giovedì 26 marzo 2009

HIDRA2009 FANTASIA DELL'UNIVERSO

Le immense meraviglie dell'universo, che mi ha da sempre affascinato, con un pizzico di fantasia!!! by HIDRA2009

sabato 14 marzo 2009

REBUS SEQUEL - La Storia delle Storie

Esistono analogia tra la leggenda di Horus e la storia di Gesù narrata dai Vangeli? Cosa devono suggerirci. I rotoli del mar morto e gli ultimi ritrovamenti che arricchiscono le testimonianze sulla vita del Cristo potrebbero cambiare anche la Storia dell’Umanità? Le tante analogie che esistono tra religioni passate e presenti devono portarci a pensare che esiste un comun denominatore? Quale? Le risposte in questa puntata di Rebus.

in studio:
CLAUDIO BONVECCHIO, doc. Filosofia delle scienze sociali all’Universita dell’Insubria, simbolista
GIANFRANCO PECORARO, direttore di HERA, esoterista
VITTORIO DI CESARE, docente in Intelligence

REBUS SEQUEL, andato in onda su Odeon e Odeon24 (SKY827) lunedì 23 febbraio alle 21.40.

SEGUE su VideoGoogle:

REBUS SEQUEL Horus-Cristo
video.google.it/videoplay?docid=3349569033175588850

REBUS SEQUEL Rennes Le Chateau
video.google.it/videoplay?docid=-4262711332796167790

REBUS SEQUEL Iside-Madonna
video.google.it/videoplay?docid=3835224657928429172

REBUS SEQUEL Graal-Maddalena
video.google.it/videoplay?docid=-9027089222611661420

domenica 1 febbraio 2009

Il 2009 sarà l'anno di Gdrive

Nuove voci e speculazioni tornano a portare sotto i riflettori un possibile servizio di archiviazione remota erogato da Google. Tutti pronti a buttare nel cestino il vecchio disco fisso?

Della possibilità che Google decida di offrire (prima o poi) uno spazio di archiviazione on-line tanto capiente da poter soppiantare il disco fisso locale si mormora ormai da almeno un lustro.

Il servizio/idea è noto agli osservatori della rete come Google Drive, abbreviato spesso con un ipotetico Gdrive che fa chiaramente il verso alle mailbox firmate Gmail. Quali siano le vere intenzioni Google al riguardo è comunque ancora tutto da capire, e, per il momento, Gdrive rimane una bella idea non supportata da alcuna dichiarazione ufficiale.

Ciò nonostatne, negli ultimi giorni sono spuntati in rete una serie di indizi piuttosto interessanti, sapientemente riportati in un articolo particolarmente "fantascientifico" apparso su TG Daily.

Innanzitutto, si segnala l'indirizzo www10.google.com, che consente di accedere ad un non meglio specificato servizio WWW10 ma identificato in passato da Google Apps appunto come Gdrive.

L'autore nota anche che vi sono tracce di Gdrive anche nei record DNS associati a Google: webdrive-client.l.google.com ed un inequivocabile googlewebdrive.com (che, comunque, potrebbe essere stato registrato preventivamente solo per evitare la creazione di siti-trappola gestiti da terzi).

Ma c'è di più: un utente ha riportato su MacRumors uno screenshot, acquisito da Picasa per Mac, che mostra chiaramente una voce di menu dedicata ad un fantomatico Google Web Drive

Google.gif

Secondo TG Daily, tutti questi indizi portano alcune non meglio specificate "fonti" a non avere dubbi circa la concretezza di Gdrive: il prodotto arriverà entro l'anno corrente.

Cosa aspettarsi

L'idea di un servizio di storage remoto non è niente di innovativo: Microsoft con il suo SkyDrive, Apple con MobileMe, RapidShare ed i suoi tanti emuli, offrono qualcosa del genere ormai da molto tempo, per non parlare di strumenti non-ufficiali come Gmail Drive, grazie ai quali è possibile sfruttare lo spazio offerto da Gmail a mo' di disco remoto.

Ad ogni modo, chiunque abbia provato ad utilizzare un web-drive come quelli elencati ben sa che che vi sono ancora ampi margini di miglioramento. Tutti i servizi attualmente attivi sono infatti vessati da pesanti limiti quali la dimensione dei singoli file (difficilmente si supera i 250 MB) o inerenti lo spazio totale, solitamente inferiore ai 5-10 GB per utente.

La speranza dei sognatori è che Gdrive possa ripetere il piccolo miracolo compiuto da Gmail prima di lui, offrendo spazio gratuito nell'ordine delle centinaia di gigabyte per singolo utente e senza vincoli significativi circa la dimensione di quanto caricato.

Certo, anche se Google decidesse di procedere (eventualità tutt'altro che certa) ci si potrebbe scontrare concretamente con problemi di diverso tipo.

Da un lato, vi sono sicuramente complicazioni dal punto di vista tecnologico ad offire ad ogni utente registrato, centinaia di gigabyte di spazio: sebbene sia indubbio che le risorse a disposizione di Google siano significative, la sostenibilità del servizio (sia in termini di archiviazione, sia di banda) sarebbe ancora tutta da discutere, anche per un gigante di questo calibro.

In seconda battuta, vi sono le delicate questioni relative alla privacy: gli utenti sarebbero davvero disposti a consegnare la maggior parte dei propri dati nelle mani di Google? Personalmente, avrei qualche remora al riguardo, sopratutto ricordando che l'unico modo di rendere profittevole un servizio di questa portata ed erogato gratuitamente all'utente finale sarebbe quello di condire il tutto da abbondanti dosi di pubblicità contestuale: e quale modo migliore di estrapolare il giusto contesto se non analizzare meticolosamente tutte le informazioni archiviate?

Fonte:
www.megalab.it

venerdì 5 dicembre 2008

La città di LAquila

Una città interamente costruita per proteggere un tesoro, un segreto più importante del Papato, antiche conoscenze da tramandare agli iniziati: cosa facevano i Templari in Italia? Cosa lega i Cavalieri del Tempio a Papa Celestino V? Perché la città di LAquila ha delle incredibili coincidenze con Gerusalemme? A queste domande cerca di dare risposta Roberto Giacobbo, raccontando laffascinante teoria secondo la quale, una parte del tesoro del mitico Tempio di re Salomone, sarebbe stato in passato - o forse è ancora nascosto - in una stanza segreta della Basilica di Collemaggio. A Voyeger; andato in onda lunedì 12 maggio 2008 alle 21.00, Rai Due.

VIDEO COMPLETO su: video.google.it

martedì 11 novembre 2008

Google Makamaka: oltre il social network

Negli scorsi giorni abbiamo riportato la notizia relativa a un accordo tra Microsoft e Facebook: in tale circostanza Microsoft acquisiva una quota del celebre social network a fronte di un esborso pari a 240 milioni di dollari USA. Anche Google tempo fa aveva avviato una trattativa con Facebook ma i fatti di questi giorni confermano come tale iniziativa sia rimasta al palo.

Google, stando a quanto riportato da TechCrunch, intende affrontare l'emergente settore dei social network con un progetto completamente nuovo denominato Maka-Maka, o forse Makamaka. In realtà il progetto di Google va ben oltre al concetto di social network pensato come clone di Facebook: va ricordato infatti che il colosso di Mountain View possiede Orkut, quindi non sarebbe difficile partire da tale network per sfidare i concorrenti.

Google intende porsi su un livello differente, in un certo senso su un layer differente, poichè Makamaka ha l'obiettivo di rendere interoperabili le informazioni presenti nei differenti servizi di Google anche verso i vari altri social network. Stando a quanto affermato da Jeff Huber, VP of engineering Google, il progetto vuole essere bidirezionale, quindi, oltre quanto appena detto anche i servizi di Google saranno in grado di utilizzare informazioni presenti in altri social network.

Il concetto di fondo è abbastanza semplice: Google è in grado di raccogliere e gestire molte informazioni relative ai propri utenti grazie agli svariati servizi offerti (GMail, GTalk Google Reader e, ovviamente, Orkut) e tramite Makamaka vuole ordinare tali dati creando un network che mette in contatto gli utenti Google con altri social network.

L'obiettivo dichiarata da Google è la trasformazione di ogni applicazione sviluppata da Google in una "social application", rendendo tale migrazione il più trasparente possibile per l'utente. Un primo punto di svolta si avrà nei prossimi giorni quando Google rilascerà alcune API attraverso le quali sarà possibile realizzare applicazioni capaci di interagire con Orkut.

Quanto riportato da TechCrunch in merito l'iniziativa Makamaka richiama alla mente il progetto Socialstream, in parte finanziato da Google, che prevedeva la realizzazione di un “unified social network” (o USN).