giovedì 7 ottobre 2010

MIT: scorie nucleari? Il problema è irrisolvibile.

scorieitalia.jpg

Qualche giorno fa, il Sole24Ore ha pubblicato la mappa delle zone italiane ritenute "idonee" allo stoccaggio delle scorie nucleari, secondo gli studi della Sogin. Una cinquantina i comuni coinvolti in varie Regioni, tra cui la fanno da padrone la Toscana, l'alto Lazio, la Basilicata e la Puglia. In seguito al prevedibile fiume di polemiche, il quotidiano ha pubblicato una mappa ancora più dettagliata, dove si fanno "nomi e cognomi": Mantova, Viterbo, Foggia, Pisa... adattissime a beccarsi i 300 ettari degli impianti, che saranno però accompagnati da cadeaux appetitosi quali un parco tecnologico (tante belle nuove costruzioni, se ne sentiva il bisogno) e altre amenità per indorare la pillola a cittadini e amministratori locali.

Naturalmente ci si sta affrettando a battezzare i riottosi con i soliti fantasiosi appellativi, oltranzisti, allarmisti, oppositori da cortile, professionisti della disinformazione eccetera. Aggiungendo poi ampie rassicurazioni sulla sicurezza e l'assoluta innocuità dei depositi di scorie. Chi lo garantisce? Gli scienziati! E se lo dicono loro...

Allora vediamo cosa dicono gli scienziati, e precisamente quelli del Massachusetts Institute of Technology, il famoso MIT, la cui competenza è indiscussa a livello planetario. In un recente rapporto, The Future of the Nuclear Fuel Cycle, il MIT prende atto che non esiste un sistema efficiente e definitivo per lo smaltimento delle scorie nucleari, che il confinamento sottoterra si è dimostrato impraticabile in tutti i Paesi del mondo, e nessuno ha un'alternativa definitiva. L'unica soluzione logica è quella di conservare le scorie in superficie, accumulandole finché qualcuno non trova una via praticabile. Così spiega Greenreport:

In definitiva, quella che propone la MIT Energy Initiative è un autentico cambiamento di paradigma culturale. Finora si è detto: il rischio scorie nucleari non esiste, perché abbiamo una soluzione definitiva, il deposito geologico. Da oggi, sostengono "quelli di Boston" occorre dire: riconosciamo che il rischio scorie esiste. Riconosciamo i nostri limiti nel gestirlo. Conviviamo con le scorie nucleari che non sappiamo come trattare. Certi che in futuro una soluzione affidabile sarà trovata.

Fermo restando che il MIT smentisce nero su bianco tutte le rassicurazioni che ci vengono fornite ogni giorno sull'assoluta sicurezza dei depositi sotterranei, fa un po' specie che l'unica strada percorribile sia quella di accumulare bidoni radioattivi in salotto confidando che prima o poi qualche genio se ne esca con l'uovo di Colombo. Insomma, sembra dire il MIT, per le scorie nucleari ci vuole proprio un miracolo... e si dimostrano certi che arriverà. Io non mi sentirei tanto sicura.

 
 

Inviato da dangelosante.info tramite Google Reader:

 
 

tramite Petrolio il 29/09/10
 
 

Operazioni consentite da qui:

 
 

Nessun commento: