mercoledì 11 maggio 2022

La fine del dominio occidentale, di Thierry Meyssan

Le sanzioni occidentali contro la Russia, decise unilateralmente da Washington, sono presentate come giusta punizione per l’aggressione all’Ucraina. Ma, a prescindere dalla loro illegalità dal punto di vista del diritto internazionale, tutti possono vedere che non raggiungono l’obiettivo. Di fatto gli Stati Uniti stanno isolando l’Occidente nella speranza di preservare la loro egemonia sugli alleati.


Secondo Tucidide, Sparta e Atene avevano gli stessi obiettivi e questo rendeva la guerra inevitabile. La classe dirigente russa e quella cinese aspirano invece a un mondo multipolare, ove ciascun Paese possa coltivare le proprie ambizioni. Questo eliderebbe la ragione di farsi guerra.

Gli Stati Uniti, che parteciparono tardivamente alle due guerre mondiali e non subirono perdite sul proprio territorio, ne uscirono comunque vincitori. Eredi degli imperi europei, hanno elaborato un sistema di dominio attribuendosi il ruolo di “gendarmi del mondo”. Tuttavia la loro fragile egemonia non poteva resistere all’espansione delle grandi nazioni. Dal 2012 alcuni politologi cominciarono a parlare di «trappola di Tucidide», in analogia con la spiegazione dello stratega greco delle guerre fra Sparta e Atene: l’ascesa della Cina avrebbe reso inevitabile lo scontro con gli Stati Unit. Diventata la Cina la prima potenza economica mondiale e la Russia la prima potenza militare, Washington ha deciso di combatterle, prima l’una poi l’altra.

È questo il contesto in cui collocare la guerra in Ucraina. Washington presenta il conflitto come «aggressione russa», adotta sanzioni imponendole agli alleati. La prima spiegazione che viene in mente è che gli Stati Uniti, consapevoli di essere militarmente inferiori ma superiori economicamente, abbiano scelto il campo su cui combattere. L’analisi delle forze in gioco e delle misure adottate contraddice tuttavia quest’interpretazione.

martedì 10 maggio 2022

DOPO L’ORRORE di Toni Capuozzo


La prima domanda che mi sono fatto è : pensi che sia impossibile che i russi, ritirandosi, abbiano fatto, per vendetta e odio, una strage di civili ? Non lo ritengo impossibile, ho visto troppe volte che la guerra porta a dare il peggio di sé. La seconda domanda è stata: pensi che sia impossibile che gli ucraini, aggrediti, bisognosi di aiuto, ansiosi di coinvolgere la comunità internazionale, abbiano “costruito” la scena ? Ho una lunga esperienza, dal Kossovo al Libano, da Betlemme a Belgrado, di situazioni forzate, modificate, usate: in guerra ogni mezzo è buono. In più, in questo caso, ci sono i precedenti della ragazza di Mariupol (diceva la verità allora, o la dice adesso ?), il mistero del teatro di Mariupol, i numeri che vengono forniti dalle Nazioni Unite e dagli ucraini su vittime civili e perdite militari russe (sarebbero morti 400 militari russi per ogni civile ucciso….). Il mestiere del giornalista è farsi domande, anche quelle scomode. E allora mi ha sorpreso una sequenza di date:
– il 30 marzo le truppe di Putin abbandonano Bucha
– il 31 marzo il sindaco, davanti al municipio, rilascia una dichiarazione orgogliosa, sul giorno storico della liberazione. Non parla di vittime per le strade.
-il 31 marzo Maxar Technologies pubblica le foto satellitari che rivelano l’esistenza di fosse comuni attorno alla chiesa. E’ una scoperta che poteva essere fatta a terra: è la fossa che pietosamente gli abitanti del posto hanno iniziato a scavare il 10 marzo per seppellirvi i propri morti nella battaglia – siamo poco lontani dall’aeroporto di Hostomel- in cui nessuno avrebbe fatto distinzioni tra civili e militari.

lunedì 9 maggio 2022

HUNTER BIDEN / TUTTI I “DIRTY BUSINESS” DEL FIGLIO DI JOE CON I BIOLABORATORI UCRAINI


Hunter Biden, figlio del presidente degli Stati Uniti Joe Biden, è direttamente coinvolto in operazioni di finanziamento per alcuni progetti portati avanti nei biolaboratori militari (e segreti) attivati dal Pentagono in Ucraina.

La notizia è deflagrante, esplosiva, al pari delle bombe che in queste settimane popolano i cieli del martoriato paese, diventato negli ultimi anni terra di conquista per gli americani, soprattutto sul fronte delle più che pericolose ricerche biologiche, spesso condotte con l’uso di cavie umane, ossia ignari cittadini ucraini.

Non basta. Perché Hunter Biden ha coltivato per anni, a partire   dal 2014, grossi rapporti politici e soprattutto d’affari con il re del gas in Ucraina, Ihor Kolomoysky, il super oligarca che ha ‘creato’ a botte da milioni di dollari il comico Volodymir Zelensky, per poi proiettarlo sulla scena politica fino a farlo eleggere presidente.

venerdì 6 maggio 2022

“Memorandum 200”: il genocidio diventa politica estera americana


Nel 1965, il presidente degli USA, Lyndon Baines Johnson, dichiarava che 5 dollari investiti nel controllo della popolazione valevano quanto 100 dollari investiti nello sviluppo economico.
Nixon il 18 luglio 1969 in un messaggio al Congresso sulla popolazione, sottolineava: «Crediamo che le Nazioni Unite (...) dovranno prendere l’iniziativa di reagire contro la crescita della popolazione mondiale. Gli Stati Uniti collaboreranno interamente ai loro programmi in questo senso. Sono fortemente impressionato dalla forza del recente rapporto, prodotto dal gruppo di specialisti dell'Associazione delle Nazioni Unite, di cui John Davidson Rockefeller III è il presidente».

Nel 1970, l’Amministrazione Nixon emise una direttiva che chiedeva una serie di studi per la diminuzione della popolazione mondiale.

mercoledì 4 maggio 2022

Lo spygate e la guerra tra bande nello stato profondo Italiano


La vecchia massima in voga tra gli antichi romani Excusatio non petita, accusatio manifesta” è spesso fonte di pura verità.

Ed è a questa massima verso la quale il pensiero è immediatamente corso quando ieri, praticamente dal nulla, è spuntato un tweet di Matteo Renzi, nel quale l’ex presidente del Consiglio si affannava a prendere le distanze dal caso del cosiddetto Spygate.

Lo spygate è una intricata vicenda di spionaggio internazionale che aveva come preciso scopo quello di incastrare Donald Trump nel 2016, e di associarlo falsamente al Cremlino.

È un piano eversivo che è stato concepito negli ambienti dello stato profondo di Washington che sarebbe ricorso all’aiuto di un altro stato profondo, quello italiano che ha un legame a doppio filo con il primo dal 1945 in poi.

Altre volte, Renzi aveva risposto alle accuse di aver coinvolto i servizi segreti italiani in questa operazione che vedeva nei suoi principali ispiratori l’ex presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, e Hillary Clinton, ex segretario di Stato.

La differenza però questa volta sta nel fatto che nessuno sembra aver chiamato direttamente in causa Renzi per un suo eventuale coinvolgimento in questo piano eversivo ai danni di Donald Trump.