sabato 28 agosto 2010

Ipv6, volenti o nolenti

Si parla di IPv6 da tanto tempo, eppure nel mondo occidentale assistiamo all'immobilismo più intransigente nonostante il mondo del software libero sia pronto già da molti anni alla transizione in maniera indolore.

Secondo stime recenti e dati alla mano, la IANA dovrebbe rimanere senza blocchi di indirizza da allocare nel marzo del 2011. I vari registri continentali andranno in esaurimento nel corso dell'anno o del successivo. Cosa ci resta, quindi? Secondo le stime migliori poco più di un anno prima dell'esaurimento completo degli indirizzi IPv4.

Ogni giorno si collegano alla rete molti nuovi utenti da tutte le parti del mondo e stiamo assistendo un po' ovunque al boom degli smartphone che stanno facendo accelerare la fine degli indirizzi.

L'Europa e l'America sono i continenti dove il passaggio a IPv6 è più lento perché fin dall'inizio ha potuto beneficiare di grandi blocchi, mentre gli altri continenti hanno dovuto fare i conti fin da subito con un'assegnazione non appropriata al numero degli abitanti. Il risultato è che le nazioni orientali sono più avanti nell'adozione di IPv6 e quando gli indirizzi IPv4 finiranno il problema da loro neanche si sentirà.

Il sentimento dominante è ancora "It's not broke, why fix it?", ma la pacchia sta per finire perché volenti o nolenti IPv6 sta per arrivare ed è questo il momento per iniziare ad aggiornare la propria infrastruttura di rete senza dover ritrovarsi in ritardo all'ultimo momento.

Nel mentre siamo ancora presi in giro con finte soluzioni come il NAT. Gli utenti più smaliziati fortunatamente possono ovviare al problema collegandosi in IPv6 utilizzando il protocollo 6to4.

Via | Itexpertvoice

 
 

Inviato da dangelosante.info tramite Google Reader:

 
 

tramite TuxFeed di Lpt on fire! il 19/07/10
 
 

Operazioni consentite da qui:

 
 

Nessun commento: