venerdì 7 giugno 2019

Dal Medio Oriente all’Irlanda del Nord, gli stati occidentali sono fin troppo felici di scampare alle accuse di crimini di guerra


Quand’è che un crimine di guerra non è un crimine di guerra? Quando è stato commesso da noi, ovviamente.
Ma questo truismo sta assumendo oggi un significato nuovo e sinistro, e non solo perché Trump e i suoi scagnozzi potrebbero pianificare un’altra serie di atrocità in Medio Oriente.
Perché ora si avverte un pericoloso slittamento, che rende gli stati occidentali più che mai pronti ad incoraggiare i crimini di guerra contro l’umanità, ad accettarli, approvarli e ad aspettarsi la nostra complicità per queste violazioni grossolane e disgustose del diritto internazionale.
Non sto solo riferendomi al comportamento patetico e grottesco del nostro attuale Ministro della Difesa, che parla di “amnistia per i procedimenti penali storici,” il che significa che possiamo uccidere Iracheni e Afghani e farla franca, ma dobbiamo essere un po’ più cauti nell’Irlanda del Nord. Ma non tanto più cauti, badate bene, basta guardare le giovani e scattanti élite Tory e gli incartapecoriti ex generali che blaterano di estendere questa licenza di uccidere a tutti quelli che avevano assassinato cittadini britannici a Belfast e Derry.
Questo non solo offende l’umanità degli uomini e delle donne dell’Irlanda del Nord che hanno la cittadinanza britannica, li sta anche precipitando nel limbo, tra i Mussulmani dagli occhi scuri in Medio Oriente, che possono essere dimenticati 10 anni dopo essere stati liquidati, e gli Inglesi dagli occhi azzurri, i cui omicidi comporterebbero squadre di poliziotti e di gruppi anti-terrorismo in tutte le strade della nazione a dare la caccia e ad assicurare alla giustizia i loro assassini.
Non si tratta solo una differenza con il DNA delle nostre vittime, ovviamente. È la parola “storici.” Perchè quello che sta proponendo Penny Mordaunt insieme ai suoi ruffiani è un provvedimento che depenalizza i crimini di guerra, qualcosa che migliaia di ex-nazisti avevano cercato e desiderato ardentemente dopo la Seconda Guerra Mondiale.
No, i soldati dell’esercito britannico non sono nazisti, i Marines statunitensi non sono la Wehrmacht, la RAF e l’USAF non sono la Luftwaffe (anche se, per un confronto del genere, dovremmo mettere da parte Amburgo e Dresda). Sto parlando di paralleli, non di confronti, sull’improvvisa crescita di una mentalità pericolosa e deforme, che si propone di scagionare gli assassini prima che commettano il loro crimine.
Ma lasciamo perdere il vergognoso accanimento della Gran Bretagna nel nord-est dell’Irlanda, anche se molti fautori della Brexit sono pronti a ritornarvi su. Invece, attraversiamo l’Atlantico fino al grande manicomio di Washington, dove Trump ha appena concesso il perdono totale al tenente dell’esercito americano, Michael Behenna.
Quest’uomo aveva assassinato un Iracheno di nome Ali Mansur il 16 maggio 2008. A Behenna era stato ordinato di riportare Mansur a casa sua, dopo che era stato interrogato dagli agenti dell’intelligence statunitense sull’uccisione di due soldati americani per lo scoppio di una mina stradale. Non avevano trovato prove della sua colpevolezza. Ma Behenna aveva portato il suo prigioniero nel deserto, lo aveva spogliato, lo aveva nuovamente interrogato puntandogli contro una pistola e gli aveva sparato alla testa e al petto. Il caso era semplice, o almeno così potreste pensare. Behenna era stato arrestato per omicidio non premeditato e condannato a 25 anni di carcere.
Ma poi il dipartimento di giustizia degli Stati Uniti gli aveva ridotto la pena da 25 a 15 anni, e lo aveva rimesso in libertà vigilata nel 2014. Behenna era stato un prigioniero modello, ammirato dagli amici nella sua natia Oklahoma.
E, solo 10 giorni fa, Trump ha concesso a questo assassino militare il perdono completo. Nessuna sorpresa dal punto di vista di Trump, ovviamente. Aveva detto che “la tortura funziona” e crede che anche l’omicidio di massa funzioni.
Bisogna eliminare le loro famiglie, quando si prendono questi terroristi, bisogna eliminare le loro famiglie,” aveva detto il presidente degli Stati Uniti in un’intervista del 2015. Behenna aveva commesso l’omicidio poco più di 10 anni fa, quindi nessuna protesta da parte della Mordaunt e dei suoi amici di Londra: il suo crimine aveva superato la data di scadenza dei 10 anni per gli omicidi nel mondo musulmano.
Un altro Americano, veterano della guerra in Iraq, aveva smentito questa assurdità il giorno dopo la concessione della libertà, da parte di Trump, al criminale di guerra Behenna. Waitman Wade Beorn era stato un ufficiale di cavalleria che aveva sempre detto ai suoi soldati di trattare i civili iracheni come se fossero vicini di casa, piuttosto che nemici. In un coraggioso articolo sul Washington Post, Beorn aveva scritto che il comandante in capo degli Stati Uniti aveva preferito trascurare dei gravi crimini di guerra “a favore di una nozione distorta di patriottismo ed eroismo.” Trump aveva dato la sua approvazione “alle cose brutte che capitano nel contesto bellico,” il che è strano per un uomo che aveva evitato il servizio militare.
Ma Beorn è un caso particolare, perché ha anche scritto un libro sulla partecipazione dell’esercito tedesco all’Olocausto. Anche considerando l’ambiente volutamente razzista e ideologicamente influenzato della Wehrmacht, [Beorn] ritiene che “la cultura di ciascuna unità e la sua leadership istituzionale abbiano influenzato in modo diretto l’esecuzione o meno di crimini di guerra. Unità assassine erano guidate da comandanti assassini.”
Beorn non paragona l’esercito americano alla Wehrmacht. Parla, anche se in modo un po’ sdolcinato, dei “sistemi di educazione militare dell’America che mettono in risalto i nostri valori, le regole di un conflitto armato” e le loro “salde basi etiche.”
Ma ricorda anche l’infame “Ordinanza giurisdizionale” di Adolf Hitler del maggio 1941, poco prima dell’invasione nazista dell’Unione Sovietica, che informava le truppe tedesche che “per reati commessi da membri della Wehrmacht e da suoi dipendenti nei confronti di civili nemici, l’accusa non è obbligatoria , nemmeno se il reato è allo stesso tempo un crimine militare o una infrazione.
Come osserva Beorn, “ai soldati era stato detto, letteralmente, che non sarebbero stati processati per comportamenti che ovunque in Europa sarebbero stati considerati criminali.”
Che poi è una cosa, in realtà, spaventosamente simile alle proposte teoriche del nostro Ministro della Difesa. Lasciare impuniti degli assassini se uccidono Afgani o Iracheni (anche se solo dopo un intervallo decente), ma non se uccidono degli Inglesi, potrebbe sembrare piuttosto familiare ai veterani della Wehrmacht. Quando un presidente degli Stati Uniti elogia i criminali di guerra alla stregua di coraggiosi patrioti vittime solo della correttezza politica, “condona comportamenti non etici e criminali,” scrive Beorn. E il gioco è fatto. Improvvisamente, torna alla memoria il Bloody Sunday. E l’inchiesta a Belfast di questa settimana per la strage di Ballymurphy, dove un ex soldato britannico ha descritto alcuni dei suoi compagni del reggimento paracadutisti in termini davvero spaventosi. Ha affermato che c’erano soldati buoni e professionali, ma poi ha aggiunto: “c’erano anche degli psicopatici, c’erano persone con cui era pericoloso stare insieme.
Su questo ci potete scommettere. “I soldati canaglia erano fuori controllo, uccidevano la gente per la strada, sapendo che sarebbero stati protetti,” ha detto il testimone M597 all’inchiesta di Belfast, anche se è discutibile quanto “canaglia” fossero questi soldati, meno di un anno dopo il Bloody Sunday. Ma ricordate, Ballymurphy è successo 48 anni fa, il Bloody Sunday 47. Questo è il tipo di ragionamento che ora si sta perdendo tra quei politici britannici che vorrebbero fare tabula rasa.
Trump ha difeso pubblicamente il maggiore americano Matt Golsteyn, che è attualmente accusato di omicidio premeditato per aver sparato ad un uomo disarmato e per aver dato alle fiamme il suo corpo, in Afghanistan nel 2010. Trump lo ha definito un “eroe di guerra americano.”
Beorn ha anche ricordato il caso del sostegno di Trump all’ex Navy Seal Edward Gallagher, un altro presunto criminale di guerra che, secondo il New York Times“aveva sparato ad una ragazza che indossava un vestito a fiori e che camminava con altre ragazze sulla riva del fiume Tigri” a Mosul, nel 2017.
Era caduta a terra stringendosi lo stomaco ed era stata trascinata via dalle altre donne. Beorn ricorda che nello stesso anno, ed ora stiamo parlando di meno di due anni fa, Gallagher avrebbe ucciso un adolescente ferito, pugnalandolo più volte al collo e una volta al petto.
Trump ha twittato che a Gallagher sarebbero state concesse condizioni migliori di reclusione “in onore del suo passato servizio,” ha scritto Beorn, “un onore che molti direbbero aveva gettato alle ortiche molto tempo fa.”
Beh, grazie a Dio, potreste dire, per tutti i Beorn di questo mondo. Ma che dire della nostra mite accettazione del conto ufficiale delle vittime causate dai nostri eserciti e dalle nostre forze aeree in Medio Oriente? Le forze della “coalizione” dicono di aver portato a termine 34.464 attacchi in Iraq e in Siria dall’agosto 2014, uccidendo involontariamente 1257 civili. Ma Amnesty International ha indagato sulle vittime civili di una sola città, Raqqa in Siria, per un periodo di soli quattro mesi nel 2017 e, secondo i suoi conteggi, le vittime civili sarebbero più di 1.600.
Molto più inquietante, più fantastico, è forse la parola giusta, è il fatto che la Royal Air Force afferma di aver ucciso 1.019 “combattenti nemici” in Iraq e in Siria in più di quattro anni. Ma solo un civile. Solo uno, solo un singolo civile è stato ucciso fra 1.020 morti. Queste cifre, che coprono il periodo tra settembre 2014 e gennaio di quest’anno, sono state rilasciate dal Ministero della Difesa britannico in base ad una richiesta sul principio della libertà di informazione fatta dell’ente benefico Action on Armed Violence. E tutti questi dati sono basati, secondo il Ministero della Difesa, sulla “migliore analisi post-strike disponibile.”
Quasi inquietante quanto questa cifra palesemente ridicola è il fatto che la BBC ne abbia parlato, il 7 marzo scorso, come fosse una semplice notizia, giustificando nel corso della trasmissione questo incredibile dato con il caritatevole commento che un fatto del genere costituisce sicuramente “un record mondiale nei conflitti moderni.”
Il corrispondente della BBC al Ministero della Difesa aveva poi osservato che si trattava di “dati straordinariamente precisi,” ma che l’analisi sul campo di battaglia è “non una scienza esatta.”  Il che significherebbe, ancora una volta per quel che vale, che la RAF sarebbe responsabile per solo uno dei 1.257 civili “involontariamente” uccisi dagli attacchi aerei della coalizione nello stesso periodo.
Devo dire che statistiche di questo tipo non sono solo inverosimili, incredibili ed offensive per chiunque le legga o le studi. Sono ovviamente prodigiose, prive di senso, irresponsabili, assurde, bizzarre, strane, fuori dal mondo, oniriche e, per chi ha fatto il giornalista di guerra negli ultimi quarant’anni, completamente false. Chiunque creda veramente a queste stronzate deve anche essere fermamente convinto dell’esistenza dei marziani, di Babbo Natale o dei piccoli omini verdi in fondo al giardino.
Eppure, il Ministero della Difesa britannico se l’è cavata. Uccidere civili in incursioni aeree non può essere meno criminale di un soldato che, individualmente, uccide civili. E, uccidere dei civili “involontariamente” dal cielo, non è sufficiente perchè le forze militari possano dichiararsi innocenti.
Le indagini di Amnesty sugli attacchi di Raqqa dicono che il reale bilancio delle vittime civili è non solo scioccante, ma del tutto inutile.
Tuttavia, a questo ci siamo abituati. Dal cielo, nelle strade, nel deserto, uccidiamo e poi ci assolviamo da soli.
No, “l’azione giudiziaria non è obbligatoria.” Possiamo persino definire eroi degli assassini. Al giorno d’oggi possiamo anche farla franca per l’omicidio, e non ci lamentiamo nemmeno. Siamo conniventi.
Robert Fisk
Fonte: www.independent.co.uk

Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org 

giovedì 6 giugno 2019

[Reseau Voltaire] Les principaux titres de la semaine 5 giu 2019

Réseau Voltaire
Focus




En bref

 
Tribunal international pour Daesh : surtout ne pas dévoiler les faits
 

 
Washington reconnaîtrait Assad si les Iraniens quittent la Syrie
 

 
L'« Axe de la Résistance » n'est pas homogène
 

 
La question religieuse fait exploser la vie politique israélienne
 

 
Les Palestiniens, les Chinois et les Russes ne participeront pas à la Conférence de Manama
 

 
UE : le nouveau Haut représentant pour la PESD
 
Controverses
Fil diplomatique

 
Commentaire russe concernant le séminaire « De la paix à la prospérité » à Manama
 

 
Adresse de l'Organisation du Traité de sécurité collective à l'Organisation du Traité de l'Atlantique Nord
 

 
Utilisation présumée d'armes chimiques par le régime d'Assad
 

 

« Horizons et débats », n°12, 27 mai 2019
La répression de l'affaire Assange
Partenaires, 28 mai 2019

« Horizons et débats », n°11, 13 mai 2019
Comment éviter les conflits militaires
Partenaires, 28 mai 2019
abonnement    Réclamations


mercoledì 5 giugno 2019

Rete Voltaire: I principali titoli della settimana 5 giu 2019

Rete Voltaire
Focus




In breve

 
Tribunale internazionale per Daesh: purché che non si svelino i fatti
 

 
Washington disposto a riconoscere Assad se gli iraniani lasciano la Siria
 

 
L'"Asse della Resistenza" non è omogeneo
 

 
La questione religiosa fa esplodere la politica israeliana
 

 
Palestinesi, cinesi e russi non parteciperanno alla Conferenza di Manama
 

 
UE: il nuovo alto rappresentante per la PESD
 
Controversie

 
abbonamento    Reclami


PANTANI / QUEL GIRO “TAROCCATO” DI VENT’ANNI FA


Vent'anni fa Marco Pantani veniva scippato del suo Giro d'Italia, l'ultimo al quale prese parte.
Fu fermato prima della tappa di Madonna di Campiglio perché alle analisi il suo ematocrito risultò appena lievemente superiore a quanto stabilito.
Cosa era successo? La provetta contenente il sangue del campione era stata taroccata, manipolata, utilizzando una tecnica relativamente semplice, ossia prelevando un piccolo quantitativo di plasma, in modo tale da far elevare i valori.
Semplice come bere un bicchier d'acqua, ed estremamente difficile da appurare. Soprattutto se il capo dell'equipe medica qualche mese dopo muore in un misterioso incidente d'auto, affondando in un lago ghiacciato. E i componenti del team – 'convinti' al punto giusto da persone di 'rispetto' – eseguono la 'mission'.
Perché "'O Pelato" a Milano non doveva arrivare. Quel Giro Pantani non doveva concluderlo.
Così avevano sentenziato le maxi scommesse della camorra che aveva puntato montagne di milioni di lire su quel risultato 'sballato'.
A rivelare la combine, dopo molti anni, è Renato Vallanzasca, il bel Renè, che riceve le confidenze di un camorrista durante la sua permanenza in galera. Una tesi che verrà suffragata da diversi altri collaboratori di giustizia nei successivi mesi di indagini avviate dalla procura di Forlì.
invece di concludere con rinvii a giudizio e un processo cosa fa? Archivia tutto. E chissenefrega di quelle verbalizzazioni di fuoco.
Tre anni fa il fascicolo si riapre a Napoli, perchè la famiglia Pantani non si arrende. Ecco così che quelle indagini abbandonate a Forlì riprendono vigore alla Direzione distrettuale antimafia partenopea, affidate al pm Antonella Serio.
In tanti mesi, però, non si muove una foglia. Niente, il silenzio più assordante.
E anche il 'suicidio' di Marco quel tragico San Valentino di 15 anni fa, il 14 febbraio 2004, viene archiviato: pietra tombale sancita dalla Cassazione il 19 settembre 2016, giorno di San Gennaro.
Un chiaro delitto, anche stavolta, di camorra. Un corpo martoriato di ferite che fa letteralmente a cazzotti con la pista del suicidio.
La bellezza di 100 anomalie e passa documentate dal legale della famiglia Pantani, Antonio De Renzis. Ma anche stavolta, chissenefrega.
Anche le Iene, in alcuni reportage dei mesi scorsi, hanno dettagliato l'assurdità di quella archiviazione, come sta succedendo per il giallo di David Rossi, il responsabile delle comunicazioni del Monte dei Paschi di Siena, "suicidato" dal quarto piano di palazzo Salimbeni.
Questa è la giustizia di casa nostra.

To see the article visit www.lavocedellevoci.it

martedì 4 giugno 2019

LA VOCE rooseveltiana N° 9 di Martedì, 04 Giugno 2019


La Voce Rooseveltiana


D(i)RITTI VERSO LA LIBERTÀ DAL BISOGNO
 
Siamo una comunità di cittadini che sognano il Rinascimento democratico
di cui la società ha bisogno




Editoriale
 
HA VINTO L'ASTENSIONISMO: È IL PRIMO PARTITO. L'ITALIA ASPETTA CHE LA POLITICA LE RACCONTI LA VERITÀ SULLA CRISI

di Giorgio Cattaneo


Patrizia Scanu

Sembra piena, la platea, perché la folla si accalca rumorosamente sotto il palco, decretando vincitori e vinti. E invece, se ci si volta, si scopre che la sala è mezza vuota. Al traguardo delle europee 2019, surriscaldato dal pathos degli appuntamenti con la storia, c'è arrivato soltanto un italiano su due. Metà del paese è rimasto a casa, nauseato dalle opposte tifoserie e dall'inconsistenza imbarazzante degli urlatori. C'è finito di tutto, nella campagna elettorale – dai migranti di Riace al Tav in valle di Susa – tranne quello che contava davvero: la verità sulla crisi italiana, di origine europea. Il vocabolario della lunghissima, sfibrante vigilia ha proposto espressioni arcaiche, destra e sinistra, fascismo e antifascismo, ripescate rovistando tra i fondi di magazzino del Novecento, in mezzo al vintage immarcescibile dei crocifissi, delle sacre famiglie, delle grottesche crociate contro i milligrammi di cannabis terapeutica spacciati legalmente nei negozietti autorizzati.

 
LEGGI TUTTO
 


TragiComix
di Mirko Bonini

TragiComix by Mirko Bonini 09



Secondo Noi
   
GM
MAGALDI: SILENZIO, PARLA VISCO (E LA POLITICA TACE, ARRENDENDOSI ALL'APOCALISSE CHE AVANZA)

Increscioso il silenzio della politica – Lega e 5 Stelle in primis – di fronte all'ultima esternazione di Ignazio Visco, contrario ai "minibot" a all'espansione del deficit. Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt, attacca i gialloverdi: non osano contrastare la tecnocrazia neoliberista che sottrae risorse strategiche al paese, e preferiscono distrarre l'opinione pubblica con polemiche su temi irrilevanti come quella tra Salvini e Fico, divisi sul riconoscimento dei migranti come "nuovi italiani" nella celebrazione del 2 giugno.

(Intervento su YouTube, ripreso da Libreidee).
CARPEORO: VOGLIONO SPOLPARE L'ITALIA IMPONENDO DRAGHI, SOLO SALVINI E LA MELONI SI OPPONGONO AL PIANO

Solo Matteo Salvini e Giorgia Meloni potrebbero scongiurare l'avvento a Palazzo Chigi di Mario Draghi, invocato da Berlusconi per affondare il traballante governo gialloverde. Secondo Gianfranco Carpeoro, tutti gli indicatori confermano l'ipotesi peggiore: l'economia frana, e la crisi sarà aggravata dallo spread e dalle agenzie di rating. Obiettivo: insediare un governo "lacrime e sangue" come quello di Monti. Forte il pressing su Draghi da parte delle superlogge reazionarie, convinte che il presidente della Bce lasci Francoforte per Roma.

(Intervento su YouTube, ripreso da Libreidee). 
GC
MM MOISO: DI COSA VI LAMENTATE? PER LA COERENZA BISOGNERÀ ASPETTARE IL PARTITO CHE SERVE ALL'ITALIA

La sedicente sinistra ha smesso di essere la forza dei deboli quando ha voluto smettere di capirli: è così che è diventala la forza dei conservatori, almeno riguardo le questioni economiche. Lo afferma Marco Moiso, vicepresidente del Movimento Roosevelt, commentando l'esito delle elezioni europee. Molti si lamentano del successo della Lega, attribuendolo all'ignoranza degli elettori? Errore: è un atteggiamento aristocratico, figlio di una presunta superiorità morale. Manca coerenza, nell'attuale offerta politica? Vero. Per quella, non resta che attendere la nascita del "Partito che serve all'Italia", il 14 luglio.

(Intervento sul blog MR. Sullo stesso blog, Moiso propone l'ascolto degli euroscettici e una riflessione sull'esercizio del dubbio, segnalando anche i consigli della Presidenza MR ai partiti italiani).
MAGALDI: STOP ALLA POLITICA "TRIBALE", SE VOGLIAMO SFIDARE L'UE E RECUPERARE LA SOVRANITÀ PERDUTA

Gioele Magaldi condanna gli aspetti "tribali" della politica italiana, ridotta a tifo calcistico, e difende la scelta del Movimento Roosevelt si sostenere candidati diversissimi, schierati con la Lega e il Pd, coi 5 Stelle, con Forza Italia e +Europa. Il voto europeo? Inutile, come previsto. A meno che Salvini non faccia seguire i fatti alle parole, per una volta, e che lo stesso Zingaretti – anziché continuare a demonizzare i leghisti – non si decida a rispolverare il socialismo democratico di Olof Palme, ragionando seriamente su come rianimare l'economia. Obiettivo: impedire al neoliberismo Ue di seguitare a impoverire gli italiani.

(Interventi su YouTube e sul blog MR, ripresi da Libreidee).
Gioele Magaldi
MR MOISO E MAZZONE: LA COERENZA DI APPOGGIARE CANDIDATI IN LISTE DIVERSE, ALLE ELEZIONI EUROPEE

Marco Moiso e Ivo Mazzone, rispettivamente vicepresidente e capo di gabinetto aggiunto della Presidenza del Movimento Roosevelt, spiegano in cosa consista la coerenza "rooseveltiana", in senso progressista e keynesiano, nell'appoggiare – alle elezioni europee – candidati diversissimi tra loro e schierati in liste apertamente concorrenti, dalla Lega a +Europa, ma tutti accomunati dalla medesima consapevolezza della necessità di cambiare volto all'attuale Disunione Europea post-democratica e neoliberista.

(Intervento su YouTube).
GALLONI: I DAZI USA AIUTANO IL RITORNO ALL'ECONOMIA REALE, CONTRO LA FINANZA E IL SUPER-EXPORT UE

Quello che a prima vista sembra un problema – i dazi sulle importazioni, imposti da Trump – sono in realtà un segnale positivo per l'economia reale: penalizzano l'export (su cui ha puntato in modo scellerato l'Ue) ma rafforzano il mercato interno di ogni paese, specie se la domanda di consumi verrà sostenuta. Lo spiega Nino Galloni, economista post-keynesiano e vicepresidente del Movimento Roosevelt. Non a caso, aggiunge, a reagire negativamente alla svolta Usa sono le Borse, che temono di veder svanire i loro vantaggi speculativi.

(Intervento su Scenari Economici, ripreso da Libreidee).
Nino Galloni
GM MAGALDI: TIFO PER DRAGHI AL GOVERNO, COSÌ GLI ITALIANI FINALMENTE SAPRANNO CHI È DAVVERO SUPER-MARIO

Mario Draghi a Palazzo Chigi al posto di Conte? Sarebbe un regalo fantastico, per ogni sincero progressista: vederlo in azione col bisturi aprirà finalmente gli occhi agli italiani, che ancora lo credono un amico dell'Italia. In realtà – sostiene Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt – Draghi è il maggior ispiratore dell'austerity europea, nutrita dal dogma neoliberista che impoverito il nostro paese. Ma l'uomo della Bce non è ingenuo come Monti: punta al Quirinale, e sa che diverrebbe troppo impopolare se fosse davvero costretto a guidare il governo italiano, proprio ora che la crisi economica si sta aggravando.

(Intervento su YouTube, ripreso da Libreidee).
HECHICH, LORETO E GIAVITTOLA: L'INESORABILE PENETRAZIONE CINESE DEL CONTINENTE AFRICANO

Roberto Hechich, direttore del Dipartimento Geopolitica e Difesa del Movimento Roosevelt, presenta l'ultima analisi prodotta dai suoi collaboratori Alessandro Loreto e Ruben Giavittola sulla penetrazione cinese in Africa. Il vantaggio di cui godono i cinesi rispetto agli europei? Non devono farsi perdonare due secoli di feroce colonialismo. Così, Pechino ha buon gioco a imporre la sua egemonia, anche se con modalità differenti.

(Intervento sul blog MR).
RH
GC CATTANEO: ALTAFORTE CENSURATA DAL SALONE DEL LIBRO DI TORINO, PROVE D'INTESA TRA PD E 5 STELLE?

Giorgio Cattaneo: l'intollerabile censura cui il Salone del Libro ha sottoposto la casa editrice Altaforte, vicina a CasaPound (esclusa dalla kermesse per decisione di Chiara Appendino e Sergio Chiamparino) di fatto anticipa un possibile futuro governo che veda alleati il Movimento 5 Stelle e il partito di Zingaretti?

(Intervento sul blog MR, ripreso da Libreidee
). 
 
CARPEORO: A PALAZZO CHIGI ARRIVERÀ DRAGHI, E PER SALVINI SARÀ L'INIZIO DELLA SUA FINE POLITICA

La massoneria reazionaria sta premendo su Mario Draghi perché accetti di finire a Palazzo Chigi, entro la fine dell'anno, al posto di Giuseppe Conte, con l'alibi dell'incipiente aggravarsi della situazione economica. Lo rivela Gianfranco Carpeoro, dirigente del Movimento Roosevelt: l'Italia sarebbe di fatto commissariata (come con Mario Monti) e sottoposta alle durezze dell'austerity. E la vittima principale dell'operazione, secondo Carpeoro, sarebbe Matteo Salvini.

(Intervento su YouTube, ripreso da Libreidee).
GC
EC CIARDIELLO: AFRICA NORD-OCCIDENTALE, CINA E POTENZE ATLANTICHE TRA NEOCOLONIALISMI ALTRIMENTI DECLINATI

Il ruolo dell'Occidente e della Cina nel nuovo gioco geopolitico che investe l'Africa Nord-Occidentale, area storicamente strategica anche per gli interessi italiani. Una analisi accurata, quella di Emilio Ciardiello, del Dipartimento Geopolitica e Difesa del Movimento Roosevelt, introdotta dal direttore del dipartimento stesso, Roberto Hechich. Ciardiello offre uno sguardo acuto sulla situazione africana, sul neocolonialismo di stampo occidentale e sulla nuova penetrazione cinese (e non solo) che investe il nord-ovest del continente nero.

(Intervento sul blog MR).
MAGALDI: SALVINI ABBAIA MA PURTROPPO NON MORDE, COME GIÀ RENZI E GLI ALTRI POLITICI ITALIANI

Abbaia ma non morde: in questo, purtroppo, anche il leader della Lega somiglia a Renzi e agli altri politici italiani che ci hanno abituato al medesimo spettacolo, proclami altisonanti contro il rigore Ue ma poi una sostanziale resa ai diktat di Bruxelles. Ne è convinto Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt, rammaricato per il tramonto delle speranze accese un anno fa dall'avventuroso esordio del governo gialloverde.

(Interventi su YouTube con Marco Moiso e con Fabio Frabetti, ripresi da Libreidee).
Gioele Magaldi
NG GALLONI: IVA FUNESTA PER I GIALLOVERDI, PER EVITARE L'INFERNO-SPREAD SERVONO MISURE ESPANSIVE

L'Iva non deve assolutamente aumentare: sarebbe funesta per il governo Conte. Casomai, sostiene l'economista Nino Galloni, vicepresidente del Movimento Roosevelt, dobbiamo introdurre misure che riducano la pressione e aumentino il gettito. Peraltro, l'aumento dell'Iva porterà solo a maggiore evasione fiscale. E se lo spread resta un ricatto infernale, l'Italia deve impuntarsi con l'Ue e creare un'agenzia di rating indipendente.

(Intervista di Galloni su La Notizia).
LANZI: INVESTIMENTI, PROFESSIONI, SCUOLA E RICERCA. TRE PRIORITÀ PER UNA VERA POLITICA CULTURALE ITALIANA

Curioso: l'Italia è il paese col maggior numero di beni culturali al mondo, ma in Europa è il fanalino di coda per la percentuale di spesa nella cultura. Chiara Lanzi, direttrice del dipartimento Cultura del Movimento Roosevelt, propone tre pietre miliari per una vera politica culturale: più investimenti, sviluppo delle professioni culturali e rapporti più stretti con scuola e ricerca, facendo crescere in modo diffuso l'offerta dei territori.

(Intervento sul blog MR).
CL
GM MAGALDI: CONTRO IL POTERE NEOLIBERISTA SERVE IL CORAGGIO DI UNA VERA RIVOLUZIONE PER IL XXI SECOLO

Da Berlusconi a Renzi, tutti bravi a ottenere consenso: ma per farne cosa, poi? Solo vuoti proclami, per mascherare l'obbedienza al dogma neoliberista del rigore eterno. Stessa sorte per i gialloverdi, sostiene Gioele Magaldi: tante promesse, e poi la resa ingloriosa a Bruxelles. Il presidente del Movimento Roosevelt invoca il coraggio per fare una vera rivoluzione culturale, che liberi il XXI secolo dal giogo post-democratico del neoliberismo.

(Intervento su YouTube, ripreso da Libreidee).
LILOV: COSA CI MANCA PER DIVENTARE COME CARLO ROSSELLI, OLOF PALME E THOMAS SANKARA

Zvetan Lilov: cosa ci manca per essere come Rosselli, Palme e Sankara? In un mondo governato da principi spirituali, quei tre sarebbero stati classificati come ottimi politici ma assolutamente "normali". Lo afferma Zletan Lilov, direttore dell'Ufficio formazione civica e divulgazione del Movimento Roosevelt, nell'ambito nel convegno milanese su Rosselli, Palme e Sankara. Se oggi quei giganti appaiono anomalie rivoluzionarie, è perché viviamo in un mondo politico senza coraggio, in cui le coscienze sono anestetizzate.

(Intervento ripreso da Radio Radicale, il testo è su Libreidee).
ZL
GM MAGALDI: IMPERDONABILE CHE L'AVVOCATO CONTE CONDANNI ARMANDO SIRI ANTICIPANDO IL LAVORO DEI GIUDICI

Gioele Magaldi: è imperdonabile che il premier Conte (che pure è avvocato) "condanni" alle dimissioni Armando Siri, tuttora soltanto indagato. Per il presidente del Movimento Roosevelt, è gravissimo che il primo ministro si sia prestato a un'operazione di pura propaganda, al solo scopo di offrire un appiglio ai 5 Stelle, in affanno per le europee.

(Intervento su YouTube, ripreso dal blog MR e da Libreidee).
CARPEORO: OLOF PALME FU UCCISO PER UN MOTIVO PRECISO, VOLEVA ELIMINARE PER SEMPRE LA POVERTÀ

 Il premier svedese Olof Palme assassinato nel 1986 fu ucciso per un motivo preciso: il suo disegno strategico prevedeva una lotta senza quartiere per eliminare definitivamente lo spettro della povertà dalle nostre società. Lo afferma Gianfranco Carproro, nel suo intervento al convegno tenutosi a Milano sull'eredità politica di Carlo Rosselli, Thomas Sankara e dello stesso Palme, autentico leader della socialdemocrazia europea.

(Intervento ripreso da Radio Radicale, il testo è su Libreidee).
GP
 
GM MAGALDI: SERVE UNA LUNGA MARCIA, VERSO L'UNICA RIVOLUZIONE CAPACE DI SALVARE L'ITALIA

 Le prossime europee? Doppiamente inutili: in un Europarlamento senza potere, saranno i soliti noti a spartirsi le stesse poltrone. Per Gioele Magaldi, la "carica" dei sovranisti non cambierà proprio niente. Fine dell'equivoco gialloverde: il governo Conte doveva opporsi all'austerity infinita, ma ha fallito. Serve una rivoluzione culturale, sostiene il presidente del Movimento Roosevelt, preparata da una "lunga marcia" come quella di Mao, per aggredire la malattia socio-politica ed economica dell'Italia.

(Intervento su YouTube, ripreso da Libreidee).
 
SCANU: OLTRE L'ECONOMICISMO NEOLIBERISTA, COME PASSARE DAL DARWINISMO SOCIALE ALLA SOCIETÀ EVOLUTA

 L'economicismo neoliberista e il darwinismo sociale hanno deformato la percezione stessa della nostra società, impedendole di evolvere in modo aperto, plurale e democratico: lo sostiene Patrizia Scanu, nel suo intervento al convegno milanese su Rosselli, Palme e Sankara.

(Intervento ripreso da Radio Radicale, il testo è sul blog MR).
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ASSEMBLEA MR,
A SETTEMBRE LE DECISIONI


Slittano a settembre le decisioni sul futuro organizzativo del Movimento Roosevelt, inclusa l'elezione del presidente e le eventuali modifiche per rendere lo statuto più funzionale. L'assemblea generale tenutasi a Roma il 18 maggio è comunque servita a ragionare anche sulle europee: nel corso dell'assise, la rooseveltiana Stefania Schipani ha potuto chiarire la natura squisitamente keynesiana della sua candidatura nelle liste di +Europa.

(Video: la presentazione della candidatura di Stefania Schipani all'assemblea di Roma).

LE DIMISSIONI
DI PATRIZIA SCANU DALLA SEGRETERIA MR 


Dopo aver deciso di non partecipare all'assemblea generale romana del 18 maggio, si è dimessa con una comunicazione ai soci il 22 maggio Patrizia Scanu, che era stata eletta segretario generale del Movimento Roosevelt il 14 luglio 2018. "Con mio grande dispiacere – scrive – vi comunico di aver deciso di dimettermi dall'incarico di Segretario Generale del Movimento Roosevelt per incompatibilità sugli aspetti organizzativi e gestionali del MR».

(Sul blog MR la comunicazione ufficiale di Patrizia Scanu).

MAGALDI SPIEGA L'ABBANDONO DI PATRIZIA SCANU


Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt, riflette pubblicamente sulle inattese dimissioni di Patrizia Scanu dalla segreteria generale MR, fornendone i retroscena insieme alla sua personale lettura degli eventi che hanno condotto l'ex segretaria prima a disertare l'ultima assemblea di Roma e poi a comunicare ai soci la propria decisione di lasciare l'incarico, dopo meno di un anno di lavoro.

(Video: Magaldi con Moiso e poi con con Moiso e Mazzone).

A MILANO IL FORUM
SU ROSSELLI, PALME
E THOMAS SANKARA


Il germe del socialismo liberale introdotto da Carlo Rosselli e poi fermentato attraverso le straordinarie esperienze democratico-progressiste di Olof Palme in Svezia e Thomas Sankara in Burkina Faso. Tre giganti del pensiero e della politica, che il Movimento Roosevelt ha presentato nell'affollato convegno tenuto il 3 maggio a Milano. Tra i partecipanti anche l'ambasciatore italiano a Stoccolma e il filosofo del diritto Paolo Becchi.

(Su Radio Radicale la trasmissione integrale del convegno, in video).


Agenda MR

 

Giugno 23

Luglio 14
FESTA ROOSEVELTIANA
(LONDRA - h 15-18)
 
La sezione rooseveltiana di Londra, intitolata a William Beveridge, organizza il 23 giugno una festa, con raccolta fondi per sostenere il movimento. Oltre al rinfresco che sarà offerto, verrà anche proposto un "quiz politico" mirato a socializzare e contribuire all'autofinanziamento del gruppo londinese.
L'appuntamento è presso l'Inca Cgil Italian Advice Centre, in orario da confermare. 



(Adesioni e info via email info@rooseveltmovement.co.uk)
IL PARTITO CHE SERVE ALL'ITALIA
(ROMA - h 9.00)
 
Si svolgerà domenica 14 luglio a a Roma (Istituto Sant'Orsola, via Livorno 50, ore 9.00) l'assemblea fondativa del "Partito che serve all'Italia", cantiere politico progressista che vede tra i suoi promotori Gioele Magaldi, Nino Galloni e Marco Moiso, insieme ad altri esponenti rooseveltiani, in collaborazione con soggetti che provengono da diverse esperienze, tutti decisi a offrire al paese un'adeguata rappresentanza politica per recuperare la sovranità democratica dell'Italia di fronte all'attuale gestione dell'Unione Europea.

www.ilpartitocheserveallitalia.it

settembre 21
ASSEMBLEA GENERALE 
(ROMA - h 9.00)

 
La presidenza del Movimento Roosevelt ha fissato per sabato 21 settembre, all'Istituto Sant'Orsola di via Livorno 50 a Roma, alle ore 9.00 – la prossima assemblea generale del movimento.
L'ordine del giorno, in via di definizione, potrebbe proporre tra gli altri temi l'elezione del presidente (carica attualmente rivestita da Gioele Magaldi) e le possibili migliorie da apportare allo statuto MR, migliorando la sua funzionalità. 

 


 
   



 
Movimento Roosevelt / Democrazia contro oligarchia
 
Il mondo non è mai stato così ricco, eppure la società è colpita da diseguaglianze inaudite:
senza giustizia sociale non si possono garantire né diritti né pari opportunità.
Grazie all'opposizione artificiosa tra destra e sinistra, l'élite neoliberista ha potuto privatizzare il mondo, minando, dagli anni '70, il futuro delle istituzioni democratiche.
Oggi la vera contrapposizione politica non è più tra destra e sinistra, ma tra democrazia e oligarchia. 
Il Movimento Roosevelt è un soggetto politico meta-partitico ispirato da Gioele Magaldi
e istituito da 500 soci fondatori a Perugia  il 21 marzo del 2015.
Il nostro movimento è impegnato a smascherare la pretesa scientificità economicistica
del rigore nei bilanci pubblici, contribuendo al risveglio democratico della politica italiana, europea e mondiale.
Dobbiamo utilizzare indicatori economici che siano accurati nel misurare il benessere della collettività e ricominciare a costruire ricchezza con le politiche economiche proprie del modello post-keynesiano,
fondato sull'investimento pubblico strategico per rilanciare il settore privato.
Si tratta di una sfida culturale per la quale il Movimento Roosevelt si rivolge a tutte le persone di animo sinceramente progressista, disposte a contribuire a far crescere una nuova consapevolezza.
Per ridiventare cittadini e smettere di essere "sudditi" di anonimi tecnocrati, al servizio di potentati economici privatistici, abbiamo bisogno della consapevolezza, del supporto e dell'impegno del popolo.
L'orizzonte per il quale lavoriamo è squisitamente democratico: vogliamo restituire alla collettività
un futuro prospero e degno di essere vissuto appieno.


 
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