Visualizzazione post con etichetta picco del petrolio. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta picco del petrolio. Mostra tutti i post

domenica 2 novembre 2014

Pier Paolo Pasolini: Io Sò



Io so.

Io so i nomi dei responsabili di quello che viene chiamato "golpe" (e che in realtà è una serie di "golpe" istituitasi a sistema di protezione del potere).
Io so i nomi dei responsabili della strage di Milano del 12 dicembre 1969.
Io so i nomi dei responsabili delle stragi di Brescia e di Bologna dei primi mesi del 1974.
Io so i nomi del "vertice" che ha manovrato, dunque, sia i vecchi fascisti ideatori di "golpe", sia i neo-fascisti autori materiali delle prime stragi, sia infine, gli "ignoti" autori materiali delle stragi più recenti.
Io so i nomi che hanno gestito le due differenti, anzi, opposte, fasi della tensione: una prima fase anticomunista (Milano 1969) e una seconda fase antifascista (Brescia e Bologna 1974).
Io so i nomi del gruppo di potenti, che, con l'aiuto della Cia (e in second'ordine dei colonnelli greci della mafia), hanno prima creato (del resto miseramente fallendo) una crociata anticomunista, a tamponare il '68, e in seguito, sempre con l'aiuto e per ispirazione della Cia, si sono ricostituiti una verginità antifascista, a tamponare il disastro del "referendum".
Io so i nomi di coloro che, tra una Messa e l'altra, hanno dato le disposizioni e assicurato la protezione politica a vecchi generali (per tenere in piedi, di riserva, l'organizzazione di un potenziale colpo di Stato), a giovani neo-fascisti, anzi neo-nazisti (per creare in concreto la tensione anticomunista) e infine criminali comuni, fino a questo momento, e forse per sempre, senza nome (per creare la successiva tensione antifascista). Io so i nomi delle persone serie e importanti che stanno dietro a dei personaggi comici come quel generale della Forestale che operava, alquanto operettisticamente, a Città Ducale (mentre i boschi italiani bruciavano), o a dei personaggio grigi e puramente organizzativi come il generale Miceli.

mercoledì 11 settembre 2013

Rebus: Zero - Inchiesta sull'11 settembre



Parte conclusiva di "Rebus, questioni di conoscenza" della puntata sul film-documentario dal titolo "Zero, inchiesta sull'11 settembre", un'opera che vede la partecipazione diretta del premio nobel Dario Fo, gli attori Moni Ovadia e Lella Costa.

In studio con il conduttore Maurizio Decollanz:
Thomas Torelli, produttore e autore;
Franco Fracassi, autore e regista;
Francesco Trento, autore e regista.

la puntata completa su:
www.youtube.com/watch?v=KS4YZNRmMUc

mercoledì 6 aprile 2011

Peak oil, cambiamenti climatici, disordini politici: la lezione dell'Egitto

   
    E'possibile che il popolo egiziano che è coraggiosamente sceso in strada per rovesciare il regime tirannico abbia preso parte alla prima rivoluzione del picco del petrolio?

Sembra una vera iperbole, in un primo momento. Hosni Mubarek ha gestito il paese sotto un costante stato di emergenza in cui ha bloccato la libertà di parola, intimidito ogni persona percepita come una minaccia e gestito un sistema sfacciatamente corrotto che ha lasciato milioni di Egiziani in povertà. I tiranni sono stati rovesciati alla fine e i manifestanti nelle strade dell'Egitto stavano chiaramente esercitando il loro diritto a fare una scelta politica – rimuovere Mubarak. Dopo tutto, è una così romantica storia che vogliamo leggerci: la gioventù diseredata che ha superato in astuzia le spie del governo, twittando su Facebook per organizzare la sommossa, una ribellione eccezionalmente pacifica.

Ora, con il paese saldamente nelle mani dell'esercito, che si è impegnato ad indire elezioni nel giro di sei mesi, i commentatori dei media parlano di lieto fine – dipende comunque da quanto siate lieti riguardo la legge marziale. Ma se ci fosse qualcosa in più di questo?
E se i problemi dell'Egitto andassero ancora più in profondità?

sabato 1 gennaio 2011

Un commento al IV Congresso Aspoitalia


Il quarto Congresso di Aspoitalia è stato come al solito una fonte preziosa di analisi e proposte tecniche e scientifiche per affrontare adeguatamente la prossima crisi sistemica che coinvolgerà l'umanità a causa del graduale esaurimento delle risorse fossili.
Il Presidente dell'associazione ha già sintetizzato i contenuti dei vari interventi, che appena possibile renderemo pubblici anche ai lettori di questo blog.
Io vorrei aggiungere solo un breve commento sulle difficoltà che la comunicazione dei rischi collegati al picco del petrolio trova nel raggiungere un'opinione pubblica anestetizzata dalla società del benessere, tema sottolineato in quasi tutti gli interventi.

mercoledì 10 novembre 2010

Cartello petrolchimico - 4° Parte: Monsanto

La Monsanto nasce nel 1901 a St. Louis, Missouri, come produttrice di saccarina diventando ben presto un grosso produttore di acido solforico. Negli anni ‘30 mentre milioni di americani senza lavoro non riescono a mangiare, si accorpa la ditta che ha messo a punto un nuovo composto: i policlorobifenili, detti PCB. Sono inerti, resistenti al calore, utili alle industrie come lubrificanti, liquidi idraulici, da taglio e refrigeranti, sigillanti e sono potenti agenti cancerogeni che causano anomalie al sistema riproduttivo ed immunitario.

Cartello Petrolchimico - 3° Parte: Rumsfeld

Vi ricordate Donald Rumsfeld? Si, il fondatore del Project for a New American Century (PNAC), il falco dell'invasione dell'Iraq nel nome della democrazia. Il perenne effettivo della Casa Bianca, con Nixon, Ford, Reagan, Bush padre e figlio. Fu proprio quest'ultimo che lo nominò Defense Secretary, cosa che fece benissimo essendo lui Segretario anche del gruppo Carlysle (società di forniture militari nel cui consiglio di amministrazione sedevano i due Bush oltre che a Shafig Bin Laden, fratello di Osama Bin Laden).

domenica 7 novembre 2010

Cartello Petrolchimico - 2° Parte: Aiuti USA ai Nazisti

di Tonguessy
http://www.appelloalpopolo.it/

Qualsiasi macchina bellica necessita di benzina. Molta benzina. La Germania nazista non ne aveva. Nel'34 ad esempio importò l'85% di prodotti raffinati. Questa dipendenza estera che non evrebbe permesso nessun avvio di attività belliche, fu drasticamente ridimensionata allorchè la Standard Oil americana e la IG Farben finanziarono e svilupparono il processo di idrogenazione che trasformava il carbone presente in notevoli quantità nel territorio tedesco in benzina per autotrazione.
Nel precedente articolo si citava Carl Krauch e la creazione della Jasco. Un ulteriore passo fu la creazione della joint-venture Ethyl GmbH, nata dalla cooperazione tra IG Farben e Ethyl Gasoline Corporation (di proprietà della Standard Oil e General Motors) per costruire e rendere operativi degli impianti di distillazione di piombo tetraetile, un additivo necessario per la benzina.

Cartello Petrolchimico - 1° Parte : La IG Farben


Ho deciso di scrivere alcuni articoli sul cartello petrolchimico, su come si insinui pesantemente dentro la vita sociale e personale di ognuno di noi, su come operi condizionando la notra vita e la nostra salute. La tesi che sostengo è che questo cartello operi ancora sotto l'egida nazista, e per dimostrarlo inizierò parlando dei nazisti e della IG Farben.
 di Tonguessy

La IG Farben fu l'unico grande finanziatore della campagna per l'elezione di Adolf Hitler. Un anno prima che Hitler prendesse il potere nel 1933, la IG Farben donò 400.000 marchi a lui e al suo partito nazista. Di conseguenza, quando il partito nazista andò al potere, la IG Farben fu l'unica a trarre profitti dalla Seconda Guerra Mondiale (SGM) e dal saccheggio dell'Europa da parte dei nazisti. Il cento per cento di tutti gli esplosivi e della benzina sintetica proveniva dalle fabbriche della IG Farben.

sabato 9 ottobre 2010

Per l’esercito tedesco il picco del petrolio già nel 2010

Previsioni fosche per economia e democrazia

Il notissimo settimanale tedesco Der Spiegel rivela i contenuti di uno studio di un think tank militare tedesco che ha analizzato come il "picco del petrolio" potrebbe cambiare l'economia mondiale. Si tratta di un documento interno riservato che è trapelato su internet e che rivela con quanta preoccupazione il governo tedesco prenda in considerazione (e probabilmente si prepari) una potenziale crisi energetica globale. Der Spiegel ha contattato il ministero della difesa tedesco, ma questo ha rifiutato di commentare lo studio