sabato 16 aprile 2011

Crisi neoliberale e sofferenza umana

Il bilancio che faccio sul 2010 sarà differente. pongo l'accento su un dato poco segnalato nelle analisi: l'immensa sofferenza umana, la distruzione soggettiva, soprattutto dei disoccupati, a causa della riorganizzazione economica- finanziaria mondiale.

Da molto si è verificata la "grande trasformazione" (Polanyi), ponendo l'economia come la spina dorsale della vita sociale, subordinando la politica e annullando l'etica. Quando l'economia entra in crisi, come succede attualmente, si sacrifica tutto per salvarla. Si penalizza la società, come in Grecia, Irlanda, Portogallo, Spagna ed anche negli Stati Uniti, in nome del risanamento economico. Ciò che dovrebbe essere un mezzo si diventa un fine a sé stesso.
Situato in situazione di crisi, il sistema neoliberale tende a radicalizzare la sua logica e a sfruttare ancora di più la forza del lavoro. Invece di cambiare rotta, è sempre lo stesso, caricando una pesante croce sulle spalle dei lavoratori.

Non si tratta di quello relativamente studiato dell'"assedio morale", cioè, delle umiliazioni persistenti e prolungate dei lavoratori e lavoratrici per sottometterli, intimorirli e portarli a lasciare il lavoro. La sofferenza adesso è più generalizzata e diffusa, a volte più e a volte meno, colpendo l'insieme dei paesi centrali. Si tratta di una specie di "malessere della globalizzazione" in processo di erosione umanistica. 

Si manifesta in una sorta di depressione collettiva, distruzione dell'orizzonte della speranza, perdita perdita della gioia di vivere, desiderio di sparire dalla terra, e in molti casi, dal desiderio di togliersi la vita. A causa della crisi, le aziende e i suoi manager portano la competizione ai limiti estremi, stipulano mete quasi irraggiungibili, infondendo nei lavoratori angosce, paura e volte attacchi di panico. Da loro si esige tutto:  una consegna incondizionata e piena disponibilità, danneggiando la loro soggettività e distruggendo le relazioni familiari. Si calcola che nel Brasile circa 15 milioni di persone soffrono questo tipo di depressione, legata ai sovraccarichi lavorativi.

La ricercatrice Margarida Barreto, medico specialista in salute del lavoro, ha osservato in un sondaggio realizzato lo scorso anno su 400 persone, che circa un quarto di loro hanno avuto idee suicide a causa dele eccessive richieste sul lavoro. E diceva: "è necessario vedere l'intento di togliersi la vita come una grande denuncia delle condizioni di lavoro imposte dal neoliberalismo negli ultimi decenni". Sono colpiti soprattutto i lavoratori del settore finanziario, altamente speculativo e orientato verso la massimizzazione del profitto. Una ricerca del 2009 fatta dal professore dell'Università di Brasilia, Marcelo Augusto Finazzi Santos, scoprì che tra il 1996 ed il 2005 si era suicidato un impiegato bancario ogni 20 giorni, a causa delle pressioni per raggiungere gli obiettivi, eccessi di compiti e paura della disoccupazione. 
I dirigenti attuali sono insensibili alla sofferenza dei suoi funzionari.

L'OMS stima che circa 3 mila persone si suicidano giornalmente, molte di esse a causa dell'eccessiva pressione del lavoro. Le Monde Diplomatique a novembre 2010 denunciò che tra i motivi degli scioperi di ottobre in Francia si trovava anche la protesta contro l'accelerato ritmo di lavoro imposto nelle fabbriche, che era causa di nervosismo, irritabilità e ansia. Si è tornati ad ascoltare di nuovo la frase del 1968 che recitava: "metrò, lavoro, letto", aggiornandola adesso come "metrò, lavoro, tomba". Cioè, malattie mortali o suicidio come effetto del super sfruttamento capitalista.

Nell' analisi che oggi si fanno sulla crisi attuale è importante incorporare questo dato perverso: l'oceano di sofferenza che viene imposto alla popolazione, principalmente ai poveri, con lo scopo di salvare il sistema economico, controllato da poche forze, tremendamente forti, ma disumanizzate e senza pietà. Un motivo in più per superarlo storicamente, oltre a condannarlo moralmente. In questa direzione si avvia la coscienza etica dell'umanità, ben rappresentata nei diversi incontri del World Social Forum, tra le tante.

di Leonardo Boff
El Pais

Tradotto e segnalato per Voci Dalla Strada da VANESA
 
 

Inviato da dangelosante.info tramite Google Reader:

 
 

 
 

Operazioni consentite da qui:

 
 

Nessun commento: