mercoledì 27 ottobre 2010

Confessioni... su Il Fatto.

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Confesso che non sono una fan del giornale "Il Fatto". Pur considerandolo la migliore testata quotidiana in circolazione in Italia, lo trovo un po' al di fuori di quelli che sono i miei personali interessi. Troppo spazio dedicato alle beghe della politica italiana, poche analisi approfondite della situazione internazionale (che ci riguarda, oh se ci riguarda!) e un punto di vista sulle questioni estere che si differenzia poco dai racconti che troviamo su tutti gli altri giornali. Preferisco Le Monde Diplomatique, per dire.

Per questo mi ha molto piacevolmente stupito, stamattina, seguire un link e trovare su Il Fatto nientemeno che il nuovo blog di John Perkins. Un passo davvero inaspettato e assai coraggioso. John Perkins è l'autore di un libro che ha destato un notevole interesse planetario circa cinque anni fa, "Confessioni di un sicario dell'economia", dove racconta (riporto dal blog-neretti originali):

Ero un sicario dell'economia [an economic hit man (EHM)], parte di un gruppo d'elite di moderni "killer professionisti" che promuovono gli interessi delle grandi multinazionali e di alcuni settori del governo americano. (...)
Anche se noi EHM lavoriamo in vari modi, il nostro compito più comune è quello di identificare i Paesi che possiedono le risorse che servono alle nostre aziende. Poi, seduciamo, corrompiamo e costringiamo i leader locali a sfruttare il proprio popolo - accettando prestiti che quei paesi non potranno mai ripagare, privatizzando i beni di proprietà dello Stato, legalizzando la distruzione di un ambiente fragile e vendendo a prezzi stracciati alle nostre multinazionali quelle risorse preziose. Quando i leader si oppongono vengono rovesciati o assassinati da bande sponsorizzate dalla Cia.


Il libro segue tutta la storia professionale di Perkins, ci racconta i retroscena economici e gli escamotages messi in atto dagli "esperti" internazionali per mettere in ginocchio interi Paesi. Come ad esempio truccare le proiezioni sul fabbisogno elettrico dell'Indonesia, un Paese poverissimo e vittima di una dittatura, per ottenere un prestito della Banca Mondiale che sarebbe poi finito interamente nelle tasche delle industrie americane appaltatrici. I Paesi coinvolti, ovviamente, non dovevano essere in grado di ripagare poi il debito: all'Ecuador fu chiesto di cedere intere regioni della foresta equatoriale a Washington per lo sfruttamento delle risorse. Cosa assai interessante per noi, Perkins racconta anche i retroscena degli accordi con l'Arabia Saudita, di come i petrodollari finirono anch'essi in tasche americane in cambio del sostegno perenne alla monarchia saudita. Perkins ha partecipato in prima persona a tutto ciò che racconta.

Tornando al suo blog su Il Fatto, non vedo l'ora di leggere i futuri post. Simili informazioni, importanti perché sconosciute a tutti, sono un prezioso dono ai lettori disabituati alle notizie difficili da digerire. E i lettori rispondono come ahinoi ci si aspetta da persone ormai aduse all'annacquamento e alle interpretazioni rassicuranti: chiedendo la censura di Perkins, scandalizzandosi per lo spazio concesso a un criminale, insomma turandosi le orecchie e facendo baaa per non sentire.

La strada sarà lunga e difficile, ci auguriamo che Il Fatto tenga duro.

Update: qualcuno forse crede che queste cose succedano solo a Paesetti sfigati di serie B. Io penserei anche allo smantellamento dell'IRI, alle privatizzazioni e alle svendite delle nostre grandi industrie e degli asset strategici, e a certe attività molto in voga negli ultimi tempi. Qui, ad esempio. Nessuno è immune dai sicari dell'economia: in certi Paesi sono un po' più cortesi, e basta.

 
 

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tramite Petrolio il 22/09/10
 
 

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