lunedì 4 ottobre 2010

Belpietro raccontala a qualcun altro

LA BUGIA E LA CONTRADDIZIONE DI BELPIETRO "Ho sentito 3 colpi di pistola e ho capito che era successo qualche cosa. Ho chiamato la scorta in sostanza l'agente che mi ha accompagnato scendendo le scale fumando una sigaretta, si è trovato davanti un uomo armato che senza dire nulla gli ha puntato la pistola e gli ha sparato… l'arma si è bloccata…"

Ricapitoliamo i fatti partendo da una presunta bugia secondo cui Maurizio Belpietro sarebbe stato bersaglio di un omicida armato di pistola alle 22 di giovedì 30 settembre a casa sua, al quinto piano di un palazzo del centro di Milano.

L'indomani, a Mattino 5, attorno alle 10, Belpietro rivela che il suo agente ha sparato 3 colpi di pistola in risposta a un colpo partito dall'arma dello sconosciuto incrociato per le scale. La grande bugia del direttore di Libero raccontata in tivù da Paolo Del Debbio è confermata dalla perizia della Digos sul luogo della sparatoria, che ha accertato 3 colpi di pistola partiti tutti dall'arma dell'agente della sua scorta, finiti su un battiscopa in marmo, lungo il corrimano e su una vetrata del terzo piano.

La bugia di Belpietro raccontata 11 ore dopo il fattaccio in tivù non può reggere nemmeno a un lapsus, visto che avrebbe dovuto accertarla col suo agente subito dopo il fattaccio. Il dettaglio non è da poco perché a questo punto è lecito chiedersi perché quell'agente abbia dovuto sparare 3 colpi di arma da fuoco contro qualcuno che non ha sparato, da cui non ha subito violenza o rapina, ma soltanto perché avrebbe sceso velocemente le scale del condominio. Messa così l'agente della scorta di Belpietro rischia l'accusa di tentato omicidio, sempre che il presunto malcapitato omicida esca allo scoperto dichiarando di essere fuggito dai colpi di pistola impazziti di un agente.

Allo stato dei fatti è più lecito chiedersi se non sia per la conseguenza degli spari dell'agente che il malcapitato se la sia data a gambe. Del resto non sarebbe la prima volta che un improvviso mal di pancia costringa una veloce corsa lungo le scale verso un bagno o dietro qualche cespuglio. E' pur vero che non si  ha notizia di tracce di deiezioni nel cortile del palazzo di Belpietro, ma nemmeno una foglia pare essersi mossa dalla siepe del cortile confinante che dà su via Borgonuovo, unica via di fuga possibile per il presunto omicida fuggiasco.

Alla luce dei fatti fin qui appurati non c'è traccia di umanità che abbia voluto sparare a Belpietro armato di pistola (giocattolo che si usa solo per i colpi in banca non certo per commettere omicidi) tantomeno del suo presunto inceppamento. Tutti da dimostrare per il presunto omicida, sfuggito a ben 3 colpi di un agente che ha fornito un dettagliato identikit degno più da colpo di fulmine culminato con bacio alla francese che da fortuito e concitato incontro-scontro a suon di pallottole. L'agente della scorta di Belpietro ha descritto i connotati del presunto omicida con zigomi marcati, labbro superiore carnoso e sporgente, capelli a ciuffo e occhi con grandi pupille. Dettagli strani da cogliere in un contesto così, lungo le scale con poca luce e in pochi attimi, come strano è che un omicida armato intenda compiere un delitto al quinto piano di un palazzo la sera tardi, senza prevedere che l'allarme provocato al vicinato dei 4 piani sottostanti dal rumore degli spari avrebbe messo a rischio la sua fuga.

Strano pure che un omicida sia così ingenuo di vagare per le scale con la pistola in vista proprio davanti alla scorta del suo presunto bersaglio già lontano. Com'è strano che la cieca voglia di ammazzare Belpietro induca il presunto omicida a risparmiare la vita della scorta. Ammazzarli tutti e 3 (compreso il secondo agente rimasto in auto ad aspettare) al momento della sosta davanti la casa di Belpietro o all'ingresso dell'androne del palazzo, avrebbe comportato il rischio dell'omicidio plurimo che non sarebbe stato molto più pesante dell'omicidio premeditato, ma avrebbe garantito meno rischi e maggiori possibilità di fuga al malintenzionato.

Insomma è troppo strano che il presunto omicida punti l'arma proprio contro l'agente già lontano dal vero presunto obiettivo del delitto (Belpietro) senza sparare. Com'è strano che un presunto omicida rischi così tanto per così poco: Maurizio Belpietro. Dal quale sarebbe lecito aspettarsi un editoriale in prima pagina in cui spiega (date alla mano) che da quando governa il suo finanziatore Berlusconi, in Italia stragi ed attentati sono diventati per fortuna uno spiacevole e lontano ricordo. Se non avesse tempo di scriverlo lo dica a Del Debbio. Sia mai che decida di invitare a Mattino 5 la famiglia Falcone, Borsellino o i parenti della bimba morta nell'attentato di via Georgofili. Per quell'episodio il presidente del consiglio è indagato per strage assieme a Dell'Utri. Mi sembra sia una notizia assai più consistente della fin qui bufala sull'attentato a Belpietro.

 
 

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