martedì 9 aprile 2019

I medici Usa al Congresso: vaccini pericolosi, no all’obbligo

VacciniLa Association of American Physicians and Surgeons (Aaps, Associazione dei medici e chirurghi americani) si oppone con forza all’interferenza federale nelle decisioni mediche, incluse quelle sui vaccini obbligatori. Dopo essere stati pienamente informati sui rischi e sui benefici di una procedura medica, i pazienti hanno il diritto di accettare o rifiutare la procedura. La regolamentazione della pratica medica è una funzione statale, non federale. La prevalenza dell’ordinamento pubblico sulle decisioni dei pazienti o dei genitori riguardo all’accettazione di farmaci o ad altri interventi medici è una seria intrusione nella libertà dell’individuo, nella sua autonomia, e nelle decisioni dei genitori sull’educazione dei figli. Il motivo addotto a sostegno delle politiche di vaccinazione obbligatoria è la minaccia per la salute pubblica. Ma che razza di minaccia è necessaria per giustificare che le persone siano costrette ad accettare i rischi imposti dalle scelte del governo? Il legislatore può intervenire per proteggere la popolazione da un rischio di uno su un milione di prendere il cancro per un’esposizione involontaria ad una tossina, o da un rischio di uno su centomila dovuto a un’esposizione volontaria (ad esempio, per lavoro). Qual è il rischio di morte, di cancro o di una complicazione invalidante per un vaccino?
Non ci sono studi di sicurezza rigorosi e di attendibilità sufficiente per escludere rischi molto maggiori di complicazioni, anche uno su diecimila, per i vaccini. Questi studi richiederebbero un adeguato numero di soggetti, una lunga durata (anni, non giorni), un gruppo di controllo non vaccinato (il “placebo” dovrebbe essere veramente una sostanza inattiva, come la soluzione salina isotonica, non un adiuvante o qualsiasi cosa eccetto l’antigene testato), e osservazioni su tutti gli eventi sanitari avversi (inclusi i disturbi dello sviluppo neurologico). I vaccini comportano inevitabilmente rischi, come riconosciuto dalla Corte Suprema e dal Congresso degli Stati Uniti. Il Vaccine Injury Compensation Program (Programma per il risarcimento dei danni causati da vaccini) ha pagato circa 4 miliardi di dollari di danni, anche se per ottenere il rimborso devono essere superati ostacoli notevoli. Il danno può essere talmente grave che la maggior parte delle persone preferirebbe ripristinare le funzionalità perdute, invece di ricevere un indennizzo multimilionario. Il vaccino contro il vaiolo è così pericoloso che non lo si può assumere, nonostante il vaiolo oggi sia statotrasformato in un’arma.
L’antirabbica è somministrata soltanto dopo una sospetta esposizione al contagio o a persone ad alto rischio come i veterinari. Il vaccino a cellule intere contro la pertosse è stato ritirato dal mercatostatunitense, un decennio dopo il ritiro dal mercato giapponese, a causa delle segnalazioni su gravi danni permanenti al cervello. Il vaccino acellulare che l’ha rimpiazzato è evidentemente più sicuro, sebbene sia un po’ meno efficace. Il rapporto rischi-benefici varia a seconda della frequenza e della gravità della malattia, della sicurezza del vaccino e dei fattori individuali del paziente. Questi devono essere valutati dal paziente e dal medico, non imposti da un’agenzia governativa. Il morbillo è la minaccia, molto pubblicizzata, usata per sostenere l’obbligo, ed è probabilmente la minaccia peggiore tra le malattie che possono essere prevenute dai vaccini, perché è molto contagioso. Ci sono epidemie occasionali, che in genere iniziano da un individuo infetto proveniente da qualche luogo Il Congresso Usafuori dagli Stati Uniti. La maggioranza delle persone, ma assolutamente non tutte quelle che prendono il morbillo, non sono state vaccinate. Quasi tutti hanno un totale recupero, sviluppando un’immunità forte che dura tutta la vita.
L’ultima morte per morbillo negli Stati Uniti è avvenuta nel 2015, secondo i Center for Disease Control and Prevention (Cdc, Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie). Le potenziali complicazioni dovute al morbillo, inclusa la morte di persone che non possono essere vaccinate perché immunodeficienti, sono una giustificazione per abrogare i diritti degli americani e stabilire un precedente per restrizioni ancora maggiori al nostro diritto di dare – o rifiutare – il consenso agli interventi medici? Chiaramente, no. Le vaccinazioni Mpr sono state seguite da molte gravi complicazioni, che sono elencate dal produttore nel foglietto illustrativo, sebbene non si sia potuta stabilire una relazione causale. Secondo un rapporto del 2012 della Cochrane Collaboration, «il design e la segnalazione dei risultati di sicurezza negli studi sui vaccini Mpr, sia prima che Manifestazione free-vaxdopo la commercializzazione, sono in gran parte inadeguati» (citato dal National Vaccine Information Center, Centro nazionale informativo sui vaccini).
I sostenitori dell’obbligo spesso affermano che sia necessario un tasso di vaccinazione del 95% per raggiungere l’immunità di gregge. Tuttavia Mary Holland e Chase Zachary della Nyu School of Law, sulla “Oregon Law Review”, ribattono che, poiché la completa immunità di gregge e l’eliminazione del morbillo sono irrealizzabili, l’obiettivo migliore è l’effetto gregge e il controllo della malattia. Il risultato ottimale, sostengono, deriverebbe dal consenso informato, da una maggiore comunicazione aperta e da un approccio che si basa sul mercato. Anche senza tenere conto degli effetti avversi del vaccino, i risultati della vaccinazione quasi universale non sono stati del tutto positivi. Il morbillo, quando si verifica, è quattro o cinque volte peggiore rispetto ai tempi antecedenti alle vaccinazioni, secondo il “Lancet Infectious Diseases”, a causa della diversa distribuzione dell’età: più adulti, la cui immunità, basata sul vaccino, è diminuita, e più bambini che non ricevono più l’immunità passiva dalle loro madri, naturalmente immuni, in modo da essere protetti durante il loro periodo più vulnerabile.
Il morbillo è un problema assillante, e una vaccinazione forzata e più completa probabilmente non lo risolverà. Sono necessarie migliori misure di sanità pubblica – rilevamento, tracciamento dei contatti e isolamento precoci; un vaccino più efficace e più sicuro; o un trattamento efficace. Nel frattempo, coloro che scelgono di non vaccinarsi adesso potrebbero farlo durante l’esplosione di un focolaio, o possono essere isolati. I pazienti immunodepressi potrebbero scegliere l’isolamento, in ogni caso, perché anche le persone vaccinate possono trasmettere il morbillo, anche se non si ammalano. Il Congresso dovrebbe considerare le seguenti questioni: i produttori sono praticamente immuni dalla responsabilità connessa al prodotto, quindi è molto diminuito l’incentivo a sviluppare prodotti più sicuri. I produttori possono persino rifiutarsi di rendere disponibile un prodotto ritenuto più sicuro, come il vaccino monovalente contro il morbillo in preferenza all’Mpr (morbillo-parotite-rosolia). Il rifiuto dei consumatori è l’unico incentivo a fare meglio. Ci sono enormi conflitti d’interesse che implicano Jane Orient, direttrice dell'Aapsrelazioni redditizie con i fornitori di vaccini. Viene repressa la ricerca sui possibili effetti avversi del vaccino, così come il dissenso dei professionisti. Esistono molti meccanismi teorici per giustificare gli effetti avversi dei vaccini, specialmente nei bambini con cervello e sistema immunitario in sviluppo.
Notate gli effetti devastanti del virus Zika o della rosolia sugli esseri umani in sviluppo, mentre gli adulti possono avere infezioni lievi o asintomatiche. Molti vaccini contengono virus vivi, con lo scopo di provocare una lieve infezione. Il cervello dei bambini si sviluppa rapidamente – qualsiasi interferenza con la complessa sinfonia dello sviluppo potrebbe essere rovinosa. I vaccini non sono né sicuri al 100% né efficaci al 100%. Né sono gli unici mezzi disponibili per controllare la diffusione della malattia. L’Aaps crede che il diritto alla libertà sia inalienabile. Pazienti e genitori hanno il diritto di rifiutare la vaccinazione, anche se le persone potenzialmente contagiose possono essere limitate nei loro movimenti (ad esempio come avviene con l’Ebola), poiché ciò è necessario per proteggere gli altri da un pericolochiaro e presente. Le persone non vaccinate non esposte a una malattia e senza alcuna prova di contagio non rappresentano un pericolo chiaro o presente.
(Jane M. Orient, direttore generale dell’Aaps, Association of American Physicians and Surgeons, “Dichiarazione sull’obbligo vaccinale federale”; lettera indirizzata al Congresso degli Stati Uniti il 26 febbraio 2019, tradotta da “Voci dall’Estero”. L’Aaps rappresenta migliaia di medici in tutte le specialità, negli Usa, a livello nazionale. È stata fondata nel 1943 per proteggere la medicina privata e la relazione medico-paziente).

lunedì 8 aprile 2019

[Reseau Voltaire] Les principaux titres de la semaine 6 apr 2019


Réseau Voltaire
Focus




En bref

 
David Malpass élu président de la Banque mondiale
 

 
La Suisse interdira-t-elle la détention d'armes de guerre ?
 

 
Des jihadistes envoyés de Syrie en Moldavie
 

 
Brunei applique la Charia
 

 
L'Inde rejoint les 3 autres puissances capables de détruire un satellite
 

 
Les banques chinoises et russes s'autonomisent face au système occidental
 

 
Préparation d'attentats terroristes à Caracas
 

 
Juan Guaidó a commencé à piller les avoirs vénézuéliens
 

 
La guerre électromagnétique est déclarée
 

 
Le Hezbollah salue l'unité retrouvée des Libanais face aux USA
 

 
Les USA inventent la « réciprocité d'accès »
 
Controverses
Fil diplomatique

 
Campagne états-unienne de pression maximale sur le régime de l'Iran
 

 
Ultime lettre d'Abdelaziz Bouteflika
 

 
Lettre de démission d'Abdelaziz Bouteflika
 

 
L'Iran a lancé un missile balistique Shahab-3
 

 
Communiqué du ministère algérien de la Défense nationale
 

 
Communiqué du pape François et du roi Mohammed VI sur le statut de Jérusalem/Al-Quods
 

 

« Horizons et débats », n°8, 1er avril 2019
La démocratie peut-elle être réduite à l'informatique ?
Partenaires, 1er avril 2019
abonnement    Réclamations


Ritrovate le lettere personali di Nikola Tesla – Si fa luce sul rapporto di Tesla con Mihajlo Pupin


Due delle lettere di Nikola Tesla a Radoje Jankovic, il Console Generale del Regno di Jugoslavia a New York, che si pensavano fossero perse, sono state ritrovate – ha dichiarato l’Associazione Adligat.
“Due delle lettere di Tesla in cui scrive di Mihajlo Pupin, della sua malattia e del suo desiderio di visitarlo all’ospedale, sono state trovate pochi giorni fa, e sono state acquistate per i musei di questa Associazione a caro prezzo”, dice la nota.
Le lettere sono di grande importanza per la cultura serba, sono scritte in un chiaro alfabeto cirillico e dal loro contenuto possiamo accertare che Tesla e Pupin avessero un’amicizia molto forte ed intima.
Queste lettere gettano nuova luce sulla storia dell’amicizia tra i due grandi scienziati e confermano la loro vicinanza, mentre contraddicono completamente la famigerata storia di come Tesla e Pupin si fossero riconciliati in ospedale sul punto di morte di Pupin.
Le lettere erano state scritte tre mesi prima della morte di Pupin e non si parlava di alcun conflitto tra Tesla e Pupin. Al contrario, le lettere di Tesla descrivono il suo desiderio di incontrare Pupin il prima possibile.
Le lettere saranno disponibili per i ricercatori presso la sede di Adligat lunedì, mentre l’Associazione si aspetta assistenza da parte delle istituzioni competenti per quanto riguarda la loro conservazione e protezione.
Photo credits: Adligat

domenica 7 aprile 2019

Rete Voltaire: I principali titoli della settimana 6 aprile 2019


Rete Voltaire
Focus




In breve

 
Jihadisti trasferiti dalla Siria in Moldavia
 

 
Il Brunei applica la sharia
 

 
India, quarta potenza in grado di distruggere un satellite
 

 
Le banche cinesi e russe si rendono indipendenti dal sistema occidentale
 

 
Preparazione di attentati terroristi a Carcas
 

 
Juan Guaidó ha iniziato a saccheggiare le risorse venezuelane
 

 
Dichiarata la guerra elettromagnetica
 

 
Lo Hezbollah plaude alla ritrovata unità dei libanesi di fronte agli Stati Uniti
 

 
Gli USA s'inventano la «reciprocità d'accesso»
 

 
Erdoğan invitato in Crimea
 
Controversie

 
abbonamento    Reclami


venerdì 5 aprile 2019

Non c’è ricerca della Verità senza analisi dei documenti originali - INTERVISTA A THIERRY MEYSSAN 3/3

Mentre i giornalisti tendono a interpretare gli avvenimenti internazionali in funzione dei rispettivi governi, Thierry Meyssan si sforza di anticipare i fatti per permettere agli Stati presi di mira di proteggere il più efficacemente possibile le popolazioni. L’interpretazione di Meyssan degli ultimi 18 anni non è affatto “complottista”, come i suoi avversari vorrebbero far credere; si fonda invece sui documenti di lavoro dei Paesi occidentali, alcuni dei quali liberamente consultabili, benché ignorati dai media. Una ricerca sistematica delle fonti e la loro integrazione nel ragionamento è la metodologia che Meyssan applica anche quando riesce a procurarsi i documenti dopo anni dalla loro stesura.
Domanda/Edizioni Demi-LunePassiamo ora a Sotto i nostri occhi, un libro fuori dal comune… È scritto molto bene, breve e di facile comprensione; lei possiede un vero talento per spiegare in modo semplice problematiche complesse. L’unico appunto che si potrebbe fare è che il libro è davvero molto denso! Quasi ogni pagina contiene una rivelazione; la maggior parte dei politologi avrebbe certamente diluito queste informazioni in più opere. Si tratta in realtà del lavoro che lei ha svolto nei dieci anni trascorsi dalla pubblicazione dell’Effroyable Imposture 2.
Thierry Meyssan: Quando nel 2002 ho scritto L’incredibile menzogna, è stato in reazione a una contraddizione evidente tra narrazione dominante e quanto chiunque poteva constatare: l’amministrazione Bush mentiva. Le mie argomentazioni erano semplici, comprensibili e facilmente verificabili. Era un libro scritto da un giornalista. Nel 2006 ho scritto l’Effroyable Imposture 2 come si trattasse di una tesi di dottorato, con centinaia di riferimenti bibliografici: un lavoro di ricerca redatto per il grande pubblico. Questo terzo volume, Sotto i nostri occhi, pubblicato nel 2017, è una sintesi destinata a chi deve prendere decisioni, presentata sotto forma di un viaggio personale. È un libro scritto da un analista governativo.
È vero, ci sono davvero troppe informazioni, ma tutte utili. Non volevo presentare in dettaglio un avvenimento o un altro, bensì descrivere il panorama generale dei rapporti di forza mondiali dopo l’11 Settembre ed esporre la mia interpretazione. Nessuno finora ha fatto questo tipo di lavoro ma sicuramente molti lo imiteranno. Sono stati pubblicati innumerevoli libri che s’ispiravano alle mie precedenti opere, accadrà anche con questa.
DomandaCome il libro precedente, Sotto i nostri occhi, è probabilmente in anticipo di dieci anni rispetto al proprio tempo… Potrebbe essere uscito troppo presto e quindi essere comprensibile (ossia accettabile) non prima di un decennio?

La rivolta scoppiata in Francia sta per propagarsi all’intero Occidente

Thierry Meyssan: Ho riletto L’effroyable imposture 2, sulla guerra israeliano-libanese del 2006, quando è stato rieditato da Demi-Lune. Sono rimasto meravigliato della sua attualità, nonostante siano passati 12 anni. Questo significa che i problemi d’Israele e Libano sono tuttora irrisolti.
Sotto i nostri occhi diventerà un classico quando lo scontro che descrivo sarà risolto. Ebbene, la globalizzazione finanziaria sta per finire. La rivolta scoppiata in Francia si propagherà all’intero Occidente. Le persone patiscono senza capire il perché del loro impoverirsi. La rivolta potrebbe accelerare.
DomandaAnche la struttura della sua ultima opera è originale: lei decifra le “Primavere arabe” in tre sezioni, in ciascuna delle quali lei si pone nella prospettiva di un diverso protagonista: la Francia, i Fratelli Mussulmani e l’asse Washington-Londra.
Thierry Meyssan: Per questa ragione parlavo di “viaggio personale”.
Inizialmente ho interpretato gli avvenimenti basandomi sulle informazioni disponibili al grande pubblico, quelle dei media. Sfortunatamente la stessa modalità è stata usata dal governo francese per reagire. A questo stadio ho commesso molti errori, per esempio prendere per buono quel che si raccontava su Muammar Gheddafi.
Poi ho iniziato a esplorare la nebulosa jihadista. Mi sono reso conto che, nonostante le apparenze, era molto strutturata, che tutti i suoi capi (di Al Qaeda, di Daesh ecc.) provenivano dalla stessa organizzazione, la Confraternita dei Fratelli Mussulmani. Sono stato massone per molti anni, ho perciò subito capito come funzionava la Confraternita, i cui riferimenti arrivano direttamente dalla massoneria. Inoltre mio nonno, ufficiale dell’Intelligence, mi ha insegnato la vocazione dell’MI6 per le società segrete. Ho perciò riletto la storia dei Fratelli Mussulmani su scala regionale. Questo ha ribaltato quel che pensavo di aver capito.
Ho in seguito lavorato sui concetti strategici e l’organizzazione amministrativa di Stati Uniti e Regno Unito. Conoscevo alcune grandi linee degli avvenimenti, ho però cercato gli elementi sommersi che consentivano di collegarli tra loro. Ho trovato, per esempio, le mail del Foreign Office, rivelate nel 2004 da Derek Pasquill, un lanceur d’alerte [lett. lanciatore di allerta, ndt] britannico. Esse dimostrano che il Regno Unito ha preparato e organizzato le Primavere Arabe. Ho interpellato diversi protagonisti, per esempio il presidente libanese Emile Lahoud sul ruolo della Lega Araba. Ho analizzato volontariamente per conto della Repubblica Araba Siriana il piano delle Nazioni Unite contro la Siria. In poche parole, ho pazientemente e minuziosamente ricostruito la storia completa degli avvenimenti, il che ha di nuovo sconvolto quanto avevo capito in precedenza.
DomandaPer quanto incredibile possa sembrare, la sua analisi è sfortunatamente l’unica che nella sua globalità abbia senso; essa polverizza letteralmente la narrazione comunemente accettata dall’establishment politico-mediatico (la Responsabilità di proteggere, la Difesa dei Diritti Umani, la Difesa della Democrazia…), che si rivela essere una frode di massa.

Nelle scienze politiche, come in ogni altra scienza, le ipotesi devono essere messe a confronto con nuovi elementi ed essere rettificate

Thierry Meyssan: Io tratto le scienze politiche come vere e proprie scienze. Le ipotesi devono essere costantemente messe a confronto con nuovi elementi ed essere rettificate. Perciò bisogna cercare e trovare elementi che contraddicano quel che si ritiene acquisito.
Il modo attuale d’interpretare i crimini dei governi in rapporto ai grandi ideali è stupido. Per esempio, nessuno può credere che si porti la democrazia in un Paese bombardandolo. La democrazia è il potere del Popolo e non può in alcun caso essere imposto da uno Stato straniero.
Diversamente da quanto si pensa comunemente, i neoconservatori provengono da un partito trotskista che, in Francia, partecipava al congresso di un altro partito trotskista. Benché si siano aggregati all’amministrazione Reagan e abbiano più volte cambiato partito politico, sono tuttora trotskisti; oggi però pensano di poter fare la «rivoluzione mondiale» con le forze armate USA. Sono gli stessi individui che hanno fornito una copertura di sinistra alle primavere arabe, esibendo sulle televisioni occidentali i loro omologhi trotzkisti arabi.
Stanno per tornare in grande stile in Venezuela.
DomandaCome hanno potuto, persone intelligenti che si ritengono l’élite intellettuale, aderire a simili fesserie? Come possono continuare a farlo? Gheddafi e Bashar al-Assad massacrano e torturano i rispettivi popoli, guerre “civili” fatte da stranieri che si riversano in Siria a decine di migliaia, la scelta tra la peste dello Stato Islamico e il colera Assad, la favola dei “ribelli islamici moderati”, lo Stato Islamico “venuto dal nulla” oppure “creato di sana pianta da Assad per seminare il caos”, l’uso di armi chimiche da parte del “regime di Assad” che sta per vincere la guerra, il Rapporto Caesar, e via elencando?
Thierry Meyssan: Innanzitutto, Gheddafi e Assad hanno sempre protetto i propri concittadini. Altrettanto ha fatto Saddam Hussein, sebbene fosse un despota orientale che non esitava a far assassinare i membri del partito che gli facevano ombra. Non è possibile che un capo di Stato, pur essendo il torturatore odiato dal popolo, rimanga al potere. L’immagine che ci hanno venduto di questi personaggi proviene dall’immaginario hollywoodiano.
Lei ha certamente ragione, è una propaganda incoerente. Incrocia elementi di epoche diverse. Per esempio, all’inizio ci hanno presentato le “Primavere Arabe” come rivoluzioni spontanee. Poi ci hanno detto che in Siria le cose erano degenerale ed era nata una guerra civile. Ma, come ha rilevato lei, sul posto c’erano già decine di migliaia di combattenti stranieri: certo non poteva trattarsi di una guerra civile.
Del resto, è stato usato lo stesso trucco in Afghanistan, Iraq, Libia e Yemen: una vera epidemia di guerre civili nel Medio Oriente Allargato. Ebbene, si tratta di Paesi molto diversi, di società che non hanno molti rapporti fra loro.
DomandaStavo pensando innanzitutto agli intellettuali di sinistra, non tanto agli opinionisti… Dimostrano così spesso una sconfinata ingenuità da far nascere sospetti!
Thierry Meyssan: I concetti “destra” e “sinistra” rinviano alla guerra fredda, finita ormai da un quarto di secolo. Oggi non ci sono intellettuali di sinistra o di destra, non c’è nemmeno il popolo di sinistra o di destra.
Quel che possiamo constatare è una solidarietà di classe tra gli intellettuali che hanno l’approvazione dei media: non cercano più di capire il mondo, ma pensano solo a difendere gli interessi che hanno in comune con chi gli passa lo stipendio.
DomandaOgni volta che sente o legge termini come «regime siriano» «esercito di Bashar», «uomo forte di Damasco» (o di Bagdad, o di Tripoli, o del Cremlino), invece di «governo siriano», «esercito nazionale siriano» e «presidente siriano», l’ascoltatore o il lettore dovrebbe aggrottare la fronte e rendersi immediatamente conto che si trova di fronte non a un’informazione obiettiva, bensì a un discorso propagandistico! Ma come fanno le redazioni a giustificare un simile linguaggio propagandistico?
Thierry Meyssan: Infatti, cosa penseremmo se sentissimo parlare di “esercito di Emmanuel” al posto di forze armate francesi? Chi parla così non si fa onore.
DomandaOgni volta gli stessi trucchi della propaganda, le stesse médias-mensonges (bugie mediatiche), come le ha chiamate Michel Collon… e funziona sempre! È forse perché queste notizie di false atrocità (neonati tolti dall’incubatrice, bambini torturati, ragazzine cui vengono strappate le unghie laccate, viagra distribuito ai soldati per violenze di massa, ecc.) ci rivoltano a tal punto da obnubilare la nostra capacità di riflessione?
Thierry Meyssan: No, ci piace sentirle. Siamo come bambini che ascolano per l’ennesima volta la storia della strega cattiva. Sappiamo che è falsa e crudele, ma non ne abbiamo mai abbastanza. Sfortunatamente, siamo meno intelligenti dei bambini: ogni volta ci comportiamo come se la favola fosse realtà.
DomandaNaturalmente qui e là emergono frammenti importanti di verità. Per esempio, in occasione della prima accusa di uso di armi chimiche in Siria, sulla Rete sono apparsi articoli che ricordavano un fatto storico caduto nell’oblio: gli inglesi utilizzarono queste armi nella regione per domare la popolazione indigena!
Thierry Meyssan: Da quando la chimica nel XX secolo ha iniziato a progredire, gli occidentali hanno spesso fatto largo uso di gas contro le popolazioni civili: non solo gli inglesi, che furono i primi in Africa australe, ma anche gli italiani in Etiopia, gli Stati Uniti ad Haiti ecc. Gli occidentali hanno deciso di rinunciarvi non per nobiltà d’animo, ma perché sono armi che è difficile usare su larga scala senza pagarne le conseguenze.
Le armi chimiche sono state introdotte in Siria dall’Esercito Siriano Libero, un’organizzazione jihadista, all’epoca sponsorizzata dalla Francia. Era formata soprattutto da elementi di Al Qaeda che avevano combattuto in Libia. Quest’organizzazione ha annunciato in un video che avrebbe usato gas sarin contro gli alauiti. L’ha fatto più volte perché, secondo loro, gli alauiti non sono dei mussulmani.
L’Esercito Arabo Siriano, quello regolare, possedeva scorte di armi chimiche che risalivano agli anni Sessanta. Non le ha mai utilizzate e sono state distrutte con la supervisione di Stati Uniti e Russia. Quel che è strano è che nessuno sembra sapere che Israele non ha firmato la Convenzione Internazionale che ne vieta l’uso. Lo Stato ebraico ha portato avanti fino agli anni Ottanta un programma di ricerca degno dei nazisti, che mirava a intossicare gli esseri umani selezionandoli per razza.
DomandaDopo le gigantesche manifestazioni contro la guerra che ci sono state ovunque nel mondo alla vigilia dell’invasione dell’Iraq, è lecito chiedersi dove sia finito questo grande movimento contro la guerra. Sembra essersi letteralmente dissolto, evaporato. Ma non credo che le persone si lascino prendere in giro a tal punto. Il movimento dei Gilet Gialli per esempio è iniziato per la goccia della fiscalità chiamata “verde”, che ha fatto traboccare il vaso; ma quando si ascoltano i manifestanti ci si rende conto che è piuttosto l’intero sistema della mondializzazione e della finanziarizzazione dell’economia che li disgusta e che respingono in blocco…

Le “primavere arabe” e le “rivoluzioni colorate” sono messinscene

Thierry Meyssan: Il movimento di protesta contro l’attacco all’Iraq ha dato origine alle più grandi manifestazioni a livello mondiale, fuorché in Francia, dato che il presidente Chirac era il leader di questo movimento popolare internazionale. Il movimento non è riuscito a impedire il massacro e il presidente Chirac ha dovuto chinare il capo. Quel che è seguito è stato presentato come un’epidemia di guerre civili su cui le persone non hanno potuto prendere posizione.
La protesta dei Gilet Gialli è solo agli inizi. Il primo mese si è trattato di una reazione epidermica a una fiscalità eccessiva, che lei ha definito fiscalità “verde”. A questo proposito è bene ricordare che il presidente Macron aveva annunciato il progetto di “rendere più verde” la finanza: è solo fumo negli occhi. È trascorso un quarto di secolo da quando abbiamo creduto di poter raggiungere la prosperità grazie alla dissoluzione dell’URSS e al libero corso lasciato al capitalismo. I dirigenti internazionali e nazionali che si sono avvicendati hanno tutti accettato questa scelta, di cui soltanto oggi scopriamo il prezzo: solo in Occidente sono sparite decine di milioni di persone che appartenevano alla classe media.
Per questo il movimento dei Gilet Gialli durerà finché non si porrà rimedio agli errori commessi dopo la distruzione dell’Unione Sovietica. Stiamo per entrare in un periodo rivoluzionario che durerà almeno un decennio.
Alcune persone si chiedono se questa ribellione sia paragonabile a quella delle primavere arabe. Certamente no. Le primavere arabe e le rivoluzioni colorate sono state messinscene di una contestazione fasulla. Non si fa la rivoluzione per installare la «democrazia del mercato», secondo l’espressione USA, ma perché non si hanno più i mezzi per vivere. Le rivoluzioni colorate durano pochi giorni o poche settimane e permettono la sostituzione dei governi senza cambiare la società. Le rivoluzioni autentiche durano anni e non hanno bisogno di cambiare i governanti, benché accada nella maggior parte dei casi: cambiano l’organizzazione della società.
Oggi si fa distinzione tra Gilet Gialli e teppisti. Questo distinguo non ha fondamento nella realtà. Dal momento che la classe dirigente rifiuta di cambiare il modello di società, essa costringe alla violenza. Quel che abbiamo visto sinora è ancora poco: vandalismo, saccheggi, morti involontarie. La classe dirigente nel suo complesso rifiuta di affrontare la questione della globalizzazione finanziaria. Così facendo spinge la società verso una violenza su larghissima scala. Perché ciò che accade all’estero non potrebbe avvenire anche in Francia?
DomandaDall’arrivo di Donald Trump sulla scena politica statunitense, poi dalla sua elezione a presidente, nei suoi articoli lei si sforza di spiegare chi è questo personaggio, qual è la sua politica e il senso di questa, nonostante quel che pensano tutti i media. È coraggioso da parte sua, considerato quanto Trump è odiato e schernito, presentato come il peggior presidente della storia degli Stati Uniti (sembrerebbe che le élite mediatiche non si ricordino né di George Bush figlio né di Reagan, per citare solo due esempi recenti). Tuttavia Trump sembra frustrato e si colloca all’opposto delle sue convinzioni politiche: lei è consapevole che in un mondo binario come il nostro “non essere contro” significa “essere a favore”?
Thierry Meyssan: Trump è il presidente degli Stati Uniti. È consono ai bisogni e alla cultura degli statunitensi. In Europa, di cui non condivide la storia, sarebbe un presidente abominevole; negli Stati Uniti è invece quanto di meglio sia accaduto nell’ultimo secolo!
Trump non vuole redistribuire le ricchezze, ma rilanciare il “sogno americano”, ossia offrire a tutti la possibilità di uscire dalla miseria attraverso il proprio lavoro. Sul piano interno Trump rimette in discussione tutti gli accordi commerciali internazionali e tenta di stabilire regole commerciali più giuste per i propri concittadini. Contemporaneamente cerca di rovesciare il politicamente corretto, la morale religiosa che i puritani hanno imposto all’intera società. Infine, sul piano internazionale, vuole abbandonare l’imperialismo e tornare all’egemonia.
Ho l’impressione di essere pressoché l’unico autore non-statunitense che da tre anni osserva il programma di Trump. Tutti lo giudicano riferendosi ai criteri dei suoi avversari e ne traggono la conclusione trattarsi di un pericoloso imbecille; ma se si usano i suoi stessi criteri, è un uomo brillante.
Adesso, vista la mancanza di sostegno della classe politica, Trump ha poche possibilità di farcela, soprattutto da quando ha perso la maggioranza alla Camera dei Rappresentanti. Tuttavia è già riuscito a migliorare l’economia del Paese, dove ormai il mercato del lavoro è in penuria di manodopera.
DomandaSi ha l’impressione di vivere in un mondo dove realtà e valori vengono completamente rovesciati: Obama disprezzato per non aver aggredito militarmente la Siria, Trump unanimemente osannato per aver lanciato qualche missile su una base militare siriana, ma schernito per aver riannodato il dialogo diplomatico tra le due Coree!
Thierry Meyssan: Adesso la realtà non sono più gli atti, sono le immagini celebrate dai media. Obama ha fatto male a non scontrarsi con la Russia in Siria, Trump invece ha fatto bene a bombardare con tantissimi Tomahawks una base siriana. Sembra che nessuno abbia rilevato che Trump ha lasciato il tempo all’esercito siriano di evacuare la base, dove alla fine sono state distrutte soltanto vecchie carlinghe di aereo da eliminare. In realtà, sia Obama sia Trump sanno quali guerre non possono fare.
DomandaMi dichiaro colpevole agli occhi dei lettori di Sotto i nostri occhi avevamo deciso, di comune accordo, di occultare nella versione cartacea e digitale del libro alcuni nomi (una ventina al più); l’abbiamo fatto senza precisarne la ragione, talmente ci sembrava palese. Evidentemente è stato un errore perché alcuni lettori hanno pensato che l’opera fosse stata censurata dall’editore, o dallo stampatore o da qualche misteriosa autorità. Di fatto, volevamo soprattutto evitare l’eventualità di uno o più processi.
Thierry Meyssan: Sì, sul sito ho pubblicato i passaggi autocensurati, che sono disponibili anche nelle edizioni straniere.
Faccio notare che ci eravamo sbagliati: nessuna delle persone citate ha espresso la benché minima protesta a Réseau Voltaire.
DomandaAbbiamo deciso di comune accordo che nelle prossime settimane lei metterà on-line il testo integrale di Sotto i nostri occhi, per far sì che questo importante libro sia largamente accessibile. Ogni capitolo sarà arricchito di documenti (illustrazioni, foto, mappe, video, ecc.) che nell’edizione originale non ci sono. È un’iniziativa che le fa onore e cui bisogna dare il benvenuto… ma, in quanto editore, devo sottolineare che l’acquisto di uno dei suoi libri contribuisce alla continuazione del suo lavoro, e anche della piccola impresa editoriale di cui sono responsabile! È fondamentale dirlo: svolgiamo un compito di resistenti, con mezzi finanziari limitati.
Thierry Meyssan: Dal 1992 lottiamo contro le cortine fumogene nella vita politica con mezzi che non si possono commisurare con quelli dei nostri avversari. È evidente che abbiamo fatto dei progressi dalla guerra del Kosovo e dall’11 Settembre.
DomandaDel resto, per quanto riguarda il “nerbo della guerra” [riferimento a un proverbio francese che recita: “il denaro è il nerbo vitale della guerra”, ndt], numerosi lettori di Réseau Voltaire si chiedono perché il link «Fate una donazione anonima» non funziona da anni e rinvia a una pagina bianca… Può spiegarne la ragione?
Thierry Meyssan: Sette anni fa il segretariato del Tesoro USA ci ha inserito in una lista nera. Il nostro conto bancario in Francia è stato chiuso e da allora nessuna banca del mondo occidentale è disposta ad aprircene uno. O meglio, in tutti i Paesi dove abbiamo tentato di farlo la banca ci ha detto di sì, poi però è stata richiamata all’ordine dalla Banca Centrale e ha rifiutato. Oggi è impossibile farci avere del denaro.
Siamo andati avanti anche senza il contributo economico dei lettori. Abbiamo anche rifiutato l’aiuto di alcuni Stati perché ci avrebbe condizionato. Viviamo alla bell’e meglio e abbiamo accumulato debiti.
Tuttavia saremo costretti a chiedere aiuto ai lettori per cavarci d’impaccio. Per il momento però dobbiamo mantenere il sito a nostre spese. Dobbiamo tener distinto quel che è a pagamento (gli articoli su giornali, i libri ed eventualmente rapporti privati) da quel che è gratuito, ossia il nostro impegno politico al servizio del bene comune.
DomandaBenché non dubiti che gli internauti rimarranno stupefatti e non potranno impedirsi di leggere per intero gli articoli che saranno pubblicati, potrebbe riassumere in poche parole in cosa il suo libro è rivoluzionario?
Thierry Meyssan: Lei diceva poco fa che i media hanno dileggiato Obama per non aver fatto la guerra alla Russia in Siria, celebrato invece Trump per aver, in apparenza, bombardato la Siria. Non è che un episodio. Oggi le istituzioni che crediamo consacrate alla pace sono proprio quelle che organizzano la guerra.
Faccio l’esempio del piano di resa totale e incondizionata della Siria, redatto dal direttore politico dell’ONU. Questo testo è ancor più duro di quello imposto dagli Alleai ai giapponesi alla fine della seconda guerra mondiale. Quando il direttore politico dell’ONU ha lasciato l’incarico, il ministro degli Esteri russo, Sergueï Lavrov, ha confermato le mie rivelazioni.
Edizioni Demi-LuneGrazie, Meyssan, per la lunga intervista e buona fortuna per il prosieguo delle sue attività.