sabato 5 maggio 2018

Così i giornalisti provocano le guerre, di Thierry Meyssan


A dicembre 2016 i Caschi Bianchi apposero la propria firma sulla rivendicazione degli jihadisti che avevano assediato Damasco e tagliato i rifornimenti d'acqua. Impedire ai civili l'accesso all'acqua è un crimine di guerra.


Il bombardamento della Siria del 14 aprile 2018 resterà negli annali come esempio delle conseguenze del giornalismo scandalistico. Thierry Meyssan ritorna sull'uso del sensazionalismo nella propaganda di guerra.

Stati Uniti, Francia e Regno Unito hanno bombardato la Siria nella notte tra il 13 e il 14 aprile 2018. L'operazione, un'aggressione secondo il Diritto Internazionale, è stata presentata come risposta degli alleati al supposto utilizzo di armi chimiche da parte della Repubblica Araba Siriana.
Il segretario della Difesa statunitense, generale James Mattis, aveva dichiarato di non avere prova dell'accusa, ma di basarsi su «articoli di stampa credibili». Nel 2011, anche il procuratore della Corte Penale Internazionale, Luis Moreno Ocampo, si fondò su articoli di stampa – oggi tutti smentiti – per emettere un mandato di arresto internazionale contro Muammar Gheddafi, e giustificare così l'intervento della NATO.
Nel 1898 il governo statunitense fece altrettanto: basandosi su «articoli di stampa credibili» dei giornali di William Randolph Hearst [1] scatenò la guerra ispano-americana. Gli articoli si rivelarono in seguito totalmente mendaci [2].
Gli «articoli di stampa credibili» cui, dal canto suo, Mattis si riferisce si basano sulle dichiarazioni dell'ONG britannica Caschi Bianchi (White Helmets). Quest'organizzazione, che si presenta come «associazione umanitaria», è in realtà coinvolta nel conflitto: ha ufficialmente partecipato a diverse operazioni di guerra, tra cui l'interruzione dei rifornimenti di acqua a 5,6 milioni di abitanti di Damasco per una quarantina di giorni [3].
Poche ore prima del bombardamento degli alleati, Russia e Siria avevano pubblicato le testimonianze di due persone che, al momento del presunto attacco, si trovavano all'ospedale di Duma e asseriscono essersi trattato di una messinscena e che non c'è stato attacco con armi chimiche [4].
Come già nel XIX secolo, anche nella nostra epoca accade che giornalisti riescano a manipolare Stati e un tribunale Internazionale, sospingendoli a rovesciare un regime o a bombardare Stati sovrani.
Per questo, in democrazia, parte della stampa può proclamarsi Quarto Potere. Un potere non eletto, quindi illegittimo.
I media che possiedono simili facoltà appartengono a grandi capitalisti, a loro volta strettamente legati a responsabili politici che non esitano a far credere di essere stati ammorbati da "articoli credibili". William Randolph Hearst era, per esempio, molto vicino al presidente statunitense, William McKinley, che mirava a scatenare una guerra ispano-americana e che poi la dichiarò.
Alla fine della seconda guerra mondiale, Unione Sovietica e Francia fecero adottare all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite numerose risoluzioni di condanna della propaganda di guerra [5]. Gli Stati membri le inglobarono nel loro diritto nazionale. In teoria, i giornalisti che praticano simile attività andrebbero perseguiti. Eppure non accade perché, di fatto, solo gli Stati hanno facoltà di avviare questo genere di azione giudiziaria. Dunque, la propaganda di guerra è vietata ma, al momento, possono essere ritenuti colpevoli, secondo il diritto internazionale, solo i giornalisti di opposizione, che certo non hanno il potere di scatenare guerre, ma non gli Stati che le fanno.

To see the article visit www.voltairenet.org 

venerdì 4 maggio 2018

La bomba di Roger Waters dei Pink Floyd sulla Siria



La celebre voce dei Pink Floyd durante il suo tour, pochi giorni fa in Spagna: "i caschi bianchi sono una finta organizzazione che fa propaganda per i terroristi: se gli crediamo, spingiamo i governi a bombardare la gente in Siria. Oggi la propaganda è più importante della realtà".

L'articolo La bomba di Roger Waters dei Pink Floyd sulla Siria proviene da ByoBlu - Il video blog di Claudio Messora.

martedì 1 maggio 2018

The Invisible Word


The Invisible Word from Journeyman Pictures on Vimeo.

The gripping story of one Italian town's war against the Vatican

Cesano is a small town in the Roman countryside with an abnormally high incidence of leukaemia and other diseases, especially among children. It is also home to the Vatican Radio's global transmitter site. Links between the two have lead residents of Cesano to form a committee and engage in a long legal battle against Vatican Radio, which has led up to an investigation for manslaughter.

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What sets Cesano apart is the vast radio transmitter site that sits on the edge of town. The site is owned by Vatican Radio, whose motto is: 'The voice of the Pope and the Church in dialogue with the world' and broadcasts worldwide in many languages. At night the tall crucifix-shaped antenna is illuminated red and can be seen from miles away. Sometimes residents of Cesano can hear the radio through their phones, intercoms and even pipes.

Another factor that sets Cesano apart from other similar towns is its abnormally high rates of death by cancerous tumours and leukaemia among adults and children. In response, some residents have formed a committee and have engaged in a lengthy legal battle against Vatican Radio, which has always denied all accusations that the site is a health risk.

Vatican Radio is currently being investigated for manslaughter, and in 2010 an epidemiological study ordered by the judge suggested that there was "an important, coherent and significant link between residential exposure to the Vatican Radio structures and an excessive risk of death from leukaemia and lymphoma" in the people living nearby.

'The Invisible Word' tells this story through a unique mix of interviews, archive footage and home movies from the families who have been involved in this highly controversial case for the past 16 years. This found footage sits alongside interviews with residents, scientists, politicians and even the Vatican Radio's former director, Father Federico Lombardi (who's also the former director of the Holy See Press Office) to provide a unique and intimate portrait of the personal stories and struggles of the residents.

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Kincaid Pictures Ltd. – Ref. 6796