lunedì 15 aprile 2019

VACCINI / PER PRODURLI ANCHE CELLULE DI FETI ABORTITI


Da molti anni si usano cellule di feto abortito per produrre vaccini. Ma pochi lo sanno.
I media, travolti nella scriteriata campagna Pro Vax senza se e senza ma, propagandando bufale e fake news d'ogni sorta, preferiscono ignorare e suonare le trombe.
Perchè gli scienziati taroccati e Big Pharma vengano regolarmente serviti, riveriti omaggiati.
Di Vaccini & Feti si è parlato in un recentissimo convegno a Roma sul tema "Fede, Scienza e Coscienza", al quale sono intervenuti ricercatori i quali cercano, con gran fatica, di far conoscere agli italiani alcune verità nascoste sui vaccini, e soprattutto, su un loro razionale utilizzo.
Materia bollente, visti i muri di gomma innalzati da una classe politica sempre più genuflessa davanti ai mega interessi delle case farmaceutiche.
Sono intervenuti, tra gli altri, Debi Vinnedge, Martina Collotta, Stefano Montanari e Theresa Deisher.
Deisher afferma di aver trovato tracce di DNA fetale in alcuni vaccini e che questa presenza può spiegare lo scatenarsi di risposte autoimmuni.
Montanari rammenta che le linee cellulari fetali sono più di due: "Al momento – sostiene – esistono una trentina di vaccini realizzati con le due linee cellulari WI-38 e MRC-5, oltre a creme di bellezza. Ma sono in preparazione altre linee cellulari".


Stefano Montanari

Collotta, dal canto suo, spiega come avviene un aborto. Osserva che quelli finalizzati alle linee cellulari "lasciano il feto integro. E il feto deve essere assolutamente sano".
Per questo motivo gli interessi di Big Pharma non riguardano bimbi abortiti spontaneamente, che possono essere partoriti con qualche malformazione. Ma quelli abortiti per scelta, e quindi perfettamente sani. Come neanche gli ariani al tempo dei nazi.
Of course le industrie farmaceutiche che producono farmaci, vaccini & creme di bellezza hanno la vista lunga, pensano alle montagne di profitti e se ne strafottono della vita umana.
Su questi temi ha di recente "esternato" un medico ed ex consulente del colosso in pillole Sanofi-Pasteur. Dettagliando le incredibili ricerche portate avanti al Wistar Institute di Philadelphia per conto di Big Pharma. Al centro dell'interesse i feti, per produrre vaccini e cosmetici. Ne sono stati sacrificati ben 76 (di feti) stando alle sue solo conoscenze.
Ma ecco un altro raccapricciante racconto. "Per combattere una malattia esantematica, pericolosa solo per donne in gravidanza, si uccidono e fanno a pezzi i figli di chi rifiuta la maternità".
Scrive un sito di controinformazione: "Ci chiediamo che senso abbia impedire l'uso delle cellule embrionali per la ricerca e usare, senza dichiaralo apertamente, quelle fetali per fabbricare sieri farmaceutici. Non è certo 'tenendo nascosto' un crimine che se ne perdono i risvolti morali".
Racconta con grande amarezza una madre: "Ero all'oscuro di tutto questo al momento di vaccinare le mie bimbe e non mi sento, per questo, giustificata. Né la mia pediatra, né gli operatori della Asl mi avevano messa al corrente. Si obietterà che non vi è reato visto che quelle donne abortiscono volontariamente: loro sì, liberissime, ma chi è contrario all'aborto e ignora come vengono prodotti questi vaccini, compie una scelta che non gli appartiene, una scelta immorale. Diventa complice suo malgrado. Sono stata ingannata. E con me milioni di genitori".

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venerdì 12 aprile 2019

Glaxo: orfani, neonati e bambini usati come cavie da laboratorio


Secondo un’indagine di ‘The Observer’, bambini orfani e neonati fino a tre mesi sono stati utilizzati come cavie in esperimenti medici potenzialmente pericolosi sponsorizzati da aziende farmaceutiche, tra le quali la Glaxo. Ad affermarlo è il famoso quotidiano inglese “The Guardian“.


Il gigante britannico Glaxo Smith Kline e’ coinvolto nello scandalo. L’azienda ha sponsorizzato esperimenti su bambini presso l’Incarnation Children’s Centre, una casa di cura di New York specializzata nel trattamento dei malati di HIV e gestita da un ente di carita’ che si spaccia per cattolico.
I bambini venivano infettati da HIV o nati da madre con HIV positivo. I loro genitori erano morti, non trattati o ritenuti indatti  a prendersi cura di loro.

Secondo i documenti ottenuti da ‘The Observer’, Glaxo ha sponsorizzato almeno 4 studi medici usando bambini ispanici e neri all’Incarnation Children’s Center.
Gli esperimenti
I documenti forniscono dati di tutti gli studi clinici negli Stati Uniti e rivelano che gli esperimenti sponsorizzati da Glaxo sono stati progettati per testare la ‘sicurezza e la tolleranza’ dei farmaci AIDS alcuni dei quali presentano effetti collaterali potenzialmente pericolosi. Glaxo produce una serie di farmaci destinati a trattare l’HIV tra cui l’AZT.
Normalmente i test sui bambini richiedono il consenso dei genitori, ma, poiche’ i neonati sono in cura, sono le autorita’ di New York a decidere.
Piu’ di 100 bambini sono stati utilizzati in 36 esperimenti-almeno quattro cosponsorizzati da Glaxo.
Alcuni di questi studi sono stati progettati per testare la tossicita’ di farmaco AIDS.
Uno ha esaminato la reazione nei bambini di sei mesi ad una doppia dose di vaccino contro il morbillo. Un altro riguarda il dosaggio di cocktail di sette farmaci contemporaneamente.
Nel 1997 un esperimento co-sponsorizzato da Glaxo ha usato i bambini per ottenere dati di tolleranza, sicurezza e farmacocinetica per i farmaci Herpes.
In un esperimento piu’ recente i bambini sono stati utilizzati per testare l’AZT.
Un terzo esperimento sponsorizzato da Glaxo e dall’impresa farmaceutica statunitense Pfizer ha esaminato la sicurezza a lungo termine di farmaci antibatterici nei bambini di 3 mesi.
Vera Sharov, Presidente dell’Alleanza per la Protezione della Ricerca Umana ha dichiarato che i bambini sono stati trattati come ‘animali da laboratorio’.
Visto su: www.jedanews.it
Traduzione e sintesi a cura di: nomassoneriamacerata.blogspot.it

giovedì 11 aprile 2019

Rete Voltaire: I principali titoli della settimana 10 aprile 2019


Rete Voltaire
Focus




In breve

 
Londra ha deliberatamente consentito a una rete criminale di finanziare la jihad
 

 
Donald Trump propone un disarmo nucleare relativo
 

 
David Malpass elettro presidente della Banca Mondiale
 

 
La Svizzera vieterà la detenzione di armi da guerra?
 

 
Jihadisti trasferiti dalla Siria in Moldavia
 

 
Il Brunei applica la sharia
 

 
India, quarta potenza in grado di distruggere un satellite
 

 
Le banche cinesi e russe si rendono indipendenti dal sistema occidentale
 

 
Preparazione di attentati terroristi a Carcas
 

 
Juan Guaidó ha iniziato a saccheggiare le risorse venezuelane
 

 
Dichiarata la guerra elettromagnetica
 
Controversie

 
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Martin Selmayr e lo strano suicidio alla corte di Bruxelles


La bomba l'ha sganciata Libèration. Secondo il giornale francese, infatti, Martin Selmayr, Segretario generale della Commissione europea, tedesco della Cdu e descritto come "una delle figure più potenti e influenti della commissione stessa", è al centro di una storia fatta di veleni che farebbe impallidire gli sceneggiatori di pluripremiate serie televisive come House of Cards o 24.

L'autore dello scoop intitolato "Selmayrgate, conflitti d'interesse, menzogne e…suicidio" è Jean Quatremer, giornalista di fama internazionale e prestigio indiscusso, già in passato autore di ficcanti retroscena su Bruxelles.

L'incipit dell'inchiesta è clamoroso: "Laura Pignataro s'è suicidata il  17 dicembre. Questa alta funzionaria del servizio giuridico della  Commissione Europea era stata costretta a difendere la nomina, macchiata di irregolarità, di Martin Selmayr, già capo di gabinetto di Jean-Claude Junker, come segretario generale dell'istituzione".

L'inchiesta sull'eurocrate Martin Selmayr

Bruxelles, 17 dicembre 2018, ore 7.30 del mattino. Secondo la ricostruzione di Quatremer, Laura Pignataro chiede a Lorenza B., la ragazza che l'ha ospitata per alcuni giorni, di accompagnare la figlia quattordicenne alla fermata dell'autobus per andare a scuola. Non si sente bene, si giustifica. Appena le due donne si salutano, l'avvocatessa sale all'ultimo piano dell'edificio e si getta nel vuoto. Muore all'istante. La polizia belga conclude rapidamente che si tratta suicidio. Ma perché questa donna italiana, una brillante giurista dalla carriera brillante, si sarebbe suicidata?

E chi è Laura Pignataro? Non una persona qualunque. Come racconta Libèration, "contava nella cosiddetta bolla europea. Questa giurista italiana, figlia di un magistrato, formatasi in Italia, Stati Uniti, Francia e Spagna, faceva parte del gruppo chiuso di alti funzionari della Commissione". Nel giugno 2016, prosegue, "è stata promossa a capo del dipartimento risorse umane del servizio giuridico della Commissione. È questa mansione che l'ha portata a ricoprire un ruolo chiave nella gestione del caso Martin Selmayr, ex capo dello staff tedesco di Jean-Claude Juncker".

Come racconta Linkiesta, il potentissimo avvocato tedesco molto vicino ad Angela Merkel, "in meno di dieci anni è passato da semplice portavoce a segretario generale della Commissione, il ruolo amministrativo più importante dell'Unione europea" – che ricopre dal 1° marzo scorso. Per arrivarci, Seymar avrebbe scavalcato tutti, anche direttori generali molto più anziani e più esperti di lui. E ora il quotidiano francese collega il suicidio della Pignataro proprio alla scalata sospetta dell'avvocato "macchiata di irregolarità". Una scalata che lascia spazio a moltissimi dubbi e anzi: c'è chi parla di un vero e proprio golpe.

La ricostruzione

"Panico". Su pressione anche dei media, il 28 febbraio 2018 la commissione per il controllo del budget del Parlamento europeo invia 134 domande al fine di fare chiarezza sul "Selmayrgate". Secondo quanto riportato dal giornale francese , il 24 marzo, 10 persone del Servizio giuridico, tra cui Pignataro, si riuniscono per preparare le risposte. Ad un certo punto, tuttavia, il potente eurocrate entra nella stanza e blocca tutto.

Una seconda riunione per rispondere a nuove domande dei parlamentari è indetta il 2 aprile. Anche stavolta, il segretario generale fa sentire la sua pressione e influenza. Fonti anonime citate da Libération descrivono la Pignataro come furiosa per le violazioni al regolamento che le vengono imposte. A maggio entra in scena Emily O' Reilly, mediatore europeo, ovvero "l'organo indipendente e imparziale che chiama le istituzioni e gli organismi dell'Ue a rispondere del loro operato e promuove la buona amministrazione". O'Reilly vuole tutte le e-mail concernenti la nomina sospetta dell'avvocato tedesco e Laura Pignataro a quel punto decide di cedere e consegnare il materiale.

Naturalmente, Selmayr è letteralmente furioso. Secondo Quatremer "le impone di non parlare con nessuno", la mette nella situazione di essere "obbligata a mentire", "la chiama nel cuore della notte per darle delle direttive". Il 12 dicembre, l'avvocatessa italiana confesserebbe agli amici tutta la sua frustrazione: "Sono finita".

Lo strano suicidio di Laura Pignataro

Che pressioni avrebbe ricevuto Laura Pignataro tanto da doversi togliere la vita? "Né Martin Selmayr, né Günther Oettinger, commissario per l'amministrazione, né Juncker hanno ritenuto opportuno inviare le loro condoglianze alla famiglia, né di partecipare (o di essere rappresentati) alla cremazione tenuto 21 dicembre a Bruxelles". D'altra parte, "quel giorno, tutti i funzionari hanno ricevuto un messaggio da Selmayr augurandoci buone feste. Siamo rimasti tutti scioccati", racconta uno degli amici dell'italiana a Libèration.

Alla base del suo gesto tragico ci sono motivi non professionali? Libèration sembra escludere questa pista. "Quelli che abbiamo intervistato la descrivono una donna che ama la vita e lo sport. "È difficile capire il suo gesto, era allegra, forte ed energica", ricorda uno dei suoi ex capi, Giulano Marenco, vice direttore generale del dipartimento legale in pensione. Non si sentiva sopraffatta da nulla".

La replica della Commissione

Nelle scorse ore, la Commissione europea ha replicato alle accuse mosse dall'inchiesta del giornale francese. "La Commissione europea respinge il contenuto dell'articolo nel modo più forte possibile – si legge in una nota -. Si basa su una richiesta completamente sbagliata e su "fonti" anonime. Fa accuse inaccettabili che non hanno nulla a che fare con la realtà di ciò che è agli occhi del pubblico".

La morte della nostra brillante collega, prosegue, "direttore del servizio giuridico, a cui si è fatto riferimento nell'articolo, è stato uno shock per tutti noi che abbiamo avuto il privilegio e la possibilità di conoscerla e lavorare con lei". Per la commissione, che cita la polizia belga, la vicenda è chiusa: "suicidio in un contesto privato".

Fonte: www.occhidellaguerra.it

mercoledì 10 aprile 2019

GIULIO TARRO / IL J’ACCUSE CONTRO L’OBBLIGO DEI VACCINI


Lo scandalo sulla obbligatorietà dei vaccini continua.
Un forte j'accuse, super attrezzato sotto il profilo scientifico, arriva da Giulio Tarro, il ricercatore napoletano insignito a fine 2019 del titolo di "miglior virologo mondiale" a New York. Allievo di Albert Sabin che scoprì il vaccino antipolio, due volte nella cinquina del Nobel per la Medicina, Tarro ha appena scritto un pamphlet consigliato a tutti i cittadini e alle famiglie che vogliono districarsi nella giungla informativa – o meglio disinformativa – che ruota intorno ai vaccini e non solo.
Emblematico già il titolo, "Una medicina per la gente – Dal Male Oscuro alla imposizione delle vaccinazioni", che segue ad un anno di distanza "10 cose da sapere sui vaccini", teso ad evidenziare tutte le assurdità del decreto Lorenzin sul folle obbligo vaccinale.
Un libro storico e anche autobiografico, attraverso cui si leggono pagine di scienza, di medicina e di vita vissuta, le prime ricerche con il maestro Albert Sabin; ma anche vicende personali, per fare un solo esempio la storia dell'amatissima gattina Venerina, che fin da giovane gli fece capire la totale assurdità delle pratiche di sperimentazione animale, le atrocità e la completa anti-scientificità della "vivisezione".

QUEGLI SCIENZIATI CIUCCI & PRESUNTUOSI
Ma andiamo al cuore del problema, le vaccinazioni.


Una foto d'epoca che ritrae Giulio Tarro in laboratorio con Albert Sabin.I n apertura Tarro e la copertina del suo nuovo libro

Da gustare l'incipit, una frase di Bertrand Russell: "Il problema dell'umanità è che gli stupidi sono sempre sicurissimi, mentre gli intelligenti sono pieni di dubbi". Una frase – commenta Tarro – "completamente sbagliata se con il termine di 'intelligenti' si intende 'scienziati'. Mai conosciuta una categoria più arrogante e arruffona, capace di qualsiasi infamia pur di preservare miserabili privilegi".
Quale l'odierno portabandiera di questa kasta? Lo 'scienziato' (sic) che va per la maggiore nei salotti tivvù, il ricercatore via facebook, il più 'gettonato' a botte di like. Si tratta di Roberto Burioni, massone del Grande Oriente d'Italia a sua insaputa (nega di essere iscritto ad alcuna loggia), in palese conflitto d'interessi, dal momento che sforna brevetti per le aziende di Big Pharma, ad esempio quella di lady Diana Bracco. E' stato autore, un anno e mezzo fa, di un epico "La congiura dei Somari", l'incappucciato Burioni, per discreditare tutti quelli che non la pensano come lui sul bollente tema dei vaccini.
Come, per fare un nome, il Nobel Luc Montagnier, che osa attaccare l'obbligatorietà vaccinale e dimostrare – documenti scientifici alla mano – tutte le cautele che bisogna adottare per evitare di finire nelle grinfie di Big Pharma.
Somari oppure, commenta Tarro, "'Asini', termine entrato in auge grazie alla davvero scandalosa ospitalità concessa dalla TV ad un ormai famigerato personaggio che si erge a 'Sacerdote della Scienza'".


Beatrice Lorenzin

Racconta Tarro: "Per me il, il 2018 è stato l'anno della rinascita. Mi mancava il gusto della polemica, che mi aveva animato sin dai tempi del 'Male Oscuro'. Per mia fortuna, nel 2018 fui risucchiato nella tempesta scatenata dalla sbalorditiva campagna vaccinale imposta dal ministro della Sanità Beatrice Lorenzin. Su questa ho pubblicato 'Dieci cose da sapere sui vaccini' (edito dalla Newton Compton) che voleva essere al di sopra delle parti: non già un libello 'pro o contro' ma una panoramica a 360 gradi sulla questione vaccini indirizzata anche ai miei colleghi medici che, spesso, soprattutto quando rivestono una qualche carica accademica, finiscono per aggrapparsi pervicacemente alle proprie 'convinzioni'. Il 'nocciolo' consisteva in una tabella che schematicamente sintetizzava 'i pro e i contro' di ognuno dei vaccini resi obbligatori dalla legge 119 del 28 luglio 2017".

IL MAESTRO ALBERT SABIN
Seguiva un anno fa, e segue anche nel fresco di stampa, una densa carrellata sui vaccini, con tanto di aspetti favorevoli e sfavorevoli; quindi tutte le precauzioni da prendere prima dell'uso oppure farmaci da non assumere perché del tutto inutili, e comportanti rischi di gran lunga maggiori dei possibili benefici.
S'interroga lo scienziato di origini siciliane e partenopeo d'adozione: "Perché mai una persona come me, spesso etichettato come 'il figlioccio di Sabin' (il quale deve la sua fama alla vaccinazione antipoliomielitica) si mette a scrivere un libro che pone dei dubbi sulle vaccinazioni? Sabin era una persona eccezionale talmente convinto della bontà del suo vaccino da testarlo, nel 1953, dapprima su se stesso e poi sulle sue figlie Debby e Amy. Questa sua certezza, comunque, non sconfinò mai nel fanatismo e nonostante l'innegabile superiorità del suo vaccino rispetto a quello ideato da Salk (quest'ultimo sponsorizzato da già allora potenti lobbies farmaceutiche), ebbe sempre un profondo rispetto per le opinioni di ricercatori 'filo-Salk', che mai e poi mai si permise di additare come 'asini'". Come, purtroppo, succede oggi.
Eccoci ad una drammatica storia che Tarro rammenta. "Nel 1980, a Verona, mi imbattei nella tragedia dei fratellini Tremante. Due morti dopo una vaccinazione, il terzo – dopo la stessa vaccinazione che era stata sciaguratamente imposta dalle 'autorità sanitarie' – ridotto alla paralisi. Dopo aver visitato il bambino 'superstite', letto le cartelle cliniche e innumerevoli analisi, il mio responso fu inequivocabile: encefalopatia da poliovirus vaccinico. La tempesta che si scatenò dopo quella diagnosi la potete leggere nel mio libro sui vaccini; qui mi basti dire che quella vicenda mi permise di conoscere un collega davvero eccezionale che aveva assistito il padre dei fratellini Tremante nella sua odissea: Roberto Gava, per il quale, quarant'anni dopo, mi è toccato di scrivere una relazione presentata in sua difesa nei confronti dell'Ordine dei medici di Treviso che ne aveva decretato l'espulsione".

MEDIA ALLINEATI E COPERTI

Roberto Burioni

Prosegue il virologo: "Ma la campagna terroristica scatenatasi a seguito del Decreto Lorenzin non ha riguardato solo medici come Roberto Gava. No, la protervia del 'mondo scientifico' (e dei relativi sponsor) ha travolto anche i biologi. E' di questi giorni il linciaggio mediatico contro l'Ordine dei Biologi 'colpevole' di aver, parzialmente, finanziato (10 mila euro su 50 mila) una ricerca portata avanti da una associazione – Corvelva – e affidata a prestigiosi laboratori al di sopra di ogni sospetto. Date una occhiata ai titoli della stragrande maggioranza dei giornali: 'Le fake news fanno danni', 'Allarmismo ingiustificato'. 'Questo tipo di analisi è inutile e pretestuoso', 'Nella produzione dei vaccini sono previsti centinaia di controlli, cui si aggiungono quelli a campione delle istituzioni nazionali ed europee', 'Un concentrato di sciocchezze ed errori sperimentali, dei quali qualcuno dovrà presto vergognarsi'… Nessuno, o quasi, che si degni di riportare COSA abbiano evidenziato quelle analisi: decine di impurità e di sostanze potenzialmente tossiche e/o nocive. Uno scandalo – come evidenziato del Presidente dell'Ordine Nazionale dei Biologici Vincenzo D'Anna – pari alla mancata pubblicazione degli esami di certificazione e di qualità che sono per legge propedeutici alla commercializzazione di medicinali come, appunto, i vaccini".
Conclude, con amarezza, Tarro: "Servirà almeno questo scandalo a far riflettere l'opinione pubblica e il 'mondo politico' su una 'campagna vaccinale' come quella imposta dalla legge 119 del 2017? Sarei lieto se almeno servirà a far riflettere il mondo medico. Ma su quello, ormai, nutro sempre meno speranze".
P.S. In un prossimo servizio documenteremo cosa Tarro pensa e scrive a proposito della "sperimentazione animale", alias "vivisezione", nel suo "Una medicina per la gente".
Un'altra lezione di scienza – quella vera – e di civiltà.

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