Visualizzazione post con etichetta vaticano. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta vaticano. Mostra tutti i post

sabato 16 giugno 2018

Il Papa con le Sette Sorelle. E manda Parolin al Bilderberg

Papa Francesco Papa Francesco spedisce a Torino alla riunione del Bilderberg il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato del Vaticano, mentre – negli stessi giorni, il 6-7 giugno – promuove a Roma un inedito summit con le Sette Sorelle e alcuni super-boss della finanza globale, come Larry Fink del fondo BlackRock. Maurizio Blondet lo definisce «improvviso interesse della centrali globaliste per l'Italia». La notizia: rispondono all'appello del pontefice i capi supremi delle multinazionali del greggio, insieme alle loro finanziarie ausiliarie transnazionali. L'incontro è ovviamente a porte chiuse, come quello quello del Bilderberg, al quale sono invitati Lilli Gruber, Lucio Caracciolo di "Limes" e l'economista Alberto Alesina di Harvard, insieme ad Elena Cattaneo dell'ateneo milanese, Vittorio Colao di Vodafone, Mariana Mazzuccato dell'University College di Londra e il solito John Elkann. Ma l'incontro tra Francesco e i petrolieri? Come mai il Papa delle periferie e dell'accoglienza verso i migranti «si riunisce in privato coi più potenti capitalisti e miliardari globalisti, ossia attivi promotori delle feroci iniquità del capitalismo terminale? "Chiedetelo a loro", vien voglia di dire, parafrasando lo slogan dell'8 per Mille», scrive Blondet sul suo blog, interpretando come un pretesto il tema dichiarato del vertice: l'emergenza climatica, dopo il ritiro di Trump dagli accordi sulle emissioni climalteranti.
All'incontro promosso da Bergoglio ci sarà Fink, cioè il capo del più grande fondo d'investimento del pianeta: un patrimonio gestito di 6,3 trilioni di dollari, conferma il "Corriere della Sera", pari al Pil di Francia e Spagna messe insieme, quasi tre volte il nostro debito pubblico. La "roccia nera" deve la sua fortuna alla gestione patrimoniale: fondi pensione, banche, Stati. E' anche il primo investitore straniero in Europa (e in Italia), azionista di peso in Deutsche Bank, Intesa SanPaolo, Bnp e Ing, senza contare altri settori chiave come energia, chimica, trasporti, agroalimentare, aeronautica e immobiliare. Il mega-fondo, scrive il "Fatto Quotidiano", ha messo gli occhi sul business dei sistemi pensionistici europei non ancora privatizzati: «Spinge la Commissione Ue a varare un piano di previdenza privata, poi gestisce il primo progetto pilota». Notare: BlackRock ha immediatamente dato un giudizio "negativo" sul nuovo governo italiano, provocando l'impennata dello spread favorita dalla Bce e poi subito frenata da Jp Morgan e Citigroup, colossi finanziari ritenuti più vicini a Trump, che ha schierato in Italia il fido Steve Bannon per aiutare Conte (e Savona) a superare lo "scoglio" Mattarella.
Gli altri invitati da Bergoglio nel "privato conciliabolo", aggiunge Blondet, sono Bob Dudley, numero uno della British Petroleum (fatturato, 240 miliardi di dollari) nonché Darren Woods di Exxon Mobil. «Incidentalmente, sono le due compagnie più inquinatrici della storia», scrive Blondet, avendo la Bp accettato di pagare 1,8miliardi di dollari per uno sversamento-monstre nel Golfo del Messico nel 2010, che ha distrutto l'attività della pesca in quel vasto tratto. «E della Exxon si ricorda il disastro della superpetroliera Exxon Valdez, 1989, che ha inquinato il mare dell'Alaska». Ma non è tutto: "El Papa" voleva riunirsi anche con Ben Van Beurden della Royal Dutch Shell" (che ha declinato), mentre ci sarà Eldar Sætre di Equinor, la petrolifera privatizzata parzialmente posseduta dal governo norvegese, e con lui lord John Browne, oggi presidente esecutivo della petrolifera L1 Energy. «E non mancherà – come poteva? – Ernest Moniz, già segretario all'energia sotto l'allora Larry Finkpresidente Obama». Secondo Blondet, notoriamente critico verso Papa Francesco, la presenza di Moniz è la conferma del fatto che Bergoglio «è uno strumento volontario e attivista (un "asset", dicono alla Cia) della multiforme strategia dell'asse Clinton-Obama».
Secondo Blondet, Papa Francesco – in accordo con clintoniani e obamiani – vorrebbe  «depurare la Chiesa degli aspetti sacramentali e soprannaturalistici che ne impediscono la "fusione-acquisizione" col protestantesimo». Una fusione che produrrebbe «un "cristianesimo generico" funzionale all'ideologia globalista: umanitaria (nel senso degli "interventi umanitari"), moralistica (no alla "corruzione dei politici" – Mani Pulite nel Mondo, come propone il cardinal Maradiaga, braccio destro di Francesco), climatica e ambientalista». In altre parole, sempre secondo Blondet, la Chiesa verrebbe trasformata in una sorta di «super-Ong "umanitaria" dedita alla salvezza del pianeta e protettrice delle immigrazioni di massa pianificate, contro la sovranità di ogni Stato». Dalle scarne notizie filtrate, aggiunge Blondet, si apprende che a Roma i petrolieri non parleranno con Francesco solo di clima, ma anche di investimenti: «Il Papa, BlackRock e le grandi compagnie petrolifere si stanno sempre più concentrando sul cambiamento climatico», recita un comunicato ufficiale, «in quanto fonti di energia più pulite sono diventate più competitive, e la pressione del pubblico su questa tema sta crescendo».
Capito? Il primo fondo d'investimento del mondo – scrive Blondet – è pronto a saltare sulle energie alternative insieme alle Sette Sorelle, perché stanno diventando "competitive" sul piano economico, attraenti per i capitali liquidi americani. Questo richiede investimenti enormi di riconversione delle mega-infrastrutture, e un cambio di paradigma fra le popolazioni, «ossia una grande operazione di psico-propaganda che bolli l'uso del petrolio come immorale verso il pianeta». Dunque, dice ancora Blondet, gli investitori «devono assicurarsi che l'autorità morale per eccellenza faccia parte del piano, collabori con le Finestre di Overton che lorsignori apriranno, e cominci a predicare per le energie "pulite" (o sedicenti tali) e anatemizzare le "inquinanti" (o cosiddette: si veda l'improvvisa campagna occidentale conto il motore diesel)». A Francesco – chiosa Blondet, Ernest Monizsarcastico – sarà richiesto di aggiungere alla lista dei Dieci Comandamenti anche il "peccato capitale" dell'uso di energie su cui gli investitori "amici" avranno smesso di investire?
A organizzare gli incontri è stata l'università di Notre Dame dell'Indiana, la cui "business school" sta promuovendo una "climate investing iniziative", che Blondet definisce «una iniziativa di investimento sul terrorismo climatico». Il direttore della business school, Leo Burke, non ha voluto commentare la riunione papale di cui pare essere stato il manovratore: con un'email, ha ricordato a Blondet che ogni incontro sull'energia che implica il Vaticano sarà un dialogo privato con gli invitati. «Esattamente la risposta che dà, da sempre, l'ufficio stampa del Bilderberg». Un portavoce Exxon ha invece risposto: la compagnia «spera che questo tipo di dialogo svilupperà soluzioni per la doppia sfida: gestire il rischio del cambiamento climatico e contemporaneamente soddisfare la domanda crescente di energia, che è essenziale per alleviare la povertà e migliorare gli standard di vita nel mondo in via di sviluppo». Ancora Blondet, ironico: «A tutti è nota l'ansia di Exxon per alleviare la povertà nel Terzo Mondo».

To see the article visit www.libreidee.org

martedì 12 giugno 2018

Il caso Alois Estermann

Aloise ESTERMANN

Nuovo articolo nel Blog di Emanuela Orlandi:

"Il caso Alois Estermann"

Il Comandante dell Guardie Svizzere assassinato nel suo appartamento presso la Città del Vaticano.
Copyright © 2018 emanuelaorlandi.altervista.org, All rights reserved.


lunedì 14 maggio 2018

Angelo Gugel per la prima volta racconta



Angelo Gugel
Angelo Gugel
Angelo Gugel, aiutante di camera di San Giovanni Paolo II, prima d'ora non aveva mai parlato con nessuno, tantomeno con un giornalista. Né dei tre pontefici che servì per 28 anni, né di ciò che accadde il 13 maggio 1981, quando in piazza San Pietro il terrorista turco Ali Agcà sparò al Papa polacco. C' è una pietra bianca, murata per terra vicino al colonnato del Bernini, a ricordare il punto esatto dell' attentato.
«Quello che pochi sanno», rivela, «è che ve n'è un' altra uguale, con lo stemma pontificio e la data in numeri romani, anche nell' atrio dei Servizi sanitari del Vaticano, dove sdraiammo il Santo Padre sul pavimento, prima di trasportarlo in ambulanza al Policlinico Gemelli».
Alla fine risultò che l'emorragia interna aveva provocato la perdita di tre litri di sangue. Il cameriere lasciò l'ospedale solo a intervento chirurgico concluso, dopo aver avvoltolato in un unico fagotto la talare e la canottiera chiazzate di rosso brunastro. Gugel, 83 anni venerdì prossimo, veneto di Miane (Treviso), andò poi in pensione dopo un paio d'anni con Benedetto XVI, che lo sostituì con Paolo Gabriele, tristemente famoso per il caso Vatileaks e che fu arrestato, accusato d'aver rubato documenti al Papa. Lo storico assistente del Papa dice: «Me lo aspettavo. Mi era stato chiesto di addestrarlo. Ma non mi sembrava che fosse interessato a imparare».
I giornali scrissero che Raffaella, la sua figlia maggiore, doveva essere rapita al posto di Emanuela Orlandi.
«Assurdo. Ero in Polonia con Wojtyla quando ci fu il sequestro. Non è vero che le due ragazze frequentassero la stessa scuola. E all'epoca la mia famiglia non risiedeva ancora in Vaticano. In seguito, per evitare a Raffaella ogni giorno lunghi tragitti in bus, preferimmo iscriverla nel convitto delle suore Maestre Pie. Ma furono le stesse precauzioni che anche Cibin, il capo della Gendarmeria, adottò per la propria figlia».
Una certa Rita Gugel, indicata come sua parente, figurava in alcune società alle quali era interessato il faccendiere Flavio Carboni, processato e assolto per l'omicidio del banchiere Roberto Calvi.
«Falsità. Non la conosco. Nemmeno a Miane, dove tutti si chiamano Gugel, l'hanno mai sentita nominare».
Fonte “FarodiRoma
ANGELO GUGEL Aiutante di camera di Sua Santità, membro laico della famiglia pontificia e maggiordomo personale del Papa, unica persona al mondo a figurare alla voce «Familiari del Papa» nell' Annuario pontificio racconta il suo cinquantennale servizio in vaticano.

emanuelaorlandi.altervista.org

mercoledì 9 maggio 2018

Nuovi articoli pubblicati nel Blog di Emanuela Orlandi.

Nuova sezione nel Blog


Nella nuova sezione "Banda della Magliana" del Blog di Emanuela Orlandi, sono stati inseriti quattro articoli:

La banda della Magliana (prima parte)
La banda della Magliana (seconda parte)
La banda della Magliana (terza parte)
La banda della Magliana (quarta parte)
Copyright © 2018 emanuelaorlandi.altervista.org, All rights reserved.


martedì 1 maggio 2018

The Invisible Word


The Invisible Word from Journeyman Pictures on Vimeo.

The gripping story of one Italian town's war against the Vatican

Cesano is a small town in the Roman countryside with an abnormally high incidence of leukaemia and other diseases, especially among children. It is also home to the Vatican Radio's global transmitter site. Links between the two have lead residents of Cesano to form a committee and engage in a long legal battle against Vatican Radio, which has led up to an investigation for manslaughter.

Like us on Facebook:
https://www.facebook.com/journeymanpictures
Follow us on Twitter:
https://twitter.com/JourneymanNews
https://twitter.com/JourneymanVOD
Follow us on Instagram:
https://instagram.com/journeymanpictures

What sets Cesano apart is the vast radio transmitter site that sits on the edge of town. The site is owned by Vatican Radio, whose motto is: 'The voice of the Pope and the Church in dialogue with the world' and broadcasts worldwide in many languages. At night the tall crucifix-shaped antenna is illuminated red and can be seen from miles away. Sometimes residents of Cesano can hear the radio through their phones, intercoms and even pipes.

Another factor that sets Cesano apart from other similar towns is its abnormally high rates of death by cancerous tumours and leukaemia among adults and children. In response, some residents have formed a committee and have engaged in a lengthy legal battle against Vatican Radio, which has always denied all accusations that the site is a health risk.

Vatican Radio is currently being investigated for manslaughter, and in 2010 an epidemiological study ordered by the judge suggested that there was "an important, coherent and significant link between residential exposure to the Vatican Radio structures and an excessive risk of death from leukaemia and lymphoma" in the people living nearby.

'The Invisible Word' tells this story through a unique mix of interviews, archive footage and home movies from the families who have been involved in this highly controversial case for the past 16 years. This found footage sits alongside interviews with residents, scientists, politicians and even the Vatican Radio's former director, Father Federico Lombardi (who's also the former director of the Holy See Press Office) to provide a unique and intimate portrait of the personal stories and struggles of the residents.

Subscribe to journeyman for daily uploads:
http://www.youtube.com/journeymanpictures
For downloads and more information visit:
http://www.journeyman.tv/film/6796

Kincaid Pictures Ltd. – Ref. 6796

domenica 8 aprile 2018

Maria Maddalena: il 13° Apostolo?

Maria Maddalena
Acqua e Spirito. Nonostante il termine ebraico Ruach, non significhi Spirito, sono alcune delle prime parole del Libro della Genesi e i due concetti più ricorrenti nel film Maria Maddalena: «un ritratto autentico e umano di una delle più enigmatiche e incomprese figure spirituali della storia»[1].
Sebbene la figura della Maddalena (da Magdala, la città da cui proveniva) al cinema non sia stata mai ben tratteggiata, il film di Garth Davis, al contrario di altre opere tipo la Maria Maddalena di Raffaele Mertes (2000) e anche la Mary di Abel Ferrara (2005), o The Passion (M. Gibson, 2004), come ne L'ultima tentazione di Cristo (M. Scorsese, 1988), trascende i concetti ai quali siamo stati, forzatamente e falsamente, abituati. L'opera di Davis è il giusto mix tra sentimento, dolcezza e spiritualità, nella prima parte e rabbia, lotta e Passione, nella seconda.

La sequenza iniziale colpisce e penetra nel profondo: Maria Maddalena è immersa nell'acqua, dalla quale si lascia avvolgere delicatamente, per poi affrontare la vita di tutti i giorni, sottomessa al padre e soprattutto al primo fratello; aiuta la levatrice in un difficile parto, calmando la partoriente accarezzandola e fissandola negli occhi, denotando una forte presenza di spirito.

Fino a quando incontra lo sguardo ieratico, improntato a un senso grave e solenne di sacralità, di Gesù. Da rilevare è l'ottima prova degli attori: il Messia interpretato da Joaquin Phoenix (l'imperatore Commodo ne il Gladiatore), per il quale gli elogi ormai si sprecano e la convincente Rooney Mara, alla seconda collaborazione con il regista australiano, nel ruolo della Maddalena, il cui volto, delicato, è spesso, un po' per pudore, a rimarcare la condizione della donna a quei tempi, incorniciato nel suo velo.
La perfetta ricostruzione dei costumi, dei luoghi (i "sassi" di Matera sono imprescindibili), i paesaggi, le albe vivide di una luce particolare, riproposta, con un uso sapiente della fotografia, ad hoc negli interni quasi con la maestria del Caravaggio (e vi assicuro che il paragone non è irriverente), fanno di ciascuna scena un quadro come se fosse ogni «immagine su di un vetro» (Pietro, che racconta la sua a vita a Maria Maddalena) o appunto, su una tela. Maria Maddalena non è la Prostituta[2], né da lei sono usciti «sette demoni»[3], entrata in punta di piedi fra i Dodici Apostoli, riesce pian piano, con la sua semplicità e umiltà a scalarne la gerarchia, fino a diventare una sorta di alter ego per il Cristo, tanto che questi arriva a chiederle, poco prima di arrivare a Gerusalemme: «Che cosa devo insegnare?». Questo lascia supporre che Gesù l'aveva in forte considerazione; nel Vangelo apocrifo di Filippo, c'è scritto: «La compagna del Figlio è Maria Maddalena. Il Signore amava Maria più di tutti i discepoli e spesso la baciava sulla bocca». Frase altamente controversa, che ha suscitato scalpore, insinuando il dubbio che la loro unione non fosse solo "sacra", ma carnale.
Si discute da sempre se Gesù fosse sposato o meno: storicamente, per la tradizione ebraica, il Maestro (Rabbì) non poteva non essere un uomo sposato -altrimenti chi gli avrebbe dato credito se non avesse avuto nemmeno una moglie? Addirittura i Templari attestano una discendenza, della "sposa", il vero Sacro Graal, di Cristo, e del viaggio che ella intraprese per raggiungere il sud della Francia (secondo la leggenda, il suo cranio è conservato in una Basilica a lei consacrata nei pressi di Marsiglia).
È Gesù stesso a Battezzarla; «compagna» del Cristo, lei si siede alla destra del Figlio per l'Ultima Cena (proprio come nel Cenacolo di Leonardo), è lei che scopre il Tradimento nelle parole e negli occhi di Giuda; è lei la prima «Testimone» della presunta Resurrezione (riportata solo nei Vangeli canonici, il Vangelo apocrifo di Pietro, al quale i fedeli non devono credere, dice tutt'altro), portatrice del Logos, "Apostola degli Apostoli"[4], perché, nel corso dei secoli, è stata così bistrattata?
Gesù le ha lasciato un altro messaggio esoterico, in antitesi con la tradizione ebraica? «Ha forse egli parlato in segreto a una donna prima che a noi e non invece apertamente? Ci dobbiamo ricredere tutti e ascoltare lei? Forse egli l'ha anteposta a noi?» si legge proprio nel Vangelo gnostico di Maria Maddalena.
«Forse abbiamo frainteso» perché tutto «Va al di là della nostra comprensione» (sono frasi che lei pronuncia nel film) -può darsi, ma «La Dea occulta del Cristianesimo»[5] come mai non è diventata la Pietra fondatrice della Chiesa? Semplice. Per volere dei cosiddetti "Padri della Chiesa", della loro ossessiva visione maschilista; quasi cancellata dalla storia, deliberatamente con un pensiero imposto. Gesù, dal film, ci ricorda che: «Siamo proprietari del nostro spirito», uno spirito che è stato soffocato. Nel toccante e bellissimo dialogo finale, quando la Maddalena porta l'Annuncio della Resurrezione, lo stesso cerca di fare Pietro nei suoi confronti: «Non resterò in silenzio, mi ascolteranno», purtroppo così non è stato.

Note:
[1].comingsoon.it
[2].L'accostamento tra Maria Maddalena e l'adultera redenta risale in realtà al 591, quando Papa Gregorio Magno, basandosi su alcune tradizioni orientali, in un suo sermone identificò le due figure. In wikipedia.org
[3]. Vangelo secondo Luca (8, 2-3).
[4]. Definizione del teologo Ippolito Romano (170-235 d.C.). Appellativo ripreso da Papa Francesco nel 2016.
[5]. Maria Maddalena. La Dea occulta del Cristianesimo, Lynn Picknett, L'Età dell'Acquario Editore, 2005.

domenica 18 febbraio 2018

Io, monsignor Angelini e l'Africa nera




ANSA
Era il 1976, e il Kenya era una specie di proprietà privata del presidente Mzee Jomo Kenyatta e della terza moglie Mama Ngina, una delle "regine dell'avorio". Nei parchi circolavano ancora parecchi cacciatori bianchi col cappellaccio alla Hemigway, che facevano liberamente strage di ogni specie di animali. E il mitico treno Mombasa-Nairobi impiegava un giorno per percorrere 500 chilometri, ma alla stazione venivi accolto col tappeto rosso e un leggìo su cui erano scritti a mano i nomi dei passeggeri, il numero della carrozza e della cabina in cui avrebbero alloggiato in un viaggio che al mattino prevedeva ben tre colazioni: prima, durante e dopo l'alba.
Fu in quell'estate, seguendo la migrazione circolare di milioni di Gnu che si muovevano dal Kenya all'Uganda alla Tanzania, inseguendo l'erba che le grandi piogge facevano crescere davanti ai loro occhi, la stessa estate in cui Idi Amin Dada col cervello bruciato dalla sifilide si divertiva a sparare con la contraerea ai jet di linea della East African Airways dal terrazzo del palazzo presidenziale di Entebbe, che incontrai Fiorenzo Angelini. Allora solo vescovo, ma già eminenza grigia della sanità cattolica con le mani in pasta in cinque ospedali di Roma, quattrocento immobili e ottomila ettari di tenute agricole intorno alla capitale. Il Giulio Andreotti del Vaticano, di cui era amico fraterno.
Lo incontrai a Kisima o Baragoi, non ricordo bene. Comunque, sulla strada (si fa per dire) che conduceva a Loiyangalani, sulle sponde del Lago Rodolfo. Sbucò tra le bouganville di un lodge con una camicia, un paio di bermuda color kaki e una cinepresa in mano. Fate conto Alberto Sordi in Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l'amico misteriosamente scomparso in Africa. Preciso. E dopo essersi presentato, chiese due informazioni: dove convenisse fare un buon cambio al mercato nero e se l'avorio di contrabbando a trentamila lire al chilo fosse un prezzo accettabile. Sembrava uno scherzo.
Nel pomeriggio di quel giorno, incontrai un missionario italiano che viveva lì da dieci anni e lo trovai coi capelli dritti in testa, sconvolto. Mi raccontò che il monsignore gli aveva chiesto di battezzare un bambino nero, così, per fare un filmino ricordo insieme ai suoi amici. Allargando le braccia, il missionario gli aveva detto che non c'erano bambini da battezzare. Ma lui non aveva fratto una piega: Embé? Ne ribattezziamo uno già battezzato, magari ci diventa santo.
Fui invitato alla cerimonia, ma declinai. Volevo raggiungere Loiyangalani prima del tramonto. Anche lì incontrai un missionario. Aveva organizzato una specie di trattoria sotto un capannone dove il piatto forte del menu erano le chicken balls, le polpette di pollo. Ordinai e mi arrivò una scodella di mezze maniche al ragù. Ottime, a quella latitudine. Così lo ringraziai e gli anticipai che forse il giorno dopo avrebbe visto arrivare il monsignore con la truppa dei suoi amici armati di cinepresa. Lui si rabbuiò, indicò l'unico tronco d'albero che si stagliava contro il cielo sopra una decina di capanne di indigeni turkana fatte di fango e sterco e sentenziò: Se si presenta, lo attacco a quell'albero. Il fatto era che dopo una pressante richiesta di vestiti usati da distribuire alla gente del lago, il monsignore gli aveva fatto recapitare due scatoloni di guanti da neve e giacche a vento. Utilissimi, a quaranta gradi all'ombra che non c'era.

Questo ricordo di Fiorenzo Angelini, cardinale di Santa Romana Chiesa. E adesso posso raccontare che il monsignore che ho scritto e Ivo Garrani ha interpretato in Nel continente Nero di Marco Risi era proprio lui. Né più, né meno. Anzi, a quel tempo molto meno del potente cardinale che poi sarebbe apparso ne Il Divo di Paolo Sorrentino, a braccetto con quel Franco Evangelisti passato alla storia per quel "A fra', che te serve?", sintesi suprema dei vizi e inciuci della nostra Prima Repubblica. Ora leggo che papa Bergoglio in persona andrà a benedire la sua salma. E mi sembra giusto. Come ha detto Andrea Agnelli a proposito di Luciano Moggi (op.cit.): "Rappresenta comunque una parte importante della nostra storia. Siamo il Paese del cattolicesimo e del perdono. Lo possiamo anche perdonare". Ma sì, "Un sigaro e una medaglia non si negano a nessuno" (Winston Churchill).
Andrea Purgatori

sabato 17 febbraio 2018

Angelini, il Richelieu delle medicine...

ROMA - Era un giorno d' estate di un anno fa, il due luglio. Tramontava mestamente il sole e, nella Chiesa di San Sebastiano fuori le mura, sull' Appia antica, Sua Eminenza il cardinale Fiorenzo Angelini, arcivescovo di Messene, benediceva le nozze sfarzose di Claudia Cirino Pomicino, figlia di o' ministro, con Antonio Tropeano detto Totito. Certo non intuiva, Sua Sanità, che quello che stava celebrando era forse l' ultimo matrimonio "di regime". Il vecchio establishment era al completo: Andreotti in quarta fila con Cristofori, il presidente dell' Iri, Nobili, con moglie, l' ex ministro degli Esteri De Michelis e, sul fondo della chiesa, Gava e De Lorenzo... Scandiva monsignor Angelini le parole dell' atto penitenziale: ... Riconosciamo di essere peccatori e invochiamo con fiducia la misericordia di Dio... Dio onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna... E loro, i politici, a sussurrare Signore pietà, Cristo pietà, Signore pietà... Son cambiati, i tempi, da allora. Anche per il cardinale Fiorenzo Angelini, questi son giorni tristi. Sua Eminenza, presidente del Pontificio consiglio della pastorale per gli operatori sanitari, ossia ministro della Sanità della Santa Sede nel mondo, ha confessato ai pochi amici fidati di essere "molto, ma molto amareggiato" per quanto è successo. Duilio Poggiolini, quello del tesoro in lingotti, l' ingrato discepolo filo-democristiano ormai finito nella polvere, l' ha tirato in ballo. Ai giudici ha detto: "Tutti avevano paura di monsignor Angelini, del suo potere immenso... Raccomandava i suoi, segnalava certi imprenditori farmaceutici, pretendeva per loro un trattamento di riguardo, condizionava, dettava legge, lo faceva attraverso i suoi referenti, nella Cuf, la Commissione unica del farmaco, e nel Cip farmaci...". Brutta immagine, ritratto poco lusinghiero, a dar retta a Poggiolini e ad alcuni industriali pentiti ("Facevamo offerte ad Angelini per i suoi congressi, per l' attività del Pontificio consiglio, pagavamo per paura di rimaner tagliati fuori, per paura di ritorsioni...". Tangenti dagli effetti miracolosi per gli accusatori, "oboli, soltanto oboli" per l' indignatissimo portavoce della Santa Sede, Joaquin Navarro Valls. Saranno i giudici a dire l' ultima parola. Ma intanto, di fronte alla volgarità dello scandalo, Sua Eminenza preferisce il silenzio dei forti (Dal Vangelo secondo Matteo: "... Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia...". "Io sono solo un prete, vivo da semplice prete - va ripetendo in queste ore il settantasettenne cardinale ai fedelissimi riuniti negli uffici di via della Conciliazione - ricevo chiunque abbia bisogno, dalla donnetta con la borsa della spesa al professore della clinica universitaria...". Un prete "semplice", appartamento diviso con la sorella, "edilizia popolare", aggiungono gli amici, un prete dal potere immenso. "Soldato" senza gradi nel 1940, vescovo dal ' 56, cardinale dal ' 91, (unico, autentico cardinale romano de' Roma), fondatore dell' Associazione dei Medici Cattolici, punto di riferimento e nume tutelare dei Farmacisti Cattolici, dall' 85 alla guida di un impero immenso, quarantamila istituzioni sanitarie legate alla Chiesa, tremila solo in Italia. Soprannomi conosciuti: uno. Casereccio e lievemente irriverente: "Monsignor due stanze". Con Angelini amico, difficile non trovare posto in una clinica. Un prete "semplice" tifoso della Roma, sotto la talare i calzettoni giallorossi, pupillo dei papi, soprattutto di papa Pacelli, ma anche di Wojtyla. Oggi i giornali parlano delle confessioni pelose di Poggiolini, di maneggi poco sublimi sul prontuario farmaci, ieri riportavano l' aneddotica ufficiale, quasi vicina all' agiografia. Ecco il giovane Angelini che, fra le macerie della guerra, vede arrivare la macchina di Pio XII e la ferma, le braccia aperte, giusto in tempo per dribblare la bomba. Ecco il giovane prete farsi coraggio davanti a Pacelli che vuol distribuire aiuti in denaro direttamente ai sopravvissuti: "Santità, le vere vittime sono sotto le macerie. Qui ci potrebbe essere qualcuno che ne approfitta. E' meglio dare i soldi ai parroci, loro conoscono la povera gente da soccorrere". Ecco Angelini, assistente nazionale degli uomini di Azione Cattolica, guadagnarsi un Longines d' oro, omaggio di De Gasperi, per la sua lotta contro il "pericolo comunista". E ancora, in data più recente, si narra che il cardinale, proprio lui, abbia proibito ai Medici cattolici di fare pubblicità ai farmaci sulla loro rivista "Orizzonte medico"... Carriera fortunata, amici fedelissimi, come Giulio Andreotti, definito anche in tempi difficili "uomo giusto ed esemplare", nemici più recenti come Sbardella e certa parte di Comunione e Liberazione, come lo stesso De Lorenzo, se non proprio nemico, considerato comunque gran rompiscatole laico, geloso del suo orto. Un' attività frenetica. Ogni anno un congresso, e che congressi. Il cardinale chiamava e, per la Conferenza internazionale sulla droga e l' alcolismo, tanto per fare un esempio, ecco che arrivavano i ministri della sanità di 30 paesi, la regina Sofia di Spagna, il segretario generale dell' Onu, il presidente della Bolivia, duemila specialisti della materia di cento Paesi. Intervento del papa, tavola rotonda con 14 ambasciatori presso la Santa Sede... Manifestazioni imponenti, di grande richiamo scientifico, temi scottanti come: "L' Aids; L' umanizzazione della medicina; Longevità e qualità della vita; la mente umana...". Costi imponenti sostenuti con il contributo "volontario" degli estimatori. Macché tangenti, sussurrano i più contigui al cardinale. Sua Eminenza ha schedato tutto. Semmai ce ne sarà bisogno, tirerà fuori le carte. Tre anni fa , nel ' 90, l' Organizzazione mondiale della sanità, gli consegnò un trofeo da trentamila dollari. Come sono stati spesi? Per iniziare la costruzione di un ospedale a Mosca. Tutto scritto. Ad ogni contribuente, una letterina: "La ringraziamo per la sua donazione che è servita per...".
di ALESSANDRA LONGO




martedì 6 febbraio 2018

The Invisible Word



Cesano è una piccola città alla periferia di Roma. Ciò che lo distingue è il vasto sito di trasmettitori radio che si trova ai margini della città. Il sito è di proprietà di Radio Vaticana, il cui motto è: "La voce del Papa e della Chiesa in dialogo con il mondo" e trasmette in tutto il mondo in molte lingue. Di notte l'alta antenna a forma di croce è illuminata di rosso e può essere vista da lontano.

Quando le emissioni sono particolarmente elevate, i residenti di Cesano possono persino sentire la radio attraverso i loro telefoni, citofoni e persino tubi.

Un altro fattore che distingue Cesano da altre città simili è il suo tasso di morte anormalmente elevato di tumori e leucemie cancerogene tra adulti e bambini. In risposta, i residenti di Cesano hanno formato un comitato e si sono impegnati in una lunga battaglia legale contro Radio Vaticana, che ha sempre negato tutte le accuse secondo cui il sito rappresenta un rischio per la salute.

La Radio Vaticana è attualmente oggetto di indagini per omicidio colposo, e nel 2010 uno studio epidemiologico ordinato dal giudice ha suggerito che c'era "un collegamento importante, coerente e significativo tra l'esposizione residenziale alle strutture della Radio Vaticana e un eccessivo rischio di morte per leucemia e linfoma" nelle persone che vivono nelle vicinanze.

The Invisible Word racconta questa storia attraverso un mix unico di interviste, filmati d'archivio e filmati provenienti dalle famiglie che sono state coinvolte in questo caso altamente controverso negli ultimi 15 anni. Questo filmato trovato affianca interviste con residenti, scienziati, politici e persino l'ex direttore della Radio Vaticana, padre Federico Lombardi (che è anche l'ex portavoce ufficiale della Santa Sede) per fornire un ritratto unico e intimo delle storie personali e delle lotte dei residenti.

Per chi volesse acquistare il film dall'Italia: il documentario sarà disponibile a breve anche su Amazon.it e sulla versione Italiana di Itunes (al momento è presente sulle versioni UK e USA delle medesime piattaforme). Nel frattempo può essere noleggiato/acquistato, da qualsiasi parte del mondo, su Vimeo On Demand al seguente indirizzo:

vimeo.com/ondemand/theinvisibleword

sabato 27 gennaio 2018

Un murale per gli scomparsi con i volti di Mirella ed Emanuela e gli auguri di Maria Pezzano alla figlia

Un murale per regalo di compleanno

Nuovo articolo pubblicato nel Blog di Emanuela Orlandi, buona lettura.

Un murale per gli scomparsi con i volti di Mirella ed Emanuela e gli auguri di Maria Pezzano alla figlia

L'opera ai piedi del Serpentone al quartiere Corviale. Pietro Orlandi: "Mai smesso di cercare verità".
Un murale per gli scomparsi, per ricordare tutte quelle persone che, in un giorno qualunque, non hanno più fatto ritorno a casa. Sparite nel nulla, avvolte nel mistero.
Sono i volti di Mirella Gregori ed Emanuela Orlandi, entrambe scomparse nel 1983, a rappresentarli tutti su un muro di Corviale.  Lunghi capelli ricci per Mirella, quando scomparve aveva appena 15 anni. Nel pomeriggio del 7 maggio uscì di casa e non vi fece più ritorno. Risale a poco dopo la scomparsa di Emanuela, cittadina vaticana figlia di un commesso della Prefettura della casa pontificia, che svanì nel nulla. Anche lei aveva solo 15 anni.
compleannoNel murale che la ritrae l'inconfondibile fascetta tra i capelli lunghi e lisci, lo stesso sorriso di quei manifesti che per anni ne hanno denunciato la sparizione.  Due storie per certi versi simili, avvolte nel mistero, ancora senza spiegazioni o verità. Oggi Mirella ed Emanuela, nate rispettivamente il 7 ottobre del 1967 e il 14 gennaio 1968, avrebbero 50 anni ed è per il loro "non compleanno" che familiari, amici e tanti cittadini comuni si sono ritrovati nel territorio dell'undicesimo municipio al Serpentone, all'inaugurazione del murale che le ricorda. Maria Antonietta Gregori, sorella di Mirella, visibilmente commossa dice  «Ora su questa parete sono legate per sempre». "Un 'non compleanno' che pesa particolarmente per chi non ha mai smesso di cercare la verità" – ha scritto Pietro, il fratello di Emanuela, in un post sulla sua pagina.
A realizzare l'opera lo street artist Antonino Perrotta e i PAT, i Pittori Anonimi del Trullo. Sulle scale che costeggiano il murale l'artista ha scritto:
"Quando scompare qualcuno puoi anche cercare di tenerti occupato tanto da non averetempo per pensarci ma poi basta che ti fermi un attimo e lo senti subito quel vuoto, perché solo le persone possono riempirti il cuore.
A tutte le persone scomparse, a chi per sua scelta, a chi contro la sua volontà".
Nel giorno del 50esimo compleanno di EmanuelaMaria Pezzano Orlandi, mamma della giovane vittima, rivive con amarezza e sconforto quanto accaduto, lancia un nuovo appello ai rapitori e le augura di passare un compleanno speciale. Il tempo non cancella tutte le ferite, una figlia scomparsa nel nulla senza un perchè e un come, non si cancella facilmente, ma la speranza è che un giorno la verità venga a galla.
"Figlia mia, oggi compi cinquant'anni. Dovrei immaginarti con i capelli striati di bianco e qualche ruga in viso, ma non ci riesco. Ti rivedo sempre ragazzina, che mi corri incontro per darmi un abbraccio e un bacio dicendomi «ti voglio bene». Lo aspetto ancora il tuo abbraccio, così come aspetto sempre da un momento all'altro di sentire le prime note del «Notturno» di Chopin che suonavi così tanto bene e che mille volte hai provato a insegnare a Pietro senza troppo successo. Lui non è riuscito ad andare avanti nell'apprenderlo così come noi non siamo riusciti ad andare avanti nelle nostre vite da quando t'hanno strappata via da noi.
Ricordo ancora quando nel 1993 tuo padre, Pietro e io, dopo una segnalazione, partimmo per il Lussemburgo con il cuore in gola, certi di venirti a prendere in un monastero di clausura. Quando vidi quella ragazza, che per nulla ti assomigliava, fu per me come se ti avessero rapito una seconda volta: in un solo attimo sono passata dalla gioia più grande al dolore più profondo. Ti avevano strappato a me di nuovo dopo avermi nutrito della speranza di ritrovarti. Volli lo stesso incontrare quella ragazza, tramortita dal mio abbraccio disperato, che nulla sapeva di te e della nostra angoscia senza fine.
Ti abbiamo cercato per tutti questi anni e continueremo a cercarti. Non smetteremo mai. Non ci arrenderemo mai. Finché avremo forza, finché avremo fiato, finché avremo vita, tu sarai sempre il nostro primo pensiero. La mia speranza, mai sopita, è che chi sa cosa ti ha portato via dalla tua casa possa avere un rigurgito di coscienza e indicarci come ritrovarti. Auguri Lellè, buon compleanno figlia mia".
Copyright © 2018 blog emanuelaorlandi.altervista.org, All rights reserved.
blog nonprofit
Italy
Rome, Rm 00100
Italy

mercoledì 10 gennaio 2018

Un murale per gli scomparsi. Mirella Gregori ed Emanuela Orlandi simboli

Un murale per Mirella ed Emanuela

Nuovo articolo pubblicato nel Blog di Emanuela Orlandi, buona lettura.

Un murale per gli scomparsi. Mirella Gregori ed Emanuela Orlandi simboli

Tutte le info per partecipare all'inaugurazione di sabato 13 gennaio
I Pittori Anonimi per Mirella ed Emanuela. Sabato 13 gennaio 2018 dalle ore 15,30 ingresso da via Marino Mazzacurati 89 e via Poggio Verde
Mirella ed Emanuela oggi avrebbero 50 anni. Mirella Gregori è nata il 7 ottobre del 1967, Emanuela Orlandi il 14 gennaio del 1968.
Un "non compleanno" che pesa particolarmente per chi non ha mai smesso di cercare la verità. Ad oggi, nulla di certo si sa sulla loro sparizione ed è per questo che vogliamo stringerci ancora di più intorno alle famiglie delle due quindicenni svanite nel 1983.
Per non dimenticare quanto avvenuto, i Pittori Anonimi del Trullo hanno decorato un muro con i volti delle due ragazze. Il murale, che sotto la supervisione di Mario D'Amico è stato realizzato dallo street artist Antonino Perrotta, vuole rappresentare, simbolicamente e in forma stilizzata, tutti gli scomparsi. I volti noti di Mirella ed Emanuela divengono dunque simbolo di tutti gli scomparsi.
I dati sono sempre più allarmanti: al 30 giugno dell'anno scorso sono 47.946 le persone scomparse in Italia. Nove mila gli italiani scomparsi a partire dal 1974 (fonte: relazione semestrale del Commissario straordinario per le persone scomparse, il prefetto Vittorio Piscitelli, presentata alla Camera). Una vera e propria emergenza che non conosce tregua.
L'opera è stata creata nel territorio del Municipio XI, ai piedi dell'edificio-quartiere chiamato "il Serpentone" e verrà inaugurata sabato 13 gennaio col seguente programma:
· ore 15.30 sit in nell'antistante piazzetta;
· ore 16,00 rimozione del telo;
· a seguire un brindisi di compleanno.
Dettagli per raggiungere la manifestazione come da mappa allegata:


murale
Mappa murale

Per ulteriori informazioni: blog.emanuelaorlandi@gmail.com
emanuelaorlandi.altervista.org