine di un'operazione, anche quelle in cui vengono usati fondi neri, i responsabili devono presentare il consuntivo di ogni spesa effettuata ai superiori.
La missiva è "presentata in triplice copia", come si usa fare da sempre in Vaticano anche per i documenti riservati (uno va ai destinatari dei vari dicasteri coinvolti, un altro resta nell'archivio dell'Apsa). Stavolta una copia è finita anche negli archivi della Prefettura degli affari economici, cioè il ministero della Santa Sede che aveva il compito di supervisionare le uscite dei vari enti vaticani. Non è una stranezza: nell'enorme armadio blindato che i ladri hanno aperto nel marzo del 2014 ci sono migliaia di documenti provenienti anche da altri enti vaticani. Tra cui, per esempio, le lettere di Michele Sindona spedite non in Prefettura, ma ai cardinali presidenti di pontifice commissioni.
Fosse veritiero, dunque, il rendiconto datato marzo 1998, pur in assenza delle 197 pagine di fatture, darebbe indicazioni e notizie sbalorditive che potrebbero aiutare a dipanare la matassa di un mistero irrisolto dal 1983. Perché dimostrerebbe, in primis, l'esistenza di un dossier sulla Orlandi mandato alla segreteria di Stato, mai consegnato né discusso con le autorità italiane che hanno investigato per decenni senza successo sulla scomparsa della ragazzina. Perché evidenzierebbe come la chiesa di Giovanni Paolo II abbia fatto investimenti economici importanti su un'attività investigativa propria, sia in Italia sia all'estero, i cui risultati sono a oggi del tutto sconosciuti. Perché il dossier citerebbe un fantomatico "Commando1" guidato direttamente da Agostino Casaroli, potente segretario di Stato della Santa Sede, forse un gruppo di persone composto da pezzi dei servizi segreti vaticani (il corpo della Gendarmeria ha funzioni di ordine pubblico e di polizia giudiziaria, ma svolge anche lavoro di intelligence per la sicurezza dello stato) che ha preso parte alle attività successive alla scomparsa della ragazza.
Ma, soprattutto, il resoconto diventa clamoroso quando mostra come tra il 1983 e la fine del 1984 il Vaticano, dopo indagini autonome, avrebbe investe in un primo "spostamento" la bellezza di 4 milioni di lire.
Video Player
00:00
00:00
Video "askanews" del 18 set 2017
Il dossier sintetizza gli esborsi sostenuti dal Vaticano dal 1983 al 1997. La somma totale investita nella vicenda Orlandi è ingente: oltre 483 milioni, quasi mezzo miliardo di lire.
L'elenco riempie pagina due, tre, quattro e, in parte, cinque del rendiconto. La prima voce riguarda il pagamento di una "fonte investigativa presso Atelier di moda Sorelle Fontana". La Orlandi, nell'ultima telefonata alla famiglia prima della sparizione, aveva in effetti detto che qualcuno le aveva proposto di pubblicizzare i prodotti di una marca di cosmetici, la Avon, durante una sfilata delle stiliste Fontana. Per la fonte, la Santa Sede aveva sborsato 450.000 lire. C'era un'altra spesa per la "preparazione all'attività investigativa estera" costata altre 450.000 lire, uno "spostamento" da ben 4 milioni di lire e, soprattutto, le "rette vitto e alloggio 176 Chapman Road Londra".
Chi ha scritto il documento, come vedremo, aveva digitato male l'indirizzo: a quello giusto c'è la sede londinese dei padri scalabriniani, la congregazione dei missionari di San Carlo fondata nel 1887 da Giovanni Battista Scalabrini. Dagli anni sessanta gestiscono un ostello della gioventù destinato esclusivamente a ragazze e studentesse. Nel periodo 1983-1985, per le rette, erano stati versati 8 milioni di lire. Il prezzo giusto, mi dico, per ospitare una persona in quell'arco temporale (per dare un ordine di misura, nel 1983, secondo i dati storici della Banca d'Italia, lo stipendio medio di operai e impiegati era di circa 500.000, 600.000 lire nette al mese).
La prima pagina si chiude con i costi per l'"indagine formale in collaborazione con Roma" (23 milioni) e con la misteriosa "attività di indagine riservata extra 'Commando 1', direzione diretta Cardinale Casaroli", per una cifra di 50 milioni di lire. Agostino Casaroli era il segretario di Stato che nella vicenda Orlandi ha avuto un ruolo importante, soprattutto all'inizio.
La nota, nella seconda e nella terza pagina, racconta i costi sostenuti per l'"allontanamento domiciliare" di Emanuela nel periodo "febbraio 1985-febbraio 1988". Si elencano dispendiosi viaggi a Londra di esponenti vaticani di altissimo livello, soldi investiti per la "attività investigativa relativa al depistaggio", spese mediche in ospedali e fatture per specialisti in "ginecologia". Si parla di "un secondo" e di "un terzo trasferimento", di decine di milioni di lire per "rette omnicomprensive" di vitto e alloggio.
Gli anni scorrono. Arrivo all'ultima pagina. Il documento segnala che il resoconto dei costi per le attività relative alla cittadina Orlandi e al suo "allontanamento domiciliare" si riferisce stavolta al periodo "aprile 1993-luglio 1997". Le voci del quadriennio sono solo tre: oltre alle solite rette (con "il dettaglio mensile e annuale in allegato 22") e ad altre "spese sanitarie forfettarie", figura il capitolato finale. Mi si gela il sangue: "Attività generale e trasferimento presso Stato Città del Vaticano, con relativo disbrigo pratiche finali: L. 21.000.000".
La lista finisce qui, ma in fondo alla quinta pagina il mittente aggiunge una postilla. "Il presente documento è presentato in triplice copia, per dovuta conoscenza ad entrambi i destinatari, si rimanda a documentazione allegata sulle modalità di redazione. Non si espleta funzione di protocollazione come da richiesta. APSA è sollevata dalla custodia della documentazione allegata presentata in originale. In fede, Lorenzo Cardinale Antonetti. Stato Città del Vaticano, A.D. 1998, mese di marzo giorno 28."
Copyright © 2017 blog nonprofit emanuelaorlandi.altervista.org, All rights reserved.