giovedì 29 novembre 2018

Paul Craig Roberts – Cosa c’è veramente in gioco in queste elezioni


Un amarissimo articolo di Paul Craig Roberts sulle elezioni americane di medio termine ci presenta una situazione devastante in cui il presidente Trump appare completamente sopraffatto sul piano della politica internazionale dall’establishment contro cui ha fatto campagna elettorale e contro cui ha vinto le elezioni presidenziali. Ora la questione è se i “deplorabili” che l’hanno votato suggelleranno in maniera definitiva la vittoria dell’establishment – complice il lavaggio di cervello realizzato dai media –  o se sosterranno Trump imponendo, forse, una sterzata a questa deriva. 


Paul Craig Roberts, 6 novembre 2018

Non finisco mai di stupirmi della spensieratezza degli americani. I lettori mi mandano email in cui mi domandano perché mai sostengo Trump, che è il candidato dell’establishment. Se Trump fosse il candidato dell’establishment, perché l’establishment avrebbe passato due anni a cercare di distruggerlo?

Non riuscire a fare due più due è una cosa davvero straordinaria. Trump ha dichiarato guerra all’establishment durante tutta la campagna presidenziale e nel suo discorso inaugurale.

Come scrissi all’epoca, Trump ha grandemente sovrastimato il potere del presidente. Si aspettava che l’establishment, e i suoi dipendenti, si piegassero alla sua volontà, ma non conosceva Washington, né sapeva chi nominare per sostenere i suoi obiettivi. È stato totalmente sconfitto nella sua intenzione di normalizzare i rapporti con la Russia. Invece, ci troviamo di fronte alla Russia e alla Cina che si preparano alla guerra.

In altre parole, lo stesso risultato che avrebbe ottenuto Hillary.

Trump è stato così tormentato dall’establishment che ha problemi a pensare chiaramente. È stato il primo candidato non-establishment eletto dai cosiddetti “deplorabili”, da chissà quanto tempo. Bisogna tornare parecchio indietro nella storia per trovarne uno. Forse Andrew Jackson. Jimmy Carter e Ronald Reagan non rispecchiavano la scelta delle istituzioni democratiche e repubblicane, e l’establishment dominante si  mosse rapidamente per bloccare entrambe le presidenze. L’establishment democratico incastrò e rimosse sia il responsabile del bilancio di Carter che il capo dello staff, privando Carter di quelle competenze di cui aveva bisogno per il suo programma. L’establishment repubblicano riuscì a piazzare nei posti di potere dell’amministrazione Reagan persone fedeli a Bush, smussando così il suo programma economico riformista e la sua determinazione a porre fine alla guerra fredda. Ho combattuto entrambe le battaglie per Reagan, e ne porto ancora i lividi.

Trump è un outsider eletto dai “deplorabili”, quella classe media i cui posti di lavoro sono stati delocalizzati dalle multinazionali americane, a beneficio esclusivo dei dirigenti e dei grandi azionisti. Alcuni personaggi hanno svenduto la classe media americana, che sta scomparendo.

Nel resto del mondo, i veri alleati di Trump sono i presidenti di Venezuela, Bolivia, Nicaragua, l’ex presidente dell’Ecuador, e l’ex presidente dell’Honduras, che è stato rovesciato dal “primo presidente nero americano”, e la cui conseguenza è la carovana che si sta spostando verso il confine degli Stati Uniti. L’establishment è riuscito a confondere Trump in modo tale da fargli dichiarare la guerra dell’establishment contro i leader non-establishment in America Latina.

Ma allora, che importanza hanno le elezioni americane di medio termine?

Ci diranno se “i deplorabili” sono stati sottoposti al lavaggio del cervello dalle prostitute dei media dell’establishment e quindi non sosterranno Trump nelle elezioni della Camera e del Senato. Se i democratici, la cui politica è la Politica dell’Identità, conquistano la Camera e / o il Senato, Trump sarà reso completamente impotente. L’establishment spera di lanciare un chiaro segnale a tutti i futuri candidati presidenziali perché non facciano mai più appello al popolo contro gli interessi acquisiti dell’establishment.

In America la democrazia è una truffa. È l’oligarchia a governare, e il popolo, indipendentemente da come e quanto soffra sotto il dominio dell’oligarchia, deve sottomettersi e subire. Non più candidati alla presidenza, per favore, che rappresentino il popolo. Questa è la lezione che l’establishment spera di impartire alla marmaglia popolare nelle elezioni di medio termine.

Se l’America avesse dei media indipendenti, l’elezione dovrebbe riguardare la pericolosa situazione creata da Washington e che ha portato due paesi  potenti militarmente a prepararsi alla guerra con gli Stati Uniti. Questo è l’avvenimento più serio della mia vita. Tutto ciò per cui il presidente Reagan ha lavorato è stato rovesciato per gli interessi materiali del potere e per il profitto del complesso militare e della sicurezza.

Se l’America avesse dei media indipendenti, le elezioni riguarderebbero lo stato di polizia americano che – basato sulle menzogne sull’11 settembre, sulle armi di distruzione di massa, sull’uso delle armi chimiche, sulle bombe nucleari iraniane, sull’invasione russa dell’Ucraina – è stato accettato dagli ignavi americani. I responsabili di queste menzogne, che hanno causato pesantissimi crimini di guerra, per i quali le amministrazioni statunitensi dovrebbero essere incriminate, sono ricchi e prestigiosi. Il resto di noi ha sperimentato la perdita delle libertà civili e della privacy. Siamo tutti sottomessi allo stato di polizia.
Se l’America avesse dei media indipendenti, l’elezione riguarderebbe la deindustrializzazione degli Stati Uniti. Oggi, come chiarisce questo articolo, la delocalizzazione della produzione e dell’industria americana ha ridotto l’esercito americano a essere dipendente dai fornitori cinesi.
E l’amministrazione Trump crea problemi con la Cina!

Se l’America avesse dei media indipendenti, le elezioni riguarderebbero i 20 anni di crimini di guerra USA e NATO / UE contro Serbia, Afghanistan, Iraq, Somalia, Libia, Pakistan, Siria e Yemen, e il sostegno degli Stati Uniti e della NATO ai crimini di guerra di Israele contro quel che resta del popolo palestinese, e il sostegno USA e NATO / UE al regime neonazista stabilito dal regime di Obama in Ucraina che commette crimini di guerra contro le province separatiste russe, le cui popolazioni si rifiutano di accettare il rovesciamento da parte di Washington del governo ucraino democraticamente eletto e l’instaurazione di un regime neo-nazista da parte del “primo presidente nero americano”.
Se l’America avesse dei media indipendenti, le elezioni riguarderebbero la demonizzazione orchestrata dell’Iran. Quello stupido totale nominato da Trump a Segretario di Stato ha appena dichiarato (l’idiota non dovrebbe essere autorizzato ad aprir bocca) che Washington porterà alla rovina l’Iran a meno che il governo non accetti di comportarsi come uno stato normale.
Cosa intende dire Pompeo con “uno stato normale”? Vuol dire uno stato che prende ordini da Washington. L’Iran non ha invaso alcun paese. Il governo al potere è la continuazione del governo che rovesciò lo scià, un dittatore imposto all’Iran da Washington quando Washington e Londra rovesciarono il governo democraticamente eletto dell’Iran.
Ciò che l’infame Pompeo sta dicendo è che l’Iran deve sparire, perché l’Iran, come la Siria, sta ostacolando l’espansione di Israele nel sud del Libano, perché Iran e Siria riforniscono la milizia di Hezbollah, che per due volte ha respinto le invasioni israeliane del Libano meridionale. Il tanto decantato esercito israeliano è buono solo per uccidere donne e bambini nel ghetto disarmato di Gaza.

Se l’America avesse dei media indipendenti, qualcuno chiederebbe a Pompeo che cosa esattamente sta facendo l’Iran che giustifichi il recesso unilaterale di Washington dall’Accordo nucleare iraniano, in opposizione alle firme europee, russe e cinesi, e l’imposizione di sanzioni che nessun altro paese del pianeta, tranne Israele, sostiene?

Ma, naturalmente, l’America non ha media indipendenti. Ha una collezione di puttane conosciute come NPR, Washington Post, New York Times, CNN, MSCBS, Fox News, ecc.

Senza un’informazione onesta e indipendente, non c’è responsabilità di governo. L’America non ha media onesti e indipendenti. Pertanto, in America non c’è responsabilità di governo.

“I deplorabili” si trovano di fronte a un dilemma. Il presidente che hanno eletto è stato sorpassato dall’establishment e non può rappresentarli. Invece, Trump consegna ai suoi sostenitori il guerrafondaio John Bolton come consigliere per la sicurezza nazionale e il guerrafondaio Pompeo come Segretario di Stato USA. Avrebbe anche potuto nominare Adolf Hitler. In effetti, Hitler era una persona più ragionevole.

Quindi, di nuovo, in America si sta svolgendo un’elezione in cui non si discute di nessuna delle cose importanti.

A meno che il popolo americano non si sollevi in una ribellione armata, come popolo libero è finito, e, naturalmente, non potrà insorgere. Non tanto perché la polizia e tutte le agenzie del governo sono state militarizzate, quanto perché il Marxismo Culturale ebraico e la Politica dell’Identità del Partito Democratico hanno disorganizzato il popolo americano, e tutti si scontrano gli uni con gli altri. Il Marxismo Culturale e la Politica dell’Identità hanno diviso la popolazione americana in vittime e carnefici. I veri carnefici e le vere vittime non fanno parte del quadro, una costruzione utile a un’agenda ideologica. Non è l’oligarchia il carnefice, ma il maschio bianco che vota Trump. Non sono i multi-miliardari la fonte dell’oppressione, ma la forza lavoro manifatturiera e industriale marginalizzata. Questa ex forza lavoro è bianca e nera, ma la Politica dell’Identità del Partito Democratico mette neri e bianchi gli uni contro gli altri.

La mia conclusione è che l’America è condannata. Le persone, con poche eccezioni, non sono abbastanza intelligenti per continuare ad esistere. Forse l’esito delle elezioni di oggi cambierà la mia opinione. Se il voto va all’establishment, tutto è perduto.

Fonte:
vocidallestero.it

mercoledì 28 novembre 2018

Coce Rossa Italiana in rosso. Dove sono finiti i soldi?


Incredibile.  C’è  un’emergenza  umanitaria in corso  e  nessuno  ne  parla.  Una  crisi grande  come  il campo  profughi di  Daadab in Kenia(la  più  grande tendopoli-dormitorio  del mondo) e  nessuno  dice  niente. Ma  proprio  nessuno, da  destra  a  sinistra. Come nessun  giornale,  dalla  Verità, all’Avvenire(noto quotidiano  della  CEI)  a Topolino. Solo  qualche isolata voce fuori dal coro nel  deserto  dell’informazione (i  pochi che ancora osano andare controcorrente).
Ma  non  stiamo  parlando di un genocidio nel  Sud Sudan o   delle migliaia di persone  in  fuga  dalle  guerre che  insanguinano  il  continente  africano.  Nemmeno  dell’emergenza profughi sulle Navi  che  attraccano nei  porti o i  centri  di accoglienza  stracolmi di migranti.  Stiamo parlando della colossale voragine  nei  conti  della Croce  Rossa  Italiana  che versa  in  una  situazione  economica disastrosa che  rischia  seriamente di condannare a  morte  una  delle  più  nobili  istituzioni  assistenziali a livello  mondiale.
La  Prestigiosa  organizzazione italiana che  ha  lottato a tutte le  latitudini per  combattere povertà e fame è  in  croce. Ed è in rosso.  L’organizzazione che è sempre  stata  in  prima fila nei paesi  più poveri per alleviare denutrizione e carestie sta  morendo di stenti. Una  prodigiosa realtà in rapido disfacimento. Oltre 150.000  ‘volontari’ (molti dei quali veri e propri dipendenti mascherati da volontari),  con all’attivo 5000 dipendenti e  3000 unità  in  mobilità  coatta, senza risposte e TFR.
Un’eccellenza  italiana ridotta a colabrodo,  tanto  è vero che piu’ volte negli ultimi trent’anni  e’ stata sottoposta a commissariamento nell’utopica ipotesi  d’un risanamento. Non  sorprende che siano spuntati  fuori qua e  là come  funghi  comitati  spontanei  di  aficionados indignati per la decadenza della nobile istituzione.
Eppure,  non  più  tardi  di  quest’estate,  la Croce Rossa  Italiana  ha  sottoscritto un’intesa  con la Ong maltese MoasMigrant Offshore Aid  Station, scucendo sull’unghia 400.000 euro (al  mese),  sfrattando Emergency dalle operazioni di  salvataggio in  mare. L’organizzazione fondata da Gino Strada ora purtroppo non è più presente nel Mediterraneo per soccorrere i migranti  (cosa  che  faceva egregiamente). Non si capisce  bene se quì la  missione è quella di salvare  vite  umane o fare   fare  a gara  per scialacquare  quattrini.
I soldi a  pioggia comunque di per  sé non possono spiegare il perché di  un dissesto così imponente. Forse neanche gli  stipendi da nababbi della  classe  dirigente della  Croce Rossa Italiana (da 100.000 in su i top managers mentre  migliaia di volontari non prendono il becco  d’un quattrino). Il Presidente, l’Avv. Francesco Rocca s’intasca la  bellezza di 263.995 Euro più 126.525 euro per spesucce varie, totale 390.520 euro.  Circa 32.000  euro al  mese più o  meno (quasi  sotto la soglia  di  sopravvivenza).
Guglielmo Stagno D’Alcontres (ex Presidente  di  CRI Sicilia) percepiva il  più modesto compenso di 260.000 euro all’anno (120.000  euro di indennità da Presidente, 120.000 Euro indennità di Amministratore Delegato  più altri 20.000 Euro come indennità di Consigliere + lauti indennizzi per spese personali con  rimborsi a piè di  lista). Da  reddito  di cittadinanza.
Forse la  spiegazione può arrivare dagli  sprechi pazzeschi, le ruberie, gli  sperperi e le  consulenze d’oro? Non  si sa bene. Come  si  sia arrivati  a questa grave  crisi è   difficile  da  riassumere in  poche  parole ed è comunque la  storia  di  uno  sfacelo  che parte  da  molto  lontano. Per  non andar  tanto  distante  potremo tentare di  risalire agli anni più recenti. Ad  esempio dal 2016 in  poi.
Proprio   da quando  l’INPS (l’Istituto Nazionale della Previdenza  Sociale) è andato  a bussare alla porta della  Croce  Rossa  Italiana reclamando  oltre  90  milioni di  euro tra  TFR  ed  altre  indennità non versate.  €116.647.835,59 per  l’esattezza. Soldi  che,  si  scoprirà  poi, la  Croce  Rossa Italiana   non ha  mai  corrisposto all’ente  previdenziale come  avrebbe dovuto. Cosa  davvero  molto  strana. Perchè il  Trattamento  di  Fine Rapporto  (il  TFR)  è  un tributo  che  dovrebbe esser subito  accantonato in attesa  della fine del  rapporto di  lavoro dipendente.
Comunque, se il Dott. Tito  Boeri  volesse racimolare  un  po’  di  spiccioletti (e  s’accontentasse  di  dollari) potrebbe fare  una  capatina in questo  magazzinetto della  Croce  Rossa  con  un  paio di  TIR   e  molettti al  seguito (purtroppo il contante non è bancalizzato).
Eppure, strano a dirsi,  la  C.R.I., da sempre,   ha  ricevuto  ingenti  contributi  sia dallo  Stato italiano  che  da  privati. Basti pensare che solo  quest’anno  dal Governo centrale  ha in budget d’introitare  74 milioni  di  euro  più  altri  21  milioni  di  euro (senza  calcolare  gli  ingenti proventi di Asl, Ministeri, Comuni, Province,  il 5 x 1000  etc  etc.). Non  abbiamo contato le  donazioni e i  lasciti che  ha accumulato in  150 anni, nonché le  varie agevolazioni e i  comodati  gratuiti. Inoltre tenete  ben  presente che negli anni  passati la  Croce Rossa Italiana  ha regolarmente  percepito per  il  suo funzionamento una media di 150-200 milioni  di euro  l’anno dallo Stato. Mancando  all’appello questi  capitali, sorge  spontanea  la  domanda:  ma che  fine  han  fatto  tutti sti soldi?
Se dovessimo  applicare  il  parametro delle  normali  società  commerciali (con i  bilanci  in  rosso spinto)  la  C.R.I.  dovrebbe portare immediatamente  i  libri in  Tribunale   dichiarando fallimento.  Chiudere  bottega insomma come son  obbligate a  fare migliaia  di aziende che  non  ce  la  fanno  più o le  normali  Associazioni di volontariato che  non  godono di queste  generose provvidenze e devono far quadrare i  conti.
Giusto in  nome della  “Par  condicio  creditorum”.  Invece  che  avviene? Per  la  C.R.I. (che  non è quasi soggetta  alle rigorose  ispezioni e/o controlli  come  tutte  le  imprese  gestite  da  noi poveri  mortali) , si  studia invece una  via  di  fuga  sul  modello  Alitalia. La si privatizza. Da  Ente  Governativo a controllo pubblico diventa  Ente privato, una  sorta  di  Federazione  con tanti  Comitati  Locali autonomi in  ogni  provincia, ognuno  dotato  di  propria  partita  iva, molti dei quali con fatturati da  capogiro.
Vedi gli  appalti milionari per  il numero di emergenza 118, i  Centri  di  Accoglienza, la  gestione  dei  primi soccorsi nelle zone  terremotate e post-calamità naturali, i CIE etc etc. (una  bella  pensata, così il default di  un’ entità non  può coinvolgere tutte le  altre). Tanto per  farvi un  esempio che renda l’idea,  uno  dei CIE più  noti, quello  di  Cara di Mineo  ha  costi base di gestioneche superano  i  16 milioni  di  euro l’anno per un totale  di  quasi 100 milioni di euro  in un triennio (96.907.500 euro per  la precisione).
Curiosità: il bando  di gara di Cara di Mineo del  2014, per  l’aggiudicazione prevedeva  dei requisiti minimi tassativi (pena  l’esclusione) come l’iscrizione  alla  Camera  di  Commercio. La locale  C.R.I. Comitato di Catania non  era  iscritta  alla CCIAA  (come  si  evince dalla  visura camerale si è iscritta solo il 31 ottobre 2017)  eppure  ha  vinto ugualmente la  gara!  Uno dei tanti Misteri. Invece  nel  2018, mentre i 150 disperati erano “sequestrati” sulla nave Diciottiammorbati dalla scabbia, presso la Prefettura di Catania si  perfezionava l’appaltuccio da 41 milioni di euro per il  Centro di Prima accoglienza di CARA di Mineo, dove probabilmente sarebbero andati a finire i palestratissimi naufraghi. Come  diceva il gran visir delle  Coop  Rosse Salvatore  Buzzi  in  un’intercettazione:   “gli immigrati rendono più della droga”. Giusto per  farvi  capire  cos’è  il  Business  dell’accoglienza.
Ma attenzione,  nel  caso  della  Croce Rossa Italiana  si  privatizzeranno solo  gli  attivi.  I debiti  no, quelli se li accollerà poi qualcun’altro (Voi  che  siete  dotati  di  fantasia indovinate chi?) Beh,  che  discorsi,   sarà  ovviamente lo  Stato  a farsi  carico del  problema. Ossia  tutti  noi e voi. Tanto esiste il solito escamotage,  come si  dice  in  gergo legalese  delle “Bad company”  e  delle  “Newco” che ha sempre hanno funzionato con le  privatizzazioni di Stato.  Si portano gli attivi e  gli  assets monetizzabili  in  seno alla “New Company”  e  la  spazzatura, le  sofferenze e le  passività si  tengono in  pancia  alla società decotta.
Tra  l’altro la C.R.I. ha  un grande patrimonio immobiliare, che  potrebbe valorizzare (migliaia tra appartamenti, uffici, locali  commerciali, terreni, garages, magazzini etc  etc),  volendo  potrebbe  tranquillamente scorporare  le attività costituendo  una sua società di “Real Estate”).  Solo  che  i  suoi immobili  non li  ha voluti  manco  l’INPS (neppure  a parziale  conguaglio del  debito). In compenso il  patrimonio abitativo è  stato  apprezzato da un  fortunato acquirente di  Correggio (Reggio Emilia) che  s’è  aggiudicato  un  bell’appartamento della  C.R.I. per la  stratosferica  cifra  di 5.000 euro!!  Diconsi cinquemilaeuro (è  già partita  la  corsa  alla  s-vendita?).
Questo sì  che è business altro  che corsa  all’oro del Klondike. Inoltre tra mezzi  di  soccorso, autobus, automezzi, auto blu ed  ambulanze la  Croce ha oltre 10.000  veicoli in dote; roba da  far concorrenza e  far  impallidire le più grandi aziende  di  trasporti. E non  abbiam ancora parlato delle  macchine speciali (per ogni tipo di emergenza), dei moduli abitativi da utilizzare per il sistema sanitario, interi ospedali da campo, gruppi elettrogeni, sale operatorie e chirurgiche motorizzate, laboratori  mobili, ambienti per la decontaminazione campale, cucine industriali da campo, torrette di illuminazione, idrovore, potabilizzatori, ruspe, motoslitte, Gru, macchine per  il   movimento  terra, SUV e  chi  più ne  ha  più ne  metta.
Questo il  quadro. Un  dato  positivo però  (di questa fallimentare privatizzazione) è che  nelle more  della  procedura è  saltato  fuori  questo  primo grosso “buco nero” di 90 milioni che  manca  all’appello (se  no non  ci  saremo mai  accorti di  niente), facendo emergere  un  ritratto  della C.R.I. ch’era per  certi  versi  sin’oggi inedito.  L’esperienza c’insegna  che  queste  disgrazie poi non viaggiano  mai  da  sole, chissà quali altri ammanchi dovranno ancora venir fuori.
Non  stiamo  parlando d’un  deficit  fisiologico,  ma  di  una  vera e propria voragine debitoria.  E si  badi  ben,  che lo  scenario  è  ben  peggiore  di  quello  quì  delineato (non è  giusto “sparare  sulla  Croce  Rossa”). Perchè  se  dovessimo  scendere  nei  dettagli  dovremmo parlare  anche  di  Mafia Capitale, (ennesima prova di come politica e malavita vanno a braccetto alla luce del “sole”), dell’ex Sindaco di Roma  Gianni Allemanno, dell’inchiesta “Mondo di Mezzo”, diAngelo  Scozzafava, del sig.  Paolo Pizzonia (ex terrorista  dei  NAR  Nuclei Armati Rivoluzionari  nonché segretario particolare e  braccio  destro del Presidente CRI Avv. Francesco Rocca), dovremmo parlare del patrimonio immobiliare sommerso della  CRI (mai dichiarato fiscalmente), delle  compravendite immobiliari fantasma e  tante porcherie che  non  abbiam  il  tempo  (e sinceramente  neanche la  voglia)  di  elencare.
Dovremmo scendere anche  in una rispettosa e  garbata  polemica con il  Presidente di C.R.I. Avv. Francesco Rocca per i  suoi  conflitti d’interesse (gestisce l’immenso patrimonio  immobiliare della  C.R.I. e contemporaneamente è proprietario della società immobiliare   Ciak Servizi … “capisci ammè”…), nonché  accennare a qualche suo vecchio precedente penale (una passata condanna a 3 anni di reclusione per detenzione  spaccio di  eroinain conbutta con  una  banda di  nigeriani).
Un “EX” trafficante  di droga (sottolineo  “ex” a  scanso  di  querele) alla  guida  della  Croce  Rossa Italiana   non  è certo un  bel biglietto  da  visita, anche se è pentito degli errori  commessi nel passato e ha  cambiato vita  (chapeau). Beninteso lo  dico davvero senza  intento polemico e/o denigratorio   alcuno. Chi  scrive  ha  un  vastissimo  “background  criminale” io però non sono  stato chiamato a dirigere l’UNICEF.
Ma l‘ Avv. Francesco Rocca avrà certamente  tutti  i  requisiti di onorabilità, professionalità  ed  indipendenza  richiesti agli  Amministratori di società (v. art. 2387  del  Codice Civile e  cause  di  ineleggibilità) sennò, oltre  a  Presidente della  Croce Rossa Italiana, non sarebbe  stato   promosso a Presidente  della Federazione Internazionale delle Società della Croce Rossa(il  più grande network globale umanitario del  mondo) e della  MezzalunaRossa.
Mi rendo conto che il tema delle modalità  con  cui andrebbero  scelte le  figure  che ricoprono  determinate  cariche di  vertice è molto complesso e  non  si può esaurire in  poche  righe. Possiamo però  avere dei  termini di  paragone se  guardiamo analoghi  soggetti  che  operano  nel sociale. Ad  es. in  Save  The  Children c’è un validissimo avvocato come  Presidente,  l’Avv. Claudio TesauroCuriculum chilometrico  e un  background con  i  controfiocchi, (partner  come avvocato   d’affari nel  prestigioso  studio  legale  Bonelli-Erede-Pappalardo), fedina  penale immacolata,  neanche  una multa per  eccesso  di velocità. Mentre dirige un’altra  benemerita ong (Medici  Senza Frontiere)  la dott.ssa Claudia Lodesani, valente medico  infettivologo, incensurata.
Tornando  ai  conti  della Croce Rossa  Italiana, il  merito di  questo stato di cose  và a  chi  ha  sponsorizzato questa  geniale privatizzazione (che  stando  al  Tar del Lazio  sarebbe  pure incostituzionale), dando avvio a questa de-statalizzazione priva di logica del buon senso (e forse dell’onesta buona fede), che doveva prevedere anzitutto che prima di una qualunque riforma si conoscesse esattamente la situazione economico/patrimoniale, focalizzando obiettivi e strategie da mettere in atto per il loro raggiungimento (per inquadrare bene la situazione patrimoniale sarebbe bastata  una  banale “Due Diligence” contabile che  nessuno ha  mai pensato di fare).
Come pure merito dei  vari decreti legge ad personam, i decreti  “salva Croce Rossa”, il “Decreto Milleproroghe” etc etc. Il merito è tutto  dei  Governi  che  vanno da  Berlusconi  in  poi (ma  anche  prima). In  primis  il Governo Monti, a seguire il Governo Renzi e  dulcis in  fundo il  Governo  Gentiloni (casualmente noto una  preponderante area di  sinistra), che  hanno sostituito il  vecchio “carrozzone” della  C.R.I. con  una  carretta  sgangherata  che perde pezzi di  giorno in  giorno. Un carrozzone decrepito che  è  il perfetto specchio della  politica che l’ha  sostenuto. L’ennesimo caso di come anche stavolta  la cura si è  rivelata molto peggiore del male.  Per un pelo è quasi  caduto nel  tranello anche  il  nuovo governo  pentaleghista.  Ricordate l‘articolo  fantasma “pro Croce  Rossa” del Decreto  Fisco all’insaputa  di  tutti? (altri 84  milioni di  euro ch’erano pronti  a volatilizzarsi per continuare a foraggiare la gestione liquidatoria del  “carrozzone”).
Domanda  dell’uomo  della strada che  forse  potrebbe  condividere  anche Gino Strada: visto  che  stiamo parlando  di una montagna di  soldi  pubblici (ed  ora finalmente  c’è  il  “nuovo  che  avanza”), una bella  Commissione  d’inchiesta la  mettiamo su?
So già  la  risposta.

martedì 27 novembre 2018

Blog Emanuela Orlandi: Ossa Nunziatura Apostolica

New article


Pubblicato un nuovo articolo nel Blog di Emanuela Orlandi 
con la dichiarazione di Pietro ORLANDI  inerente la presunta apertura in Vaticano di una inchiesta per fare chiarezza sul destino di Emanuela.

"LE OSSA NELLA NUNZIATURA APOSTOLICA"



Buona lettura
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Francia, i medici: pessima idea i vaccini imposti ai neonati

In Francia oggi la consuetudine prevede di praticare ai neonati 11 vaccinazioni. Una scelta giustificata da motivazioni solide. Tre erano già obbligatorie, mentre le altre otto erano raccomandate. Nel 2018 sono state rese tutte obbligatorie. Avrebbero anche potuto diventare tutte "raccomandate". Le autorità sanitarie francesi, con la ratifica del Parlamento, hanno scelto la strada dell'obbligo per accrescere o mantenere la copertura vaccinale, di fronte alle forti resistenze espresse nei confronti di alcune vaccinazioni. Ai timori sugli effetti indesiderati di alcune vaccinazioni e alle richieste di ricerche più attive sulle loro conseguenze a lungo termine, le autorità sanitarie francesi hanno scelto di rispondere con l'autoritarismo, giudicando i genitori che si oppongono alle vaccinazioni come degli "irresponsabili": espongono i loro bambini al rischio di tetano, la collettività al rischio di morbillo, le donne incinte al rischio di rosolia. Per questi genitori, sono le autorità sanitarie che sono "irresponsabili": si rifiutano di prendere in considerazione avvertimenti che emergono dalla farmacovigilanza, esponendo i bambini a gravi effetti indesiderati, in particolare neurologici.

La autorità sanitarie francesi nel 2017 hanno deciso di forzare la mano, assumendo un atteggiamento paternalistico, anche nei confronti di chi domanda maggiori conoscenze, in particolare sugli adiuvanti. Questa risposta deresponsabilizza i genitori e gli Vaccinooperatori sanitari, e alimenta la diffidenza. Rischia di portare a uno scontro con genitori convinti di difendere i bambini. Certezza contro certezza, senza alcun progresso sulla strada della valutazione. Questa risposta è un triste segno di incapacità. Incapacità di affrontare una contestazione, quale che ne sia la parte di irrazionalità e di scientificità. Incapacità di costruire una risposta adeguata, in una società in cui il sapere è condiviso e multiplo. Incapacità di sostenere gli operatori sanitari nel loro ruolo di mediatori, fornendo dati non influenzati dalle opinioni per quantificare i rischi e i benefici.

La nostra società non deve essere obbligata a scattare sull'attenti. Raccomandare le vaccinazioni che hanno un rapporto tra benefici e rischi favorevole offre il vantaggio di imporre alle autorità sanitarie alcuni obblighi: l'obbligo di fornire argomenti di sostegno chiari, senza negare i dubbi, l'obbligo di modificare le raccomandazioni a seconda dell'evolversi delle conoscenze, l'obbligo di mantenere comportamenti  esemplari nei rapporti con le case farmaceutiche che producono i vaccini e nelle scelte di sanità pubblica.

("Obbligati?", editoriale apparso sul numero 412 della prestigiosa rivista medica francese "La Revue Prescrire", considerata a livello internazionale «un autentico caposaldo della letteratura medica fondata sulle prove e indipendente dagli interessi delle case farmaceutiche», come spiega "Voci dall'Estero", che ha tradotto e pubblicato l'intervento).

To see the article visit www.libreidee.org

lunedì 26 novembre 2018

Tesla Motors: Newsletter Novembre 2018

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Prova Tesla a Roma

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Puoi ricevere sei mesi di ricarica Supercharger gratuita ordinando una Model S o Model X tramite il codice referral di un proprietario Tesla. Per ringraziarti, il programma prevede premi esclusivi, come l'opportunità di incidere a laser su vetro l'immagine che preferisci e lanciarla in orbita nello spazio per milioni di anni.
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