giovedì 17 giugno 2010

Un’opposizione “lirica” alla disastrosa diga in Etiopia

opposizione lirica alla disastrosa diga in EtiopiaAlcuni attivisti per la giustizia oggi hanno scelto un approccio musicale per criticare i governi etiope, italiano e irlandese, ed i potenziali finanziatori internazionali di un progetto per la costruzione di una diga disastrosa per l’ambiente in Etiopia.

Parlando dal ‘quartiere italiano’ a Dublino, con una performance di musica lirica in sottofondo, Nessa Ní Chasaide, coordinatrice del Debt and Development Coalition Ireland ha dichiarato:

“Il governo italiano e le istituzioni di credito internazionali, alle quali contribuisce anche l’Irlanda, stanno prendendo in considerazione di sostenere un disastro ambientale nel sud dell’Etiopia e nel nord del Kenya. Sollecitiamo il ministro delle Finanze Brian Lenihan ad opporsi ad ogni sostegno da parte delle istituzioni di credito internazionali a questo progetto devastante, in particolare facendo leva sulla partecipazione dell’Irlanda alla Banca Europea per gli Investimenti e alla Banca Mondiale. ”

Ikal Angelei, il presidente dell’associazione “Friends of Lake Turkana”, ha dichiarato: “Il progetto Gibe 3 comprometterà le fonti di vita per gli abitanti della bassa valle dell’Omo in Etiopia e della regione del lago Turkana in Kenya. Essa condanna mezzo milione di persone tra le più vulnerabili della regione, a fame e conflitti. Chiediamo alle banche e alle imprese internazionali di tenersi fuori da questo disastro “.

Nessa Ní Chasaide ha continuato, “nel momento in cui l’Irlanda sta elaborando una nuova politica sul debito internazionale, questo progetto è un richiamo alla necessità urgente per l’Irlanda di sostenere la definizione di standard vincolanti sul prestito internazionale che siano giusti ed ecologicamente responsabili, standard che proteggano le comunità più vulnerabili come quelle di Etiopia e Kenya da istituti di credito che sostengono progetti ingiusti e insostenibili”.

Nella sua corsa alla costruzione, il governo etiope ha trascurato di valutare adeguatamente ogni aspetto del progetto idroelettrico, violando leggi nazionali e norme internazionali. Dopo l’assegnazione di un contratto a porte chiuse nel 2006 al colosso italiano delle costruzioni, Salini, il governo etiope ha stanziato 900 milioni di dollari affinché i lavori di costruzione fossero avviati.

Alcune Istituzioni Finanziarie Internazionali e governi nazionali tra cui la Banca Africana di Sviluppo, la Banca Europea per gli Investimenti e il Governo Italiano stanno prendendo in considerazione il sostegno al progetto. Questo comprometterebbe le attuali politiche di salvaguardia, favorirebbe pratiche affaristiche poco trasparenti, e creerebbe un precedente che permette ai finanziatori di saltare a bordo di progetti che eludono consapevolmente le politiche di salvaguardia esistenti.

Nei giorni scorsi la Banca Industriale e Commerciale della Cina si è offerta di intervenire con un prestito di 500 milioni di dollari, confondendo i prossimi passi dei potenziali finanziatori europei.

Se costruita, l’imponente diga di Gibe 3 provocherà devastazione ecologica, mettendo fine al ciclo naturale delle inondazioni del fiume, da cui da migliaia di anni dipendono le comunità a valle per la coltivazione di cibo, la pesca e il pascolo degli animali. La diga inoltre ridurrà drasticamente l’afflusso d’acqua al lago Turkana nel nord del Kenya, il più grande lago in area desertica del mondo, e principale fonte d’acqua per il Nord del Kenya.

Da sapere:

- L’Irlanda è un membro della Banca Europea per gli Investimenti, istituzione che potrebbe sostenere il progetto. L’Irlanda fornisce anche un significativo aiuto pubblico allo sviluppo in Etiopia (36 milioni di € nel 2008). L’Irlanda dovrebbe inviare un chiaro messaggio al governo italiano che i governi dell’Unione Europea non dovrebbe sostenere questo progetto, che distrugge la vita dei popoli della valle dell’Omo e delTurkana.

- Per maggiori informazioni sul progetto e un link per firmare la petizione internazionale contro la diga consultare:

www.stopgibe3.it

articolo Il Secolo XIX.pdf

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