martedì 22 dicembre 2020

HENRY KISSINGER / E’ ARRIVATO IL VAFFA DAY FIRMATO TRUMP


Meglio tardi che mai.

Finalmente è arrivato il Vaffa Day per Henry Kissinger, l’uomo che ha segnato per decenni le politiche, soprattutto estere, a stelle e strisce. Tragicamente memorabile il suo intervento in Italia, con la decisione che Aldo Moro “Deve Morire”.

La trombatura arriva dal Donald Trump in rampa di uscita, il quale prima di lasciare la Casa Bianca vuole seppellire – almeno simbolicamente – una piccola parte di quel “Deep State” che sta condizionando da tempo non solo lo scenario americano ma anche quello internazionale.

 

LA “PALUDE” & IL “DEEP STATE”

Nel repulisti di fine novembre Trump spazza via la vecchia guardia del Pentagono, che non pochi definiscono “la palude”, protagonista di distruzioni, sangue & massacri che hanno caratterizzano una buona fetta della pur fresca storia americana.

Michele Flourney con Joe Biden. In apertura Henry Kissinger e Donald Trump

Tutto ciò succede all’indomani di alcuni avvenimenti. Come il licenziamento del numero uno del PentagonoMark Esper, il quale non ha condiviso la decisione presidenziale di non darsi subito per sconfitto. Al suo posto Trump ha nominato Christopher Miller.

Ma il futuro primo inquilino del Pentagono sarà al 99 per cento una lady di ferro, Michele Flourney, che Joe Biden ha già selezionato per il suo “Transition Team” che lo porterà all’incoronazione ufficiale del 9 gennaio prossimo.

lunedì 21 dicembre 2020

L’appassionata canzone di Bob Dylan “Murder Most Foul,” la storia dell’assassinio di JFK e l'”Intervista”


Provate ad immaginare una cosa del genere: un cosiddetto esperto di storia presidenziale di un grande network pubblica un’intervista sul giornale più famoso del mondo con il cantautore più famoso del mondo, che ha appena scritto una appassionata canzone in cui acccusa il governo degli Stati Uniti di aver partecipato all’assassinio del più famoso presidente americano moderno e l’intervistatore non fa neanche una domanda al cantante sulle specifiche accuse presenti nella sua canzone, se non per chiedergli se fosse rimasto sorpreso del fatto che la sua canzone era la n°1 della classifica di Billboard e porgli altri quesiti di argomento musicale e culturale che non hanno niente a che vedere con l’assassinio [del presidente].

Smettete di immaginare. Perché questo è esattamente ciò che Douglas Brinkley, storico presidenziale della CNN, ha appena fatto nella sua intervista del 12 giugno 2020 con Bob Dylan, pubblicata sul New York Times. L’intervista chiarisce in maniera inequivocabile che Brinkley non è minimamente interessato a ciò che Dylan ha da dire sull’assassinio del presidente degli Stati Uniti John F.Kennedy, il cui barbaro omicidio rappresenta l’emblema dell’involuzione degli Stati Uniti e della loro trasformazione in quella che, attualmente, è una vera e propria cloaca. Brinkley ha un’altra agenda.

Introduce l’intervista parlando della sua relazione con Dylan e ci dice che, grazie ad essa, si era sentito “a suo agio” quando lo aveva contattato nel mese di aprile, subito dopo l’uscita della sua canzone sull’assassinio di JFK, “Murder Most Foul.” Cita all’uopo un pezzo del New York Times di John Pareles, in cui Pareles descrive l’uscita della canzone come una vera e propria sorpresa: “L’assassinio di John F. Kennedy è la sua essenza e il suo trauma emotivo principale (“l’anima di una nazione è stata strappata via / e sta iniziando a decadere lentamente”) mentre Dylan cerca di trovare risposte, o almeno indizi, nella musica.


sabato 19 dicembre 2020

“Se il golpe contro Trump riesce, il popolo perde l’America”

Paul Craig Roberts

Ho letto abbastanza dei rapporti sui brogli, delle dichiarazioni giurate e delle dichiarazioni degli esperti di sicurezza elettorale e degli esperti forensi da poter concludere che le elezioni sono state rubate. Ma non sono sicuro che si farà qualcosa, per queste elezioni fraudolente. L’élite americana non crede più nella democrazia. Consideriamo, per esempio, il Grande Reset del World Economic Forum. È antidemocratico, così come il globalismo. La democrazia è d’intralcio alle agende dell’élite. Infatti, la ragione per cui l’élite disprezza Trump è che lui si basa sul popolo. I giudici non conservano nemmeno il registro delle votazioni per poterlo indagare. In Georgia un giudice federale si è rifiutato di impedire che le macchine per il voto di Dominion fossero cancellate e resettate. Per chi trova troppo tecnico e voluminoso leggere le prove massicce dei brogli elettorali, ecco un breve riassunto. I brogli elettorali sono stati organizzati in tutti gli Stati. Lo scopo non era quello di cercare di rubare gli Stati in rosso, ma di far sembrare il voto più vicino allo schema previsto per fornire una copertura per le frodi estese negli Stati critici.

Le macchine per il voto sono state programmate per assegnare i voti con un’inclinazione verso Biden. Il risultato è stato quello di ridurre il margine di vittoria di Trump negli Stati rossi. Negli Stati “swing” sono state utilizzate misure più estese. Il bias di Biden programmato nelle macchine di voto è stato aumentato. Come riserva, un gran numero di voti per corrispondenza fraudolenti sono stati accumulati nelle città controllate dai democratici negli swing States, a Milwaukee, Detroit e Philadelphia. Sebbene la Georgia sia uno Stato rosso, lo stesso è accaduto ad Atlanta, controllata dai democratici. La ragione per cui le votazioni sono state interrotte nel cuore della notte in queste città è stata quella di preparare le schede elettorali necessarie per superare il considerevole vantaggio di Trump e inserirle nel conteggio. Quello è il lasso di tempo in cui agli osservatori degli scrutinii è stato detto di tornare a casa, ed è il periodo in cui sia gli osservatori democratici che quelli repubblicani hanno osservato numerosi atti di frode di ogni tipo. Ci sono voti comprovati dalla tomba, da persone non registrate, da persone fuori dallo Stato. Ci sono schede elettorali retrodatate. Ci sono schede per corrispondenza senza pieghe, cioè schede mai piegate e messe in una busta, e così via.

venerdì 18 dicembre 2020

LA CORTE D’APPELLO DI LISBONA DICHIARA I TEST PCR INATTENDIBILI AL 93%. I MEDIA MAINSTREAM IGNORANO


Di  Peter Andrews , giornalista scientifico e scrittore irlandese residente a Londra. Ha una formazione in scienze della vita e si è laureato in genetica all’Università di Glasgow.

Quattro turisti tedeschi che sono stati illegalmente messi in quarantena in Portogallo dopo che uno di loro è stato trovato positivo al Covid-19 hanno vinto la loro causa, in un verdetto che condanna il test PCR come inaffidabile fino al 97%.

All’inizio di questo mese, i giudici portoghesi hanno confermato una decisione di un tribunale di grado inferiore che ha ritenuto illegale la quarantena forzata di quattro turisti. Il caso era incentrato sull’affidabilità dei test PCR nella rilevazione del Covid-19.

Il verdetto , pronunciato l’11 novembre, fa seguito ad un ricorso contro un atto di habeas corpus presentato da quattro tedeschi contro l’Autorità sanitaria regionale delle Azzorre. Questo organo aveva presentato ricorso contro una sentenza di un tribunale di grado inferiore che si era pronunciata infavore dei turisti, che sostenevano di essere stati illegalmente confinati in un hotel senza il loro consenso. Ai turisti è stato ordinato di rimanere in hotel durante l’estate dopo che uno di loro è risultato positivo al coronavirus in un test PCR – gli altri tre sono stati etichettati come contatti stretti e quindi messi in quarantena.

giovedì 17 dicembre 2020

Il 17 dicembre 1980 la società Itavia emette un comunicato stampa sull'"incidente" del DC9 al largo di Ustica

Il 17 dicembre 1980 la società Itavia emette il seguente comunicato stampa:

Le Commissioni d'inchiesta hanno stabilito che l'ipotesi del cedimento strutturale del DC9 è destituita di ogni fondamento, così come l'ipotesi di collisione in volo con altro velivolo si è rivelata non attendibile. La causa dell'incidente è stata pertanto circoscritta alle ipotesi di "missile" o "bomba a bordo". Peraltro di tali due ipotesi resta valida, sulla base dei rilevamenti operati, solo quella del missile.
La registrazione dei dati radar evidenzia, infatti, al momento dell'incidente, la manovra di intercettazione del DC9 da parte di un aereo militare. Le tracce radar immediatamente successive dimostrano che il DC9 si è disintegrato in più parti, repentinamente deviate a 90 gradi dalla rotta stabilizzata.
Le perizie mediche sulle salme dei passeggeri, attestano che si è verificato a bordo una "decompressione esplosiva". Inoltre la presenza di fosforo su una scheggia della struttura del carrello principale, ritrovato nel corpo di un passeggero, comprova che l'aereo è stato colpito da un ordigno bellico. Il quadro delle evidenze dell'incidente, pertanto, configura che l'aeromobile DC9 Itavia è stato colpito da un dispositivo bellico di origine attualmente ancora non dimostrabile con evidente proiezione dei rottami principali lungo la traiettoria seguita dall'aereo intercettore.

Erminio Amelio e Alessandro Benedetti, IH870 Il volo spezzato, Editori Riuniti pag. 69 

Quindi, pochi mesi dopo la strage, già si sapeva ciò che di essenziale c'era da sapere; "l'accertamento della verità" che ne seguì, fu solo depistaggio istituzionale!