lunedì 7 giugno 2021

Rete Voltaire: I principali titoli della settimana 1 giu 2021



Rete Voltaire
Focus
 
 



In breve

 
A Londra manifestazioni contro il Passaporto Covid
 

 
La Danimarca ha spiato i dirigenti europei per conto degli USA
 

 
Personalità nere contro il razzismo del NYT e del Partito Democratico
 

 
Bashar al-Assad vota sotto le recriminazioni degli Occidentali
 

 
Le automobili tedesche e la penuria d'acqua in Guinea
 

 
L'ayatollah Khamenei preseleziona il futuro presidente iraniano
 

 
Due pesi e due misure nell'affare Protasevich
 

 
L'amministrazione Biden aveva anticipato il conflitto Hamas-Lidkud
 

 
Negli Stati Uniti, la situazione sanitaria è migliore negli Stati che non hanno imposto misure anti-Covid
 

 
Il Pentagono ha costituito Forze Speciali segrete più potenti di quelle della CIA (Newsweek)
 
Controversie
 
 

 
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LA SVEZIA VERSO L’ADDIO AI TEST PCR COME DIAGNOSI COVID19 [feedly]


Guida sui criteri per la valutazione dell’assenza di infezioni in covid-19

L’Agenzia svedese per la sanità pubblica ha sviluppato criteri nazionali per valutare l’assenza di infezioni nel covid-19.

La tecnologia PCR utilizzata nei test per rilevare i virus non è in grado di distinguere tra virus in grado di infettare cellule e virus che sono stati neutralizzati dal sistema immunitario e pertanto questi test non possono essere utilizzati per determinare se qualcuno è contagioso o meno. L’RNA dei virus può spesso essere rilevato per settimane (a volte mesi) dopo la malattia, ma non significa che sei ancora contagioso. Esistono anche diversi studi scientifici che suggeriscono che l’infettività di covid-19 è massima all’inizio del periodo della malattia.

domenica 6 giugno 2021

Byoblu Newsletter 28 maggio 2021: Vogliamo ridare al mondo la sua barchetta



Vogliamo ridarvi la barchetta!

È difficile pensare che esista qualcosa di cui la gente ha così tanto bisogno, e di cui si fida così tanto, da finanziarla direttamente, con le proprie tasche. Il mondo è abituato a far girare tutto intorno ai soldi. Chi fonda un'azienda, lo fa per guadagnare. Chi fonda una televisione lo fa per avere il controllo, per esercitare un potere, investe decine di milioni di euro, senza badare a spese. E non gli importa di essere in perdita, perché i soldi che apparentemente perde da una parte, li guadagna - dieci volte tanto - dall'altra, attraverso il controllo sulla politica.

Così, vai a spiegare a una banca perché ci sono migliaia di persone che mandano soldi spontaneamente a qualcuno. Non ci credono. Non ci sono abituati. È gente che ha sempre trattato con faccendieri, affaristi, speculatori. Bisogna capirli. È tutto il mondo che va cambiato, un pezzo alla volta. E si inizia da qui, da una televisione libera, lontana da quegli affaristi, da quegli speculatori, da quei faccendieri che, per dirla alla Baglioni, da piccoli "son stati marinai dietro agli occhiali storti e tristi, su una barchetta coi gusci delle noci", ma poi hanno capito che l'unica loro speranza era dominare per non essere dominati, e quella ferita gli ha fatto così tanto male che ancora piangono e non lo sanno. Non bisogna averne paura: bisogna rimettergli gli occhialetti storti sul naso e ridargli la barchetta, e un rivoletto d'acqua. Così si cambia il mondo, tornando a crederci.

Dal primo aprile 2021 ad oggi abbiamo speso oltre mezzo milione di euro. Le spese più grosse sono state quelle per acquistare il canale: 150mila euro più qualche decina di migliaia di euro in burocrazia e spese legali. Poi ci sono quasi 90mila euro di spese di trasmissione, tra maggio e l'anticipo di giugno (sono 50mila euro al mese per illuminare tutte le case d'Italia). Il resto sono stipendi, tasse e contributi, consulenze legali, attrezzature, anticipi per la nuova sede, per le scenografie, i cablaggi… È tanto? Nelle televisioni che vogliamo sfidare, con mezzo milione ci fanno mezza puntata di uno spettacolo serale. Le trimestrali Mediaset relative a gennaio, febbraio, marzo 2021 parlano di 115 milioni di euro soltanto di spese per il personale. Riuscite ad immaginare quanto Davide si stia dando da fare per sfidare Golia? Uscirà a breve il bilancio del 2020, e poi faremo il provvisorio del 2021.

Se non vogliamo spegnere i ripetitori abbiamo bisogno ancora di una mano. Per essere chiari, la televisione ideale è quella che non ha bisogno della pubblicità, ma che dipende esclusivamente dal sostegno dei cittadini. Tuttavia bisogna anche essere pragmatici: le persone sono senza lavoro. Il motivo che ci spinge a dare loro voce è anche e soprattutto perché sono fragili. Un piccolo contributo a testa è sufficiente, ma per qualcuno anche quel poco può essere tanto. Così, per sostenere la tv dei cittadini ci stiamo impegnando a fondo per trovare piccole medie imprese, etiche e coerenti con il nostro messaggio, che abbiano voglia di acquistare spazi pubblicitari. E quando ci riusciremo, il nostro sogno è quello di devolvere le donazioni a tutti quei blogger indipendenti che fanno un'informazione coraggiosa e che ne hanno bisogno per continuare a farla.

Ma nel frattempo dobbiamo aumentare i giornalisti (ne abbiamo solo cinque, che lavorano per venti), assumere un direttore di palinsesto, realizzare programmi di approfondimento degni della prima serata, far partire il marketplace (è tutto pronto, questione di giorni), realizzare infrastrutture per proteggere il sito dagli attacchi informatici... A proposito: lo sapete che da qualche settimana siamo attaccati pesantemente da botnet che si appoggiano sulle maggiori webfarm europee e Usa, tra cui quelle di Amazon e di Microsoft? Sono attacchi molto costosi, perché quelle botnet (reti di computer compromessi) si pagano un tanto all'ora, e loro attaccano ogni ora di ogni giorno, con lo scopo di rendere il sito impossibile da leggere, cambiando sempre strategia e area geografica di provenienza per rendere difficile difendersi. Avranno speso già decine di migliaia di euro. Dovei li prendono, loro, i soldi? Noi qualche idea ce l'abbiamo…

Una televisione dei cittadini fondata interamente dal basso non è mai esistita. Se esiste oggi, è solo grazie a voi. Avete partecipato a una delle più grandi imprese della storia. Ed è sui libri di storia che ne parleranno, quando la veemenza degli interessi sporchi che divorano il presente si sarà placata e, diradatosi il fumo, il mondo sarà pronto per guardarsi con lucidità alle spalle. Il cammino, quindi, è lungo, e noi dobbiamo diventare sempre più interessanti ed utili. Oppure chiudere. Ma se chiuderemo, beh …sarà un vero peccato! Quando ricapiterà un'altra occasione simile: quella di avere una televisione semplicemente di tutti, per tutti?

E allora coraggio, dateci una mano, che siamo a tanto così dal farcela!

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p.s. stiamo aspettando la decisione del giudice sul ricorso d'urgenza per far riaprire il canale Youtube di Byoblu, con oltre mezzo milione di iscritti. L'udienza si è tenuta martedì 25 maggio. Youtube aveva ben quattro legali e ha presentato 50 pagine di memoria. Vi terremo aggiornati.

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sabato 5 giugno 2021

Magaldi: strage di Stato, indagate Speranza e complici

Strage di Stato

«Ha tentato in modo arrogante e mafioso di occultare una verità che un funzionario onesto aveva evidenziato». Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt, attacca il ministro Roberto Speranza: così come lo stesso Conte, non poteva essere all’oscuro delle inaudite manovre messe in atto per insabbiare il dossier di un valente funzionario dell’Oms, Francesco Zambon, che all’inizio della primavera 2020 aveva inutilmente segnalato l’assenza di un piano pandemico aggiornato. «Mi complimento con Massimo Giletti, che l’11 aprile nel suo programma su La7, “Non è l’arena”, ha riassunto la vicenda: Ranieri Guerra, già direttore generale del ministero della salute e dunque responsabile dei piani pandemici, prima non ha aggiornato il piano per l’Italia, e poi – divenuto direttore vicario dell’Oms – si è vantato con Silvio Brusaferro, neo-portavoce del Cts, di aver intimato a Zambon di cambiare le carte in tavola, arrivando infine a far ritirare il rapporto». Per Magaldi, «anche Brusaferro dovrebbe essere costretto a dimettersi subito, per rimozione della verità e per truffa», nell’ambito di una manovra che l’ha visto agire come «compagno di merende di Ranieri Guerra e dello stesso Goffredo Zaccardi, capo di gabinetto del ministro Speranza».

Insiste Magaldi: non è immaginabile che Speranza non fosse al corrente dei fatti, impegnato com’era a «promuovere la logica del terrore e delle morti, molte delle quali evitabili con un piano pandemico aggiornato e prontamente applicato, quindi con una ben diversa capacità di gestione dell’emergenza». Conclusione: l’esponente di Leu «non può più essere ministro, dopo questa storia: Draghi non può permettersi di continuare ad avere un “ministro della malasanità” come Speranza, che mi auguro venga anche processato, specie dopo le verminose comunicazioni tra Guerra e Brusaferro, mostrate in primis da Giletti: sono parte di un comportamento non scusabile e non accettabile, che probabilmente presenta anche profili penali». Esponente della massoneria sovranazionale progressista, Magaldi preme su Draghi: «Ho informazioni ancora più esplosive su quanto è accaduto e sta ancora accadendo», premette. «Credo che Draghi sia sempre più incline a meditare: non solo sulla gente da cui è circondato e di cui deve liberarsi al più presto, ma anche sul paradigma finora adottato». Sottolinea il leader “rooseveltiano”: «Ancora prima della salute viene la libertà: se tuteli la libertà e persegui la verità, allora tutelerai anche la salute. Invece, quelli come Speranza – che hanno messo al primo posto la salute biologica e calpestato le libertà costituzionali – alla fine non si sono curati nemmeno della salute, come viene fuori dagli scandali che stanno emergendo».

venerdì 4 giugno 2021

Kazari ashkenaziti, l’ebraismo asiatico su cui Israele tace

Lupo

C’è una storia dimenticata e volutamente occultata. Io sono massone, e appartengo anch’io a una minoranza, quella eleusina: e comprendo il peso che persecuzioni possano avere avuto, nella storia. La cultura tradizionale ebraica è tuttora sconosciuta, ai più: curioso, perché è tra quelle che più hanno permeato la cultura europea, negli ultimi secoli. E’ una cultura che è sempre stata un po’ chiusa. E anche per via delle fortissime tensioni storiche – con la cacciata degli ebrei dalla Spagna a opera di Isabella di Castiglia dopo la Reconquista, poi per opera dell’Inquisizione e dell’azione stessa della Chiesa cattolica, senza contare le tante conversioni forzate al cattolicesimo – non c’è mai stato un dialogo aperto fra la cultura ebraica e quella cristiana, predominanti nell’Europa moderna. E questo ha fatto sì che ci sia sempre stata una grave e lacunosa mancanza di conoscenza reciproca. Ad esempio: si parla pochissimo dell’origine degli ebrei ashkenaziti, che oggi rappresentano la maggioranza, nella popolazione ebrea.

Le fonti collocano l’origine della tradizione ebraica in Medio Oriente, in Palestina, in parte anche in Egitto. Ci sono connessioni dirette tra il popolo ebraico e figure come il faraone Akhenaton e personaggi come Mosè. E’ stata invece volutamente occultata l’origine storica di quella grande parte dell’ebraismo che appartiene alla cultura ashkenazita. Le origini non risalgono all’area siro-palestinese (il Regno di Giudea), ma ad un’area geografica diversa e distante, identificabile con il territorio di quello che è storicamente conosciuto come l’Impero Kazaro. Numerose le fonti: cronache arabe, persiane, bizantine e russe (Principato di Kiev). E’ un argomento raramente studiato, cui si tende a non dare risalto, anche per una serie di ragioni politiche. L’Impero Kazaro si sviluppò in un’aera che va dal Caucaso all’odierna Ucraina, la Crimea, le steppe del Kazakhstan e l’Uzbekistan settentrionale: un territorio vastissimo. Trae origini dalle migrazioni di una serie di popoli che, nei primi secoli della nostra era, abitavano l’area della cosiddetta Asia Centrale.