domenica 30 ottobre 2016

Il terremoto può essere fermato? Ighina, Dolmen e la Valvola Antisismica

terremoti ighina
I recenti terremoti accaduti nell’Appenino umbro-marchigiano hanno messo nuovamente in luce alla coscienza collettiva quanto i terremoti possono essere disastrosi e soprattutto quanto sia inutile la conoscenza scientifica attuale che non è in grado di predire né di impedire l’accadere di questi eventi spaventosi.
Un’altra questione che è emersa è come in Italia ancora si costruiscono abitazioni che non tengono conto di questo fenomeno mentre in Giappone e Nuova Zelanda per esempio, dove i terremoti sono molto più intensi e frequenti, non si registrano alcun tipo di danni perché si usano strutture in legno e materiali elastici in grado di sopportare la vibrazione e l’oscillazione causata dai terremoti.

Ma è possibile prevedere o perlomeno impedire i terremoti?

Secondo la scienza ufficiale no. Quindi ho cercato risposte altrove, ovvero come scienziati di confine hanno sviluppato teorie e dispositivi che ricalcano l’antica conoscenza delle popolazioni di migliaia di anni fa, più avanzate della nostra: parliamo di Pier Luigi Ighina.
Ighina è stato un ricercatore italiano nato nel 1908 a Milano ed ha collaborato con Guglielmo Marconi, l’inventore della radio. E’ apparso in alcuni servizi televisivi e articoli di giornale degli anni ’80 e ’90 a causa delle sue affermazioni controverse come “la macchina della pioggia” , “la valvola antisismica” e costruzioni di astronavi e raggi della morte (per approfondire su queste tematiche vedi i link di approfondimento alla fine dell’articolo). Da notare che sebbene quasi tutte le istituzioni accademiche ridicolizzassero Ighina, oggi molte delle sue affermazioni cominciano a fare capolino come la scoperta dell’atomo magnetico. Lo stesso Giuliano Preparata, famoso fisico italiano che lavorò alla fusione fredda e allo studio sull’informatizzazione dell’acqua, diede credito ad Ighina affermando che oggi la scienza non ha gli strumenti per capire le sue affermazioni ma i fatti parlano chiaro.
Secondo Ighina il terremoto può essere spiegato come segue: un accumulo eccessivo di energia negativa terrestre in alcune zone del pianeta dovute alla sua conformazione, che vengono rilasciate in corrispondenza di particolari eventi solari dato che l’energia solare è positiva e quindi permette la scarica e quindi il riequilibrio energetico del pianeta. Quindi usando la metafora di Domenico D. di Fortunadrago.it studioso di Ighina possiamo dire che “i terremoti piovono dal cielo“. In modo semplicistico possiamo dire che il sole con la sua energia solare positiva invade la terra e innesca gli accumuli di energia negativa che vengono rilasciati come terremoti, dato che è come se due magneti di grandi dimensioni si incontrassero provocando un grande urto.
E’ interessante notare che nei giorni del recente terremoto sui Monti Sibillini avvenuto il 26 agosto ci sia stata una intensa tempesta solare che ha perturbato il campo magnetico terrestre.
tempesta solare terremoto 26 ottobre
Ma torniamo al magnetismo. Il ricercatore italiano Renato Palmieriafferma a riguardo:
“Il problema è sempre quello che abbiamo già denunciato: la trattazione corrente degli eventi geofisici (faglie, placche, subsidenze, ecc.) è, anche in questo caso, puramente descrittiva – e perciò del tutto inutile -, in assenza di qualsiasi reale motivazione di carattere magneto-gravitazionaledi essi. […] È sperabile che, alla fine di tale lettura, geologi e sismologi seguano le orme dei giapponesi citati nell’articolo, mettendo sotto stretto monitoraggio magnetometrico le zone sismiche, per coglierne in anticipo rispetto ai sismi veri e propri le anomalie geomagnetiche che ne sono i prodromi. Oppure diano retta alle irrequietezze dei loro animali domestici, che hanno ricevuto dalla natura organi sismomagnetici idonei a percepire quelle anomalie e a metterli in allarme prima dei loro distratti padroni. […] Nella Terra, per la relativa rigidità della crosta, tale fenomeno è la vera causa degli squilibri tettonici, e quindi dei terremoti: sua unica spia d’anticipo è il verificarsi di brusche variazioni locali del campo magnetico rispetto alla norma.”

Magnetismo e Terremoti: Solo supposizioni?

Per chi studia il mondo dalla televisione probabilmente penserà che tutto questo è solo una supposizione, in realtà anche la lenta scienza ufficiale si sta facendo delle domande. Sul sito ufficiale dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) leggiamo:
“In diverse occasioni si è riscontrato che terremoti e attività vulcanica sono associati a variazioni, o segnali, magnetici, elettrici ed elettromagnetici (che chiameremo in generale segnali EM) di origine naturale. Su questo argomento è disponibile una vastissima letteratura e in diversi testi di geofisica si trovano capitoli che trattano di sismo-magnetismo e/o vulcano-magnetismo, termini usati per classificare le discipline che studiano questi aspetti. Negli ultimi decenni osservazioni effettuate in molte aree del mondo hanno permesso di raccogliere una grande quantità di segnali che mostrano variazioni EM associabili a eventi tettonici e vulcanici. Molti ricercatori si sono impegnati a trovare meccanismi teorici per mettere in relazione questi segnali EM con gli eventi tettonici e vulcanici che li genererebbero.
[…] Come già accennato, nella letteratura scientifica internazionale si trovano molti esempi di relazioni fra segnali EM e terremoti. Uno dei primi riguarda il terremoto dell’Alaska (M 9.2) del 27 marzo 1964. Questo terremoto è stato il più grande a colpire gli Stati Uniti in epoca moderna e uno dei più grandi mai registrati sulla Terra. Nello stesso anno Moore (1964), in un articolo sorprendentemente poco citato, ha riportato la presenza di perturbazioni del campo magnetico nella banda (ULF; ≤ 10 Hertz) a Kodiak, in Alaska, circa 1 – 2 ore prima del terremoto. A questo lavoro ne sono seguiti molti altri che riportavano la presenza di segnali ULF anomali registrati da magnetometri in occasione di altri terremoti (es.: Fraser-Smith et al., 1990; Molchanov et al., 1992; Hayakawa et al., 2000; Simpson and Taflove, 2005, Bleier et al 2009).”
E c’è qualche collegamento anche tra terremoti e macchie solari. E’ stato osservato infatti che un minor numero di macchie solari corrisponde ad un minor numero di terremoti e viceversa.
E questa spiegazione elettromagnetica sulla natura del terremoto combacia anche con uno studio pubblicato sulla rivista Sismological Research Letters, e condotto da ricercatori, guidati da Robert Thèriault geologo del Ministero delle Risorse Naturali del Quebec in Canada ovvero che i terremoti sono preceduti dai lampi di luce provenire dal sottosuolo. In particolare tra tutte le segnalazioni registrate a partire dal 1600, l’80% dei casi di queste luci sono associati a terremoti di magnitudo superiore a 5.0 della scala Richter.
“Possiamo considerare queste luci come un fenomeno pre-terremoto – ha detto Thèriault – e combinando questi dati con altri tipi di parametri che variano poco prima di un sisma, potremo un giorno tentare di prevedere questi eventi che sono così catastrofici per l’uomo.”
Ad esempio le luci sismiche sono apparse anche prima del terremoto che nell’aprile del 2009 ha devastato L’Aquila.

Dolmen, Menhir e la Valvola di Ighina

Quindi secondo questa visione il terremoto sarebbe un fenomeno magnetico. Gli antichi conoscevano molto le forze cosmiche e terrestri tanto da costruire edifici e templi in corrispondenza di particolari luoghi “energetici” del pianeta in grado di amplificare o direzione queste forze. Infatti se andiamo in questi posti possiamo avvertire delle sensazioni particolari e i ricercatori hanno trovato delle variazioni inspiegabili del campo magnetico.
Tra queste costruzioni antiche ci sono i Dolmen e i Menhir. Sono tra i più antichi monumenti esistenti, databili addirittura al neolitico e sono presenti in Europa, Africa ed Asia, ma sono più numerose nell’Europa Occidentale, in particolare in Bretagna, nelle isole britanniche e in Sardegna.
Ovviamente l’archeologia ha cercato di spiegare perché dei rozzi uomini primitivi si sarebbero presi la briga di spostare enormi pietre per chilometri (ancora non sanno come hanno fatto dato che servirebbero delle macchine speciali e degli schiavi non potrebbero farlo) e poi erigerle in una forma precisa. Ecco invece come Ighina spiega il fenomeno:
“Di questi Dolmen e Menhir in Francia è pieno, avete mai sentito in Francia un terremoto? Da quando io son nato e ora ho 82 anni (1990) niente. In Italia c’erano, gli hanno levati, per quello sono venuti fuori i terremoti. Queste cose sembrano fasulle, ma sono importantissime, perché seguono il principio del ritmo sole-terra. (quello che abbiamo spiegato sopra in modo semplice, per approfondire clicca qui)”
Perché in Italia queste costruzioni megalite vennero levate? Per superstizione, in quanto la Chiesa li considerava templi pagani e quindi diede ordine di abbatterli, non avendone mai compreso il loro uso. Quindi Ighina afferma che questi megaliti erano stati posizionati dagli antichi con lo scopo di riequilibrare l’energia magnetica terrestre (negativa) e quella solare (positiva), perché quando avviene un terremoto significa che c’è energia terrestre negativa in eccesso e questa accumulandosi sotto terra, da origine appunto ai terremoti in corrispondenza dei fenomeni solari.

La valvola antisismica di Ighina

Ighina da queste osservazioni, ne tirò fuori la sua famosa “Valvola dei terremoti“, di dimensioni molto ridotte rispetto agli enormi megaliti ma ugualmente efficace.
valvola antisismica ighina
La valvola antisismica è una struttura metallica a doppia spirale composta da tubi in rame e ferro con polvere di alluminio all’interno e con i sette colori dell’iride secondo una precisa organizzazione geometrica e multistrato, piantato a terra con una sua particolare radice.
“Il Terremoto è la mancanza di una delle due energie ch’è quella solare . Per eliminare quest’inconveniente basta unire le due energie e far si che siano uguali . Ecco perché è venuta fuori la valvola antisismica”
Così Ighina spiega la sua valvola antisismica. Parlando con Domenico D. è venuto fuori che purtroppo oggi la valvola originale è stata estratta da Imola e per farlo è stata anche danneggiata. Esistono dei disegni progettuali per realizzarla su internet ma mancano della “cima” ovvero di come realizzare la punta della valvola. Tutto questo perché Ighina non voleva, come faceva anche Leonardo da Vinci, che altri replicassero le sue scoperte che sarebbero potute usare per scopi disastrosi per l’umanità: questa è la ragione anche per cui prima della sua morte fece smantellare completamente il suo laboratorio. Quindi aspettiamo di vedere se qualcuno sarà in grado di realizzarla facendola funzionare come progettato.
Nel seguente video inedito dal minuto 38.00 Ighina parla dei terremoti e di come è riuscito a fermarli.

Per approfondire su Ighina e Marconi
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